mercoledì 14 ottobre 2015

Gatto delle nevi?

Come ho osservato più volte (eg. qui) , la milonga è apparentemente un ambiente inclusivo, politicamente corretto, garbato, egalitario. In realtà il tempo e un'attenta osservazione permettono di constatare che c'è esclusione (sarebbe meglio dire segmentazione), gerarchia, competizione, franchezza, discriminazione.
Rispetto ad alcuni anni fa (diciamo un paio di lustri. riporto ciò che mi raccontano tangher* che sono nell'ambiente ben più dei miei quattro anni e qualcosa) c'è molta moda, c'è il business (che, grazie a diomanitùodino, non diventerà MAI un business di scala, essendo il tango difficile e quindi elitario per natura). Il tango è diventato una sorta di parola ronzante per allocchi (buzzword, cosa coniamo in italiano?) e le parole ronzanti per allocchi vanno sempre in compagnia: olistico, inclusivo, femminista, antirazzista, new age, democratico, cipgender, antisessista, blablablablablabla

Io trovo tutto ciò estremamente falso, finto, plasticato, disgustevole nella sua ipocrisia, nella sua finzione. Ecco, la milonga non è una sala parrocchiale di catechismo o il centro di cultura e socialità antifa antiqua antilà.
La questione è che alcune persone, essendo state stravolte dalle esplosioni empatiche, edonistiche, dalla gioia che l'arte relazionale dispensa quando si manifesta, pensano di utilizzare il tango per tutt'altro. Come uno che si fosse divertito fino allo spasso con un gatto delle nevi e volesse utilizzarlo anche in un magazzino dove lavora oppure nel giardino condominiale e cercare di decantarne le doti. Poi toglie i cingoli, toglie il motore, toglie il vomere perché è impossibile usare il gatto delle nevi in giardino condominiale, lo sega a metà, toglie la cabina e continua a parlare di quanto sia super figo e potente il gatto delle nevi.

Mi sono imbattuto in questo paradossale, grottesco e perfino patetico promo-documentario su tentativi di sfilata, accenni di salsa, amiccamenti, principi di intervista, differenze sociali, catechesi in titoli, esercizi psicomotori, ritratti di volti (non capisco come mai manchi una tavola sul rumine dei bovini)  ma il tango lo ha praticamente solo nel titolo e in qualche accordo di bandoneon nella colonna sonora: tango più o meno escenarioso, circa 2" a 0'38" e poi 5" a 1'41" su circa 2' 16" di video, escludo la sigla finale, siamo a 7" su 136", ovvero il 5% ca.; ora se io vedo un contenitore con dentro 95 ombrelli e 5 pere, a me_mi vien da dire "passami gli ombrelli!" non "passami le pere", ma io sono un po' elementare.


11 commenti:

  1. Non sono riuscita a vedere il promo-documentario (lo faro' poi).

    Da come lo descrivi, sembra che abbia lo scopo di attirare persone (indiscriminatamente) a fare tango. Magari e' solo il tentativo goffo di un regista in erba (a volte fanno queste cose nelle scuole di cinema). Comunque non so, devo vedere.

    Invece, buzzword in italiano: direi, "parola sulla bocca di tutti", "termine alla moda", "termine inflazionato". Parola ronzante proprio no!!!

    Insomma, ti ricordi Jesus Christ Superstar? "What's the buzz? Tell me what's happening" (bellissima, come tante delle canzoni di quel musical).
    Insomma, "What's the buzz?" e' "cosa si dice in giro? cos'e' sulla bocca di tutti?"

    Grazie, mi hai fatto venire in mente cosa ascoltare prossimamente!

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    1. Ho una certa insofferenza per i mappazzoni musicali, una delle molte robe stelle e strisce che proprio non mi piacciono.
      La madre di mio figlio era infojata per Hair e non sono stati sufficienti anni di "martellamento" per farmi piacere anche qualche sequenza di quella roba.

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    2. Riconosco di avere gusti un po' démodé, nello specifico.
      Ma: Jesus Christ Superstar non e' un mappazzone!
      Il cantante che fa Jesus (nello spettacolo teatrale, credo, non nel film) e' nondimeno che Ian Gillan.

      Comunque tranquillo, a me piace, ma non e' che deve piacere pure a te.
      Mi e' venuta in mente la canzone "What's the buzz?" etc etc etc.

      Per quanto riguarda i miei gusti musicali, probabilmente io sono di bocca buona. Ho scoperto che mi piace pure la musica turca e ieri anche alcune canzoni che ho sentito di un cantante iraniano (che pero' non so cosa dice).
      Pero' odio le canzoni rap o le canzoni melodiche sentimentalotte italiane.

      Via, basta, chiudo questo OT e mi scuso per aver divagato!

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  2. Dicerie. In italiano esiste tutto e per ogni concetto c'è l'esatta sfumatura desiderata. Basta conoscerla.

