domenica 29 marzo 2020

Ventesimo giorno



E' il ventesimo giorno che non tocco né vedo né Rosa Canina né UnBipedinone, men che meno i miei in Lombardia.
Con Rosa Canina ci inventiamo i nostri scherzi, i frizzi, riusciamo a ridere scherzando al telefono, con la nostra ironia e auto e reciproca. Bene, rimanere sereni e anche allegri, a tratti, ci permette di affrontare gli impegni quotidiani.
Mio figlio ha preso male, inizialmente, il fatto di non poter uscire come prima: l'ho invitato a tenere un certo ritmo, a cambiare l'aria, a prendere sole dietro casa ogni giorno. Alla fine anch'egli ha preso il ritmo e è sotto, da tempo, coll'esame più tosto, per gli ingegneri, che è "scienza delle costruzioni". In un certo senso questo tempo in più gli è d'aiuto.
E' dal 24 febbraio che telelavoro:  a casa, lavoro più che in ufficio.
Poi gli esercizi quotidiani per le anche. Cucinare (oggi mi sono preparato una bel coscione di pollone alla diavola secondo la ricetta de La Cucina Italiana (*), mi sono dato 9 e 1/2 e non 10 perché  una parte del cosciotto era leggermente bruciacchiata, poi le lenticchie fatte alla moda del ragù per la settimana.
In questi ultimi giorni sono andato a pulire da rovi e vitalba il cantone di poggio prativo, a margine del bosco, dove avremmo dovuto già avere le api. Tutto bloccato, ovviamente, non possiamo muoverci per andare a prendere i due sciami che avevamo prenotato.
Ogni giorno qualche telefonata, anche alcune lunghe (a volte devo tagliare, come con il mio istruttore di palestra, a casa, non lavora, ma io avevo scadenze, mi ha inchiodato 45', ho iniziato a lavorare il pomeriggio mezz'ora dopo e ho finito mezz'ora dopo).
Faccio anche delle gran dormite. E' una sorta di vita rallentata, silenziosa, operosa. Ecco, il silenzio, quello mi mancherà, poi.
Dello Ora et labora non manca più neppure lo ora, qualche preghiera va alle due figlie di un mio caro cugino col loro ministero drammatico (una delle due lavoro al reparto intensivi), va a coloro che subiscono la durezza di aver visto sparire i loro affetti verso l'ospedale e non li hanno mai più visti. E' durezza difficilmente sopportabile, questa.

9 commenti:

  1. La ricetta che ho sulla Enciclopedia della Cucina Italiana non è quella pubblicata in linea che si basa su una cottura in due fasi, piastra o griglia con peso, guarnitura con senape pepe nero (ho usato il peperoncino) pan grattato e olio e poi seconda cottura, ancora su piastra/griglia oppure forno 250.
    La versione in linea è semplificata.
    E, direi, rende assai di meno.
    Quel crocccante esterno, con senape, leggermente piccante, era DI-VI-NO.
    Il pollo era di allevamento semibrado di un allevamento in montagna. Anche quello conta, penso.

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  2. "E' una sorta di vita rallentata, silenziosa, operosa. Ecco, il silenzio, quello mi mancherà, poi".
    Sono queste, in effetti, le poche note positive in questo momento.
    Si ha molto più tempo di prima per riflettere e meditare sulla propria vita.
    Apprezzo soprattutto il silenzio, che è diventato tanto raro. Comunque quando riaccenderanno il motore dell'economia, penso che saranno dolori, sarà un motore quasi ingrippato e non ripartirà facilmente. Saremo tutti lì fuori in silenzio ancora per molto.

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    1. A livello sistemico i sistemi produttivi dei paesi industriali sono in crisi di sovrapproduzione da lustri. Molti consumi sono temporaneamente calati vistosamente, altri solo rimandati.
      Le persone da una parte avranno voglia di rimettersi in funzione, d'altra parte saranno "senza allenamento" da settimane.
      Leggevo che stanno cercando di tenere in movimento (100m) anche i convogli alta velocità.
      Infine c'è l'aspetto economico: come dopo il 2009 molte imprese traballanti, non in buona salute, non riprenderanno. Male o bene?
      Vedremo.

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  3. È un limbo pericoloso, il risveglio sarà un casino!

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    1. Sara, io mi chiedo se non fossimo tutti in un sonno della ragione prima, con le varie follie da cui questo sistema dipendeva, che erano nella costituzione di questo sistema.
      Potrei pensare alla frenesia ipercinetica a mo' di cocainomani alla globalizzazione cogliona senza se e senza ma e proseguire con dozzine di esempi.
      Eravamo svegli, prima? Non sarei così certo.
      Leggevo che persino l'industria farmaceutica ha delocalizzato parte fondamentale della filiera.
      Queste specializzazioni (?) estreme sono folli. Sarebbe come eliminare le stive le paratie stagne perché complicano le operazioni di carico. Mah.
      Io spero che sarà meglio, che si imparerà.
      Ma temo che mi stia sbagliando.

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    2. Un'altra follia, del tutto insensata e pure pericolosa, è quella dell'applicazione di tecniche di produzione basate sul "JIT", l'appena in tempo. Niente magazzino. Un tempo lo chiamavano "vivere alla giornata", ed era un'espressione poco lusinghiera.

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    3. JIT
      Una delle varie parole inglesi della liquidità che rriverniciano la cacca.

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  4. certo sono esperienze devastanti per l'ottimismo dei mortidifame, per fortuna che da nojos ci sono i predicatori televisivi

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  5. Predicatori... beh, dopo anni di sermoni politicamente corretti direi che dovremmo averci fatto la pellaccia.

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Rumore, robaccia fuori posto, pettegolame, petulanze, fesserie continuate e ciarpame vario trollico saranno cancellati a seconda di come gira all'orsone.