Non servono miglia e porti lontani. Gli odori forti di spezie, di vita sono qui, dietro di te. In cammino verso l'oltre, terre così vicine e inesplorate. Passo dopo passo.
Mia madre si sfoga con me: fa molta fatica a far seguire a mio padre ordinarie pratiche di igiene personale e di lavaggio dei capi di abbigliamento. _civa, che aveva problemi simili (più gravi ancora) con sua madre mi disse che è uno dei segni di demenza senile (ora nota come Alzhaimer). Ho provato a intervenire, papà fa il bastan contrario, accampando disparate e bislacche motivazioni: mi ha scritto ieri in primo pomeriggio concludendo con un... buonanotte. Brutta cosa diventare vecchi, peggio quando si diventa un problema per altri: si ritorna bambini senza voler essere trattati come tali.
Domenica, tornerò a trovarli (da dicembre 2019), conosceranno Rosa Canina. Mia madre è in fibrillazione perché teme le "brutte figure" con Rosa Canina, appunto.
Negli anni settanta ed ottanta imperversava in Italia la "industria" dei rapimenti. Come la stroncarono? Annullandone la motivazione, il propellente: con il blocco dei beni delle famiglie dei rapiti. Ai tempi dei sinistri governi scafisti - i razzisti anti Bonino, Renzi, Letta, Boldrini, Gentiloni, etc. i morti in mare furono il 2% ca. su alcune centinaia di migliaia di stranieri im/deportati da questi in Italia, Europa. Col governo giallo verde, sia pur con la sua resistenza alle acquine di rosa, il traghettaggio e le conseguenti morti in mare si ridussero al minimo. Questi e i loro militanti seguaci sono personaggi squallidi, con il pelo così sullo stomaco e la stupidità di tutti coloro che odiano la realtà, la storia, il raziocinio; da sempre, considero i mandanti e gli apologeti di queste morti in mare. Sul FQ, ieri, ho trovato questo commento, che ben descrive il ripugnante ricatto morale che questi sadici invasati "miglioratori del mondo" applicano alle genti italiane ed europee per i loro squallidi e sinistri obiettivi, per il loro ego.
"In USA circola questo indovinello. “Una donna al funerale della madre vede un uomo che le piace. Pochi giorni dopo la donna uccide la sorella. Perché?”. Risposta: per avere l’occasione di rivedere l’uomo, stavolta al funerale della sorella. Il test valuterebbe la capacità di ragionare come un sociopatico. Anche se il suo valore diagnostico è nullo, questo gioco di società dà un’idea di come funziona la mente sociopatica e quali azioni porta a compiere. Incluso l’uso strumentale della compassione per i defunti.
Aiuta a comprendere come qui si commettono degli omicidi, favorendo e lasciando accadere naufragi e annegamenti, per forzare il consenso all’immigrazione che ci viene forzosamente imposta. Per esercitare un ricatto morale, colpevolizzando la persona comune. La violenza dell’immigrazione forzosa, violenza nei confronti dei paesi di arrivo e di provenienza, usa il sangue degli imbarcati come lubrificante propagandistico. Le accuse di concorso morale, “vergogna”, “li avete uccisi voi con la vostra durezza di cuore”, sono rese possibili da mezzi aberranti, come per la donna del test. Autentiche menti tarate in senso sociopatico, che predicano l’umanità e sono alieni all’umanità, come se fossero, loro sì, non di un’altra razza ma di un’altra specie."
Una cosa che osservo, nella politica che crede di poter gestire la pandemia dovuta al virus corona, è proprio uno jato ideologico tra coloro che pretendono di voler mettere tutto sotto una campana di vetro (una delle espressioni con cui si manifesta il sinistro "nessuno rimanga indietro" che non è altro che il duale di "nessuno vada avanti") e coloro che non si adattano a questo appiattimento securitario o che lo subiscono con nefaste conseguenze. Alla radio, l'altro giorno, sentivo una tal ministra che, nel solito salotto mediatico radiofonico "per bene" (che significa "Qui siamo tutti puri e migliori nella ortodossia progressista/liberal/arcobalenga"/cattocomunista) compiaciuta affermava che i disabili devono avere priorità nelle vaccinazioni. Ora, lasciamo perdere il fatto che esistono
moltitudini di falsi invalidi/disabili/etc.
disabilità che non comportano alcun fragilità rispetto al virus corona (ad esempio, la sordità oppure, ancora, il mongoloidismo, forme poliomelitiche etc.).