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  3. x Lorenzo
    x bulutn:
    Ho cercato di evidenziare che esistono anche le speculazioni morali oltre a quelle economiche (ora è tutto un proliferare di seminari e laboratori e corsi su tango - come tango zumba, tango contact etc.).
    Se gli autori avessero voluto sottolineare l'importanza della danza o dell'abbraccio nel miglioramento / cura / recupero di persone con vari problemi / minorazioni avrebbero più correttamente dovuto utilizzare un titolo come

    Through the Heart of Dance
    Through the Heart of Hugs
    Through the Heart of Embracing


    Qui illudono delle persone con evidenti limiti di fare tango.
    Sarebbe come un maestro di sci inventasse corsi di recupero/miglioramento/cura di persone con problemi fisici/di equilibrio, etc. con "Lo sci che ti salverà" e poi istituisse un ambaradan consistente nel far indossare gli scarponi, poi di mettere gli sci sulla neve orizzontalmente, di montarci con gli scarponi, chiudere gli attacchi, fare un metro in orizzontale e poi smontare tutto.
    Oviamente questo NON è sci, non è una discesa, è una pantomima che utilizza qualcosa dello sci. Insomma, non si può chiamare automobile un volante e quattro cerchioni con pneumatici, no!?

    Anche dal punto di vista ugualista / morale questa è una truffa nei confronti e di queste persone che sono usate e di coloro che crederanno :- "che fichi questi, hanno usato per migliorare/curare/recuperare il tango e insegnato il tango a 'sti poracci".

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    1. Lo stesso atteggiamento di affabulazione non c'e' solo nel tango eh! (intendo: nel tango come viene proposto da questi tipi che fanno questi video).
      C'e' in tantissime cose.
      Occorre imparare a distinguere.

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  4. x bulutn:
    > Parola ronzante proprio no!!!

    x Alahambra:
    > In italiano esiste tutto e per ogni concetto c'è l'esatta sfumatura desiderata

    Noto il sarcasmo di Alahambra che mi fa piacere.
    Cosa fanno gli anglofoni: pigliano word, pigliano buzz (ronzare) e da verbo lo trasformano in prefisso aggettivante e coniano buzzword che, in maniera piuttosto efficace e anche ironica (è efficace, non è su un registro neutro) indica proprio "parola ronzante".
    Questo succede per molti neologismi.
    Il meccanismo è comune anche in tedesco: supposto che esista un coltello specifico per il pane nero ecco che pigliano coltello ((das) Messer), pane nero ((das) Schwarzbrot - si noti la ricorsione linguistica!), aggettivizzano il secondo sostantivo e lo usano come prefisso, ottengono (das) Schwarzbrotmesser

    Non capisco perché riteniamo normale normale adottare il termine straniero o che altre culture usino questi meccanismi evolutivi linguistici e deprechiamo, ci stupiamo o facciamo sarcasmo sul fatto che gli stessi meccanismi si utilizzino in italiano.

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    1. Non so, direi che il meccanismo normale in inglese e tedesco non sempre e' comune in italiano.
      Posso citarti "apribottiglie" o "arcobaleno". Ma e' davvero così' comune?
      Io avrei usato la perifrasi che ti ho detto, o, ora che Alahambra ha suggerito "dicerie", mi rendo conto che per me suona bene "chiacchere".

      Perdonate comunque il mio italiano, che in fondo io son via dall'Italia da più dieci anni, una volta parlavo meglio. Ora comincio a perdermi le parole e la precisione nell'esprimermi. Inoltre ogni giorno sento italiano leggermente storpiato e tra un po' verra' naturale anche a me la storpiatura, brrrrr.

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    2. Infatti non ero affatto sarcastica. Didascalica semmai.
      Dicerie, chiacchiere, pettegolezzi, van tutti benissimo per tradurre buzzword. Altre lingue adottano strategie a loro confacenti. Noi non ne abbiamo bisogno: o non è cosa che ci appartiene o c'è già un lemma adeguato.
      E pure io adoro J.C.S. *_*

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    3. Diceria:
      Treccani
      Sabatini Colletti

      L'accezione è più sulla falsità ovvero malignità di quanto indicato.
      buzzword indica invece una parola di moda che non necessariamente è tendenziosa o falsa.

      Ricordate quante parole ronzanti (spesso o quasi sempre straniere)?
      Cui furono mesi in cui ogni tre parole si sentiva
      - coso / cosa / cosare
      - perestroika
      - glasnost
      - bipartisan
      - tranqui
      - il fare
      - mission aziendale
      - tecnologia, tecnologico
      - rottamare
      - cacao meravigliao
      - turbo
      - ...

      Fortunatamente queste parole ronzanti sono sparite. Sono parole... meteoriche. Se si va in ambito di lessico tecnico le mode linguistiche si accompagnano con quelle tecniche (ho citato "turbo" come esempio).
      Il ronzante indica una diffusione enorme, eccessiva, un abuso.
      MI sembra che diceria invece sottolinei falsità, malignità (il Treccani aggiunge prolissità, noiosità).

      Stavo pensando a "parola fuffa" ma fuffa (non riportato da Treccani e Sabatini Colletti, solo da Hoepli) significa qualcosa di non sussistente, inconsistente piuttosto che riferirsi a frequenza / abuso modaiolo del termine.

      Sì, arcobaleno, capolinea, tiratardi, saltimbanco, apriscatole, asciugacapelli sono parole italiane costruite con lo stesso meccanismo (di cui non conosco il termine in glottologia) di buzzword e Regenbogen etc.

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  5. Sì, Alahambra, sarcastica non è corretto. Osservo che avevo letto il tuo commento troppo di fretta.

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