Questo era brutto, i condomini cimiteriali (loculi) che detesto, poco curato che anche la frazioncina è ormai disabitata e pure il cimitero aveva rughe ed era mal curato, poco o nulla a terra. A parte... una tomba ben tenuta. C'era un signore corpulento di una certa età intento chino su di esso intento a curarla. Osservavo la foto di un giovane, del quale era riportato solo il nome e con alcuni piccoli decori inusuali, una vespa (moticicletta), uno di quei vecchi pulmini VW tondeggianti, una breve poesia.
Incuriositi dalla presenza di noi due "stranieri", ad un certo punto il signore iniziato a farci qualche domanda. La conversazione è in breve arrivata al figlio e alla sua morte in giovane età.
Iniziava ad essere commosso. Poi ha buttato fuori il rospo :- nostro figlio è morto suicida... due anni fa ... per amore. "Gli dicevo di non fare il somaro, di lasciar perdere altre donne... poi la sua ragazza un giorno se n'è andata e lui..."
Ascoltavamo, silenziosi, le parole di quel signore e il suo desiderio di sfogare, di lasciare andare un po' di quel dolore.
Ecco, un genitore che seppellisce un figlio è il dolore straziante. Se ad esso si aggiunge anche il suicido, il dolore diventa sovrumano e risaccante, rimbombante su tutto quanto intorno.
Partecipavamo attoniti a quella confessione, all'impotenza e al lutto, la scarnificazione interna, arrivano con cupo eco anche a noi due, visitatori "stranieri" di un piccolo cimitero in un angolo dei monti di Appennino.
La cura della tomba e il parlare con essa un tentativo di lenire quanto insopportabile.
Siamo usciti con loro che hanno incatenato il cancello di quel piccolo cimitero. Siamo usciti toccati da quella visita.
(via lavocedeisenzavoce)