Questi ragionamenti buonistici antidiscriminatori in realtà sono assai discriminatori in quanto, considerata la scarsità di vaccini se discrimini a favore di certe categorie stai discriminando a discapito di altre: hai vaccinato un ritardato mentale, crepa un benzinaio oppure un radiotecnico.
Quale sarebbe il vantaggio? la giustizia?
Questi approcci superstiziosi, buonistici, sinistroidi/progressisti sono tanto stupidi quanto pretenziosi di essere migliori, per il compiacimento di questi pecorari (pastori) scadenti.
Aggiungo un paio di cose:
nei protocolli di emergenza, in caso di impossibilità di salvare tutti, ci sono regolamenti assai chiari che, ad esempio, prevedono di salvare un giovane rispetto ad un anziano
in una situazione di crisi forte è bene che le persone che possono portare avanti la baracca, abbiano risorse ed energia per poterlo fare perché così facendo possono salvare altri a bordo della baracca
L'ugualismo (e le discriminazioni che da esso derivano) non perde un'occasione una di manifestarsi come non plus ultra della stupidità e la peggior strategia politica possibile, come la storia ha innumerevoli volte già dimostrato.
Poiché questo orribile ciarpame edilizio non è squallido a sufficienza, per far vedere tanta bellezza, hanno deciso di togliere il fioc alle potature cotton fioc.
Sveglia presto, stamani e poi su al campo e bosco di Rosa Canina. La rosamobile era piena di attrezzi, cassette vuote, concime, buon animo, energia.
Mentre ella concimava, zappava etc. io ho fatto legna. Giornata di splendido tempo nuvoloso e via via più cupo e freddo.
Abbiamo caricato attrezzi e una settina di cassette di buona legna e via verso casa proprio in tempo per prendere solo le prime goccie. Scendendo abbiamo visto un capriolo albino!
Ieri avevo preparato il gulasch alla Zirmerhof, oggi una polenta grigia (Plenten in tedesco sudtirolese, scoperta di ieri, leggendo quel libro di cucina), cicoria e tarassaco saltati in tegame, un po' di tarassaco (fresco) pure nella misticanza al balsamico e cipollotto d'apertura.
Cucinare sulla cucina economica, al fuoco allegro della NOSTRA legna, un piacere senza prezzo, il nostro desco, alle diciotto, silenzio, profumi sapidità e la gioia del fuoco e di un buon rosso l'incoronazione.
Ore felici.
Rosa Canina è già salita su nel letto, finisco qui, un buon legno ancora nel fuoco e... buonanotte.
Sono capitato, stanotte, su una pagina che mi ha ricordato una orribile questione che mi colpì, per la sua nefandezza, una delle molte per cui non ebbi e non ho tempo di spippolare alcunché: l'effetto sinergico e nefasto di dirittismo, tecnologia, disonestà intellettuale, diritto storto nel suo progredire verso la barbarie.
In linguaggio sinistrese si potrebbe definire sessista, discriminatorio. Padri utilizzati, da tante femministe e progressiste a ciance e reazionarie nei fatti (patrimonio era il dovere dell'uomo a contribuire alla sussistenza della famiglia) come bancomat. Ora pure come spermomat. Ecco, ora, entrambe le cose, con la seconda come mezzo per ottenere la prima.
La solita robaccia progressista/ dirittista che riformula, come presunti diritti ciò che non lo è, trascurando, ancora una volta, il fondamento etico ed ecologico della umanità, il fatto che un bambino abbia un papà e una mamma. E' proprio un miscuglione tossico tra passato/restaurazione (il dovere patrimoniale) e il progresso, l'insindacabile e univoco "diritto" (?) della donna di decidere, al bambino di subire queste stronzate egoiche di alcune problematiche. Il tutto in una disonestà intellettuale sconfinata condita da una nauseabonda glassa dolciastra ("quegli embrioni creati in un contesto di amore").
Ah ma stai facendo un'analisi marxistica che considera solo gli aspetti economici...! Hai ragione: quasi certamente è ancora peggio, c'è la volontà di potere/sopraffazione, una hybris tra femminismo e Faso tuto mi!, il dirittismo a senso unico (il doverismo applicato al soccombente, ovviamente, rimosso in primis dal lessico). Si potrebbe fare una misura efficace: togliamo il dovere di mantenimento e vediamo quante di queste problematiche continuerebbero: rimarrebbero quelle più gravi.
