mercoledì 30 giugno 2021

Sardìnnia: San Pietro in Sorres - 5

(Sardìnnia: Sant'Antinu - 4)

(unuomoincammino)

A pochi chilometri da Sant'Antinu, su un poggio, ecco San Pietro in Sorres, capolavoro del romanico pisano in Sardegna. Tempo addietro venne ricostituita una comunità monacale, benedettina. Siamo incappati, lunedì, dell'ordinazione di un monaco, don Angelo. Quanti lustri passeranno ancora per il prossimo!? Da cinque son diventati sei. Quanti anni e anni passeranno ancora!?
Una scelta così radicale, metafisica, assoluta. Tre dei sei anziani ("tenevan l'anima coi denti," ha detto, sagace, Rosa Canina).
Siamo rimasti incantati, storditi dall'evento. Ancora, qui, il tempo, la dimensione dello spirito così invalsa per noi. Anche il peso di sentire la propria comunità che si consuma, si rattrappisce, muore.
Siamo rimasti in silenzio, attoniti, nella strada verso casa, noi, il vento, la bellezza intorno del vuoto silenzioso, luccicante di meraviglia.

4 commenti:

  1. In un certo modo è interessante osservare la diversità nel pensiero. Io trovo la tua posa da "Foscolo del Terzo Millennio" estremamente fastidiosa. Perché per me è normale pensare come gli antichi che "tutto scorre", che l'acqua del fiume fa girare la ruota del mulino e sopra le rovine si costruisce il nuovo, se si ha la capacità di immaginare e di fare. Godi nel guardare i segni della morte e il vuoto su cui infuriano gli elementi. Nella migliore tradizione del vero "turismo", che appunto storicamente significa mandare in giro ricchi sfaccendati ad ammirare desolazione, rovine e miti pastorelle o pastorelli, a seconda dei gusti. Grazie per avere fornito ulteriore conferma sperimentale che il "turismo", nelle premesse e nelle conseguenze, è una delle peggiori aberrazioni prodotte dalla cosiddetta "società occidentale". Tanto peggiore quanto più ha la pretesa della "kultura" con la "k" e nel tuo caso, la posa elitaria.

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    1. Interessante osservare le vs. proiezioni, Nessuno. Io "godrei" nel guardare i segni della morte.
      Mah.
      Ho scritto che siamo usciti attoniti e silenziosi, non sorridenti e zufolanti. Ho scritto "peso" del sentire la propria comunità che si consuma, non leggerezza e giubilo.
      Le parole non hanno più alcun significato!?

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  2. quanto era importante la fame nel sorreggere le vocazioni, anche da NOI, qui nell'eremo si stenta, purtroppo si stenta

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    1. La possibilità di vivere di altro ha millesimato le vocazioni. Molte delle quali erano di persone che pur di non morire di stenti e/o di avere accesso a qualche forma di cultura prendevano i voti (dopo l'unità nazionale si aggiunse la possibilità di diventare carabinieri).
      In questo caso, tolte queste fonti di "inquinamento vocazionale" possiamo aver ragionevole certezza che la scelta di don Angelo sia sincera.

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