venerdì 10 aprile 2020

Ferie?

La prospettiva di tre giorni di ferie ..
No, la prospettiva di tre giorni delle feste pasquali...
No, la prospettiva di tre giorni...

Insomma, comunque la giri devo dire che la prospettiva non mi entusiasma.
Ferie? Francamente... stante le disposizioni in vigore, cosa me ne faccio di ferie?
Non potrei uscire di casa (e qualche volta un giretto in solitaria me lo faccio per i campi o su per il bosco).
No contatti con mio figlio, non con Rosa Canina, non con i miei, non con gli amici.
Dovrei predisporre il posto per le arnie ma... non riusciamo, legalmente, ad andare a prendere i due sciami.
Potrei farmi portare la legna quasi finita, ma anche questa attività non è indispensabile.
Insomma, se volessi rispettare rigorosamente le disposizioni il novero delle cose da fare si riduce al lumicino si riduce a zero. Non lumicino proprio a zero: dovre verniciare un paio di cose, recuperare fiori e piante, etc. ma, ancora, siamo punto e a capo, mesticherie chiuse, vivai pure, come raggiungerli? non si può...
Cucinare... ieri sera mi sono rifatto la torta di renette, limone e semi di papavero e... da solo ci impieghero' 'na settimana a finirla. Per cucinare ci vogliono le bocche (plurale) che mangino.
In questa prospettiva alcune cose lasciate lì di lavoro... diventano piavevoli passatempi.
Workaholismo da corona virus? Non è il massimo!
Uff.


10 commenti:

  1. visto che le arnie non le concedono, fatte portà a casa 4 galline ovaiole e divertiti a faje la casetta con la zona giorno e quella notte che poi de sti tempi in caso de necissità con 3 o 4 ova ar giorno una persona ce sopravvive a lungo.
    Speramo bene, speramo

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    1. Certo che le concederebbero. Il problema è
      1 - andarle a recuperare
      2 - gestire la logistica di Rosa Canina (dovrebbe trasferirsi qui, io non sono in grado di accurdirle, non sono un apicoltore) che ora ha il figlio a casa e dovrebbe andar su e giù qualche volta alla settimana.

      C'è un condominio nella via più giù, in cui un piccolo giardino c'è, da qualche stagione, un mini pollaio con due galline. Quando, la mattina, quando scendo a piedi verso la stazione, passo accanto e ascolto il chiocciare delle due ovajole, non immagini che allegria e piacere mi danno.Mi ricordano le galline della nonna quando ero piccolo.

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  2. Ah, le galline, quanto è simpatico il loro starnazzare! Proprio in questo momento, insieme al cuculo alle cornacchie e ad altri uccelli non identificati, fanno da colonna sonora al mio malinconico oziare.

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    1. I palmieri Starnazzano, i galline... chioccia, direi.

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    2. Il furbofono ha distorto tutto, vedo ora.
      I palmipedi starnazzano, le galline... chiocciano? In realtà entrambe le famiglie hanno una gamma di versi diversi. Conoscerete il canto esuberante delle galline quando hanno fatto l'uovo, il "coccodè"! :)

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    3. Sai che ci sono stati casi di inversione sessuale spontanea delle galline, che smettono di deporre le uova e anziché chiocciare fanno chicchirichì?

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  3. Speriamo di ripartire presto, ma bene!

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    1. Non si potra' tenere masse di persone recluse a lungo. A meno di non adottare provvedimenti "totalitari" tipo "se esci ti fucilo" come fatto in Cina, da quanto ho sentito.
      Anche per le caratteristiche del virus (ho sentito qui l'intervista ad Ernesto Burgio, indicatami dal mio amico _rio), mutevolezza e periodo di incubazione lungo, l'epidemia non potra' che diffondersi ulteriormente.
      Quindi, alla fine, sia Boris Johnson che Donald Trump hanno ... una qualche ragione con la prospettiva di una "immunizzazione collettiva".
      Se non si vuole una carneficina, bisognerebbe preparare strutture ospedaliere specifiche e ben dimensionate.

      Ripartire... ci sono cose come i ritmi frenetici che non mi mancano per nulla (anche se a casa ho lavorato duro).

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    2. L'ultima frase del tuo commento del 14 aprile, 13:16 mi porta a far presente l'ovvio: non esistono solo il bianco ed il nero. Chissà che dopo questa batosta si riesca a riscoprire quelle "vie di mezzo" che facevano osservare ai nostri classici antenati che "in medio stat virtus". La temperanza, gente, la temperanza. Temperanza e sobrietà. Sobrietà e parsimonia. E uno stiletto celato nella fodera interna del pastrano, che non si sa mai chi capita di incontrare. Anche un cappello a tesa larga può aiutare, per nascondere il viso caso mai capitasse di dover applicare un po' di didattica alla schiena di qualche persona troppo "espansiva". Alla schiena, mi raccomando -- quando si ha a che fare con chi è più forte di te, è il lato più sicuro. Gli eroi vincono solo nei film.

      P.S. Son solo immagini simboliche, nè!

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    3. In ecofondamentalista di Sergio Cabras (in realta' nel suo diario su blogspot, in questa pagina) leggevo delle belle riflessioni sul senso della misura. Che non e' un poco o un tanto o un medio, resi assoluti, ma cio' che e' commisurato alla realta', al momento, al luogo. Richiede discernimento e autodisciplina.

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