lunedì 4 luglio 2016

Danno un po' alla testa - 2

(Danno un po' alla testa)

All'ultimo momento che significa venerdì, avevo organizzato questa uscita. Mi ricordavo di questa bellezza che stordisce. Non solo le api escono un po' ubriache da quel banchetto, come mi diceva il fattore. Due fine settimana prima avevo portato un'altro gruppetto, ridottosi poi a _mlero, a suo fratello e suoi alcuni amici ma la stagione (oltre che una domenica di nuvole e pioggia) era ancora indietro (prima immagine).
Saliti dal caldo della pianura, là in cima è ventilato. Ad un certo punto ho sentito le urla di meraviglia, di giubilo di _ara che ci precedeva. Poi gli altri.
C'è un paradiso estetico, di sensi, lassù.
Tatto, olfatto, vista, udito. Nel silenzio c'era la musica del bottinare e del banchetto di milioni di insetti: api, bombi, farfalle di molteplici tipi, coccinelle e mille altri.
Il fattore ci disse (domenica 19) che di quello non si campa: nonostante lavori al vertice per qualità (quasi tutta lavanda, poco lavandino, tutto in biodinamico) se non fosse per la loro pensione, avrebbero già chiuso. La vendita ai grossisti o ai commercianti della città fornisce prezzi che non coprono le spese. Ci sarebbe la vendita diretta ma, osservavo, non sono portati per gli affari, nessun cartello che suggerisca ai molti visitatori (luogo pubblicizzato di recente su un quotidiano nazionale) la possibilità di acquisto diretto dal produttore di prodotti di qualità straordinaria.
Non posso che non porre domande su un'economia ed un sistema che non permette di campare sulla terra, neppure in settori di nicchia che, lato consumatori, ovvero nel commercio, vedono prodotti talmente costosi da diventare elitari. Ai produttori le briciole, a volte neppure quelle.
Abbiamo fatto tutti qualche acquisto, abbiamo dato una mano a loro ed eccellenza a noi.

Domenica 19 giugno, lavanda ancora indietro










6 commenti:

  1. Meraviglia! Dove si trova esattamente questo angolo di paradiso?

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  2. Ieri osservavo che alcune partecipanti alla visita che sono molto generosi in viaggi esotici avevano il braccino corto sull'acquisto di quei prodotti.

    > oltre a costare molto meno, sono tutte cose "eque e solidali"

    Ti sbagli: i prodotti equi e solidali sono, mediamente, abbastanza cari perché garantiscono un prezzo equo ai produttori. Spendi lì per rinunciare ad altro.

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  3. Nella mia valutazione etica di un prodotto l'essere di produzione locale e di economia locale di lavoratori italiani viene prima del solidale "esotico".
    Scrissi in passato dei miei interventi disadeguanti e molto critici nel GAS a proposito di Funky tomato.

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  4. > compra il "paermesan" al centro commerciale 50 centesimi al chilo spende 3mila euro per la TV nuova

    Ecco
    Di idioti così ne conosco molti.

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  5. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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