Postilla Ovviamente tutto questo comporta che sempre meno uomini sposino donne e abbiano prole. Questo comporta sempre più donne con problemi, squilibri esistenziali, spesso risolti su un piano di esacerbazione dell'antagonismo nei rapporti con gli uomini. Di cosa succede a molte cretine già scrissi.
Mi sorprende come vadano le cose con Rosa Canina. Ormai sono passati più di due anni e mezzo dal nostro primo incontro, mercoledì 15 agosto 2018. Eppure questo fine settimana, così casalingo, calmo nei tempi, focolarino ci ha stupito per questa voglia, ancora vivace se non irruente, di gioire di piccole cose, dello stare insieme. Io che temevo la quotidianità mi trovo a essere felice per cose del tutto ordinarie, se non irrilevanti fatte insieme: cucinare, piegare le lenzuola, imbottigliare il vino, accendere il fuoco o portare la cenere giù nei secchi per i campi, andare al mercato contadino, pulizie, acquisto e invasamento di qualche geranio, riposare il pomeriggio. Ancora i nostri corpi e menti si desiderano; ancora ci facciamo scherzi cretini e ridiamo proprio come scemi. Mi ricordo un articolo, sulla noia, che lessi, quando avevo a che fare con il mio bipedino. L'assenza di distrazioni apre nuovi orizzonti inaspettati, produce novità e scoperte, riattiva i sensi, stimola la creatività. In casa, senza possibilità di distrarsi con viaggi, escursioni, eventi con amici, ci siamo dedicati ai sensi della lentezza, alla nostra dipendenza, un far l'amore fino a scoppiare, come se fossimo bulimici di questa inaspettata lussuria, voglia di noi. Il tempo tra un banchetto e l'altro a riposare e fare piccole, stupende, banali cose ordinarie e poi riprendere le abbuffate. Osserviamo tutto ciò, tra l'essere felici e perplessi: durerà?
Ultime precipitazioni significative,a casa, venerdì 22 e domenica 24 giugno. Sabato 11 aprile le prime piogge di una qualche consistenza. Oltre due mesi e mezzo senza acqua, solo vento, freddo, calco, mite, ma sempre secco e vento, fessure larghe due dita nel terreno, incendi boschivi. Finalmente un po' di pioggia!
Non mi capcacito come, nel linguaggio comune, non so se anacronistico o stupido, il tempo con precipitazioni venga indicato come brutto tempo. Forse cambierebbe se qualcuno iniziasse a non avere più acqua corrente quando, sotto la doccia si sta risciacquando lo shampoo o a metà della pentola in cui vuol cuocere la pasta. Quel che mi preoccupa, nel mutamento climatico, più dell'aumento delle temperature, è la rarefazione e la concentrazione delle piogge in periodi sempre più ristretti, intensi se non eccessivi e rari.
Bella camminata, ieri, di alcune ore, iniziata come una passeggiata, poi siamo arrivati fino al borgo là in fondo, e ritorno. Ehssì che avevamo iniziato con una passeggiata senza pretese, qualche passo... Siamo riusciti ad osservare pure qualche peonia selvatica, molte delle quali assai sofferenti per l'aridità di due mesi di vento e secco, senza precipitazioni. Abbiamo visto qualche foto storica (1945) e l'Appennino era brullo, spelacchiato, con un centesimo degli alberi attuali, un trentesimo dei boschi, campi di seminativo ovunque. Torneremo a quella orribile desolazione?
Il sole ci ha cotto. A casa, poi abbiamo acceso il fuoco, ci era venuto freddo. Abbiamo mangiato in tre, Rosa Canina, _zzz ed io, poi è arrivato anche UnBipedinone, un piatto di pasta e ceci, minestra asciutta, rossa, tanto rudimentale quanto equilibrato e squisito, nei suoi sapori, consistenza e profumi di rosmarino. Anche tornare ad un desco con amici (uno) è stato un avvenimento!
Il proprietario mandante della "potatura" si sarà fatto qualche domanda sulla bontà dell'aver ridotto quella magnolia ad una forcella spelacchiata, magnolia poi ovviamente crepata!? Forse è ancora al bar a raccontare che le potature "robuste" rafforzano gli alberi.
