(Non capisco)
Questa vita è strutturalmente sana. Luce, sole, un'estate comunque temperata e ventilata, nonostante i calori merdafricani., inverni più miti.
L'alimentazione sana e ricca di varietà, prodotti con sapori del solleone, sodi e squisiti.
Ieri sera in trasferta a Diamante osservavo l'età media decisamente bassa. In spiaggia ho visto relativamente numerose giovani madri con tre o quattro figli.
Osservavo molte giovani donne piacevoli o belle. L'estate del sole sulla pelle, negli occhi, seni sodi e sorrisi di avorio bianchissimo su volti abbronzati.
Sarebbe un paradiso.
Notavo molte persone, anche giovani, forse più femmine che maschi, in sovrappeso anche grave. Corpi flacidi e molli e grasso che toglie vigore, energia, carica di peso giovani vite che dovrebbero sprizzare e fare salti e lanciarsi.
Forse un compensare col cibo dispiaceri, malinconie, _lla, cara amica di Lamezia, mi ricordava che la maschera del sorriso cela inquietudini e la cupezza della tragedia, siamo ancora anticamente greci, diceva.
Sarebbe un paradiso.
Passiamo, ogni giorno, un po' di minuti a raccogliere rifiuti, spiaggia, vie, in acqua, tra gli scogli, ovunque. Una madre ha lasciato in spiaggia il pannolino colla merda del figlio. Questo, povero, è già segnato.
Sarebbe un paradiso se questo inferno di plastica di ogni sorte non fosse così diffuso e ormai stratificato. Qui la percentuale di gente con testa inferiore alla plastica che maneggia è ancora più alta.
_uda mi indica colline dove trent'anni fa c'erano boschi di querce e ora, dopo lustri di incendi ogni estate, prati con qualche arbusto qui e là, sembra che solo il merdoso ailanto riesca ad espandersi. Anni di incendi appiccati per colpa o dolo.
Sarebbe un paradiso.
Nel funesto boom del tumore speculativo edilizio tra l'introduzione dell'euro e il 2009, Calabria, Liguria ed Emilia Romagna furono le tre peggiori, in cima alla classifica, per consumo/distruzione del territorio.
Non capisco la crosta cementizio catramitica in crescita da lustri che si stende su tutta la costa, il tumore di orripilante e raccapricciante edilizia dozzinale litoranea.
Come possono aver violato così questa terra di bellezza sconvolgente, fertile, ricca di acqua fresca dolce chiara? Vedo bellezza di genti mischiate da mille invasioni in giovani donne, volti tratti greci, normanni, albanesi, saraceni.
In esercizi e botteghe osservo generosità insolite e cordialità e sorrisi che ho perso da lustri nei nostri nonrapporti atomoindividualizzati di commerci in grande.
L'efficienza ci ha fottuti perché come abbiamo deturpato la terra che ora è costipazione padana qui non ci sono (ancora) riusciti, anche la devastazione ha un ché di sgarrupato, di casuale, caotico, non ancora industriale. Devastazioni più inefficienti.
In tardo pomeriggio saliremo in montagna.
Là c'è un residuo di Calabria più selvatica, più schiva.
Dall'alto vedremo tutto, saluto al sole che tramonterà nel Tirreno.
Sarebbe un paradiso.
Non capisco.
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3 ore fa