martedì 13 settembre 2016

Un ultimo tango

Arriva il periodo dell'anno più loffio, per il tango. Purtroppo, stante il caldo afoso che persiste, le milonghe estive all'aperto hanno più o meno chiuso tutte. Molte milonghe per la stagione non-estiva non sono ancora partite.
Così sto ballando poco. Inoltre non sono andato alle varie giornate aperte di presentazione dei corsi.
Un po' perché ho altro da fare, un po' perché stare con _mlero mi ha, come sapevo, calmato, ho molte meno spinte e stimoli anche per la vita sociale e quella milonghera rispetto a prima, un po' perché andarci con lei, come ora so, è meno divertente che andarci da solo.
Oltre a questo, con _mlero non riesco a ballare al meglio, stante che abbiamo due altezze parecchio differenti che è un problema oggettivo.
_nni con la sua scuola, insieme ad un altra scuola della valle hanno organizzato, domenica "la tarde" (dalle diciannove in poi) un bell'evento: concerto e letture, proezione di Un Ultimo Tango, poi milonga.

Un Ultimo Tango (Un tango màs) è uno splendido documentario che spiega e il tango e la vita di una coppia, Maria Nieves Rego e Jaun Carlos Copes, che ha vissuto un'intera vita nel tango, forse la prima coppia tanghera nota planetariamente. Prodotto da Wim Wenders e diretto da German Kral (il tango ha radici nella cultura tedesca, il suo strumento più importante, il bandoneon, era uno strumento tedesco di produzione tedesca) osserva e narra i molteplici aspetti del tango e di come esso sia uno con la cultura in cui si è sviluppato, con la vita delle persone che lo animano, con la società.
Il sodalizio artistico di Rego e Copes sopravvive a lungo alla fine della loro storia sentimentale. E' dura, ammettono (la protagonista, de facto) Maria Nieves ma è arte e lavoro. E lo afferma proprio ella che, ammette, aveva il desiderio di una famiglia con bambini e che invece si è trovata ad essere stella della danza mondiale e singola, in vecchiaia.
La società argentina e quella uruguaiana, di Buenos Aires e Montevideo, hanno ancora ruoli molto differenziati e anche pressioni e aspettative sociale che possono essere molto dure con le persone che non le assecondano (la madre di Maria Nieves le ricorda, dopo la separazione, che Juan Carlos sarà SEMPRE suo marito). Ma il tango, questa dimensione artistica straordinaria, è frutto di durezza, di miseria (mia mamma andava a prendere gli ossi buchi gettati dopo i pasti e li ribolliva, afferma la Rego), di separatezza dei ruoli. E' il paradosso che sublima, la separatezza senza la quale non ci potrebbe essere l'unione, l'incomunicabilità verbale che diventa interpretazione, connessione e linguaggio dei corpi, durezza e realtà e sentimenti e amori tre minuti. La pellicola è fatta molto bene e non è per nulla edulcorata: stelle e stalle, gloria e quotidianità, gioia e dolore, non c'è alcuna omissione politicamente corretta o favolistica. Anche per questa durezza e le ferite che essa rappresentate con garbo ma precisamente, è commovente il tributo artistico finale a Maria Nieves Rego. Un tributo di gloria, un'acclamazione che compensa i fallimenti in ciò che avrebbe dovuto essere ordinaria vita famigliare.
Juan Carlos Copes è molto dignitoso: non rinnega affatto la sua vita, la sua vita maschile. Egli cerca di trovare una soluzione al dilemma, dopo che la moglie, le impone di chiudere anche il sodalizio artistico con Maria Nieves Rego. Voglio morire col tango. Così, tutt'ora, a ottantatre anni balla il suo tango, i suoi spettacoli di tango, con la figlia.
Eredità e lascito culturali e un compromesso tra l'esclusività impostagli dalla moglie rispetti e l'esigenza di avere una partner artistica, una ballerina, con la quale ballare bene.
Non siamo a compartimenti stagni, e una partner artistica (probabilmente bella) può introdurre sovversioni che non sono ammesse dalla vita extra-tango. Meglio la figlia.
Del resto ci si può innamorare di Ayelén Álvarez Miño, bellezza, arte, energia e freschezza giovanili anche solo osservandola da una poltrona di un cinema, figurati ballandoci insieme.

8 commenti:

  1. Penso sia difficile continuare nel ballo dopo che si é stati coppia...devono essere stati molto forti per riuscirci...
    Mi piacerebbe vedere questo film.

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    1. Alla fine lei dice "Sono arrivata a una conclusione: non vale la pena che una donna spenda una lacrima per un uomo". Eh....saggezza. :)

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    2. Quando gli ormoni calano, ci si distacca dall'eros e si capisce la follia, il caos danzante che lo anima.

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    3. Si, l'eros molto spesso ottunde la logica e la ragione va a farsi benedire..ne so qualcosa, purtroppo. Penso che wuesto film sia molto bello per capire l'intensitá e l'evoluzione di un legame prima passionale e poi artistico.

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    4. Alcuni affermano che l'innamoramento sia, sostanzialmente, una forma di insania.
      Nella storia di Maria Nieves Rego e Juan Carlos Copes c'è proprio questo parallelo tra coppia nell'eros e coppia artistia. Sostanzialmente, una volta che l'eros finisce, un gran casino. Ma la stessa Rego affema che quelle difficoltà la fecero fare passi da giganti come artista.

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  2. Ciao Uo', sono passata a salutarti. È una settimana che non ho il computer, più che altro lo vado a ritirare al centro assistenza e dopo un giorno glielo riporto, e commentare dal telefono è un po' più complicato per me.

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    1. In questo luogo libertario non esiste l'obbligo di commento.
      Puoi dormire tranquilla! :)
      Scrivere dal telefono è molto più scomodo. Capisco.

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  3. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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