Ci separano tredici mesi e mezzo da quel venti febbraio 2020. Pensavo al silenzio, alle strade vuote, in questi fine settimana nei quali il blocco dovuto alla pandemia viene in buona parte rispettato. Riflettevo, con Rosa Canina, venerdì, a pranzo, in loggetta, di come sia cambiata la mobilità due anni fa, cento anni fa, aprile 1921, ora, aprile 2021. Questo riduzione brutale della mobilità liquida e impazzita, quella per cui c'erano nefandi aerei a basso costo che ti portavano a pranzo a mangiare il pesce a Catania e la sera eri a casa, c'erano i pendolari aerei, il sabato sera a Berlino poi torno. Il mio orizzonte logistico, in questo periodo, è passato ad un pendolare una trentina di chilometri per il lavoro - ormai evento di frizzante libertà - durante la settimana, ad una mezza dozzina per le vettovaglie, il sabato, per andare al mercato contadino.
Era deserta la strada, oggi, solo questo maledetto sole e vento secco e freddo, più due mesi che non viene goccia, qui, già scoppiati i primi incendi boschivi: deserto, azzurro, sole, silenzio. Anche le vie della città erano silenziose, sole e polvere e merda e piscio canini stratificati. Anche il cielo è silenzioso, senza quel cazzo di traffico areo impazzito che ti cala rumore pure dall'alto.
Sono tornato ad una mobilità un ventesimo, un trentesimo di quella precedente, a contar i pieni, morto il tango e l'andar per monti o in qualche borgo perso tra boschi, colli e spazi. C'è nostalgia per tutto questo, certo. Molto mitigata da questo amore grande e bello che mi ha baciato in questi mesi, al fatto di aver avuto la gioia di una piccola famiglia che si è ricreata, stare così bene con Rosa Canina, in questi giorni semplici di ritmi quasi monacali, lavoro, casa, dormire, le faccende domestiche, il dolore per l'abbattimento dei miei amati alberi - mi sono persino ammalato, per un paio di giorni. Il focolare che ha preso sopravvento su ogni divertimento, ogni esotismo. Nell'aprile 1921 la mobilità era ancora più drasticamente ridotta, anche la mezza dozzina di chilometri per andar al mercato del paese di là un'occasione speciale, rara, che andar a piedi per tre ore al giorno ti lascia tutto da fare, ti consumavan le scarpe che poi non ne hai più. Abbiamo ancora possibilità impensabili anche solo fino a settanta anni fa.
Gli effetti di questo virus sono stati pesanti per gli affetti persi, per i veci lontani che invecchiano senza abbracci, per la sciagura economica per molti, ma io voglio rimanere e tornare alla nostra umanità. Durezza per molti perché questa parziale stasi ci ha costretti all'introspezione, a ritrovare noi stessi, allo stare dentro di sé e non fuori di sé e, spesso, tuto questo è vissuto male, se non malissimo, terrificati da antiche ferite che tornano, dall'apparire dei limiti.
In questa festa equinoziale, della primavera, della Pasqua, rinascimento cristiana, ancora siamo affacciati al mistero della vita e morte. Il non poter divertire, divergere, dis-trarsi diventa esercizio spirituale forse mal voluto, mal sopportato. Eppure, in questi relativamente aspri frangenti, abbiamo la possibilità di tornare a osservare, con attenzione, il fluire della vita, della morte e poter iniziare a gioire di piccole cose. così sottili e inebrianti nella loro pienezza di umanità, di sensi, di piccole e così grandi attenzioni. Possiamo tornare anche a volerci bene.
Possiamo tornare ad osservare la continuazione dei cicli, la sorella Morte tornare con la sua falce, a far spazio a nuova vita.
Qui intorno all'ufficio la galleria degli orrori ha sempre cose peggiori. Cammino e scopro, di giorno in giorno, potature allucinanti in una gara senza fine alla barbarie.
Devono aver deciso che in questa facciata esposta a meridione l'ombra è una cosa negativa, tanto ci sono i condizionatori. Bisogna esporre quesa edilizia di gran pregio, la sua bellezza stupefacente. A noi, poi, i rami bassi ci fanno proprio schifo. Ecco, che di anno in anno, le prodezze del maestro potatore aumentano, acquista scale via via più alte e riesce a togliere nuovi rami, nel processo inarrestabile di cottonfiocchizzazione:: siamo ad un 60% di tronco privo di rami: aaah, proprio bello! Essi hanno anche estro, sono creativi: uno dei rami degnati di attenzione, non è stato potato a tronco, è stato lasciato un moncone di un'ottantina di centimetri. E' bello esprimere la propria creatività.
Curiosità nello sperimentarsi. Curiosità di provare i limiti. Andare oltre, li dove non sai dove finisce la mente, inizia il corpo, dove pulsa il ventre e le tempie, palpiti di sangue ed emozioni. Fino ad arrendersi.