giovedì 14 aprile 2022

Carlo

Se ne è andato ieri. Penso che se ne sia andato un pezzettino di quell'Italia della prima parte XX secolo che caratterizzò il dopoguerra.
Mio zio era una di quelle persone (montanare) che avevano resistito alla fame, parsimoniose, estremamente ingegnose e laboriose, sociali nel poco tempo libero: ricordo i canti degli Alpini, i suoi frizzi alle tavolate di famiglia, colla nonna e tutta discendenza, così numerose che dovevano mettere insieme più tavoli sul somàs e i suoi racconti; egli aveva in grande simpatia l'Emilia solare e ballerina. Era una persone cordiale e severa, temprato.
Classe 1929, era la memoria culturale, inconsapevolmente antropologica, etnologica, della famiglia (da parte di mia madre), degli antenati di quel ramo. Conosceva usi e costumi, le tradizioni, i termini dialettali per cose, usi, tecniche che non ci sono più, fu anche contadino a dare una mano al nonno, prima di diventare camionista (portava le mele dal Trentino a Roma, con quei piccoli camion, attraversando le stradine impervie dell'Appennnino, ancora prima della costruzione dell'A1, ci impiegava due giorni per verso), poi meccanico, aprì la sua piccola officina, quindi anche benzinaio e legnaiolo e orticolo e conducente per auto (non servizio taxi , ma ciò che ora si dice NCC) e ... . Se avesse potuto lavorare diciassette ore al giorno lo avrebbe fatto.
Quando iniziava a narrare (sai, Orsone, era il cinquantasei quella volta passai per il Modenese e quando arrivai a Fiumalbo, c'era così neve che mi si bloccò il camion. Allora...)  io ne rimanevo affascinato.  Un giorno pensai che avrei dovuto intervistarlo per evitare che quella cultura se ne andasse con lui, non ci sono riuscito, il tempo fugge ed è fuggito.
Era anche un tecnoprogressista fenomenale: fosse stato per lui egli avrebbe trasformato (devastato) quel cantone di Alpi Retiche come il turistificio romagnolo. Nulla lo allettava come nove strade, nuove costruzioni e qualsiasi segno di "crescita". Persone che erano uscite da fame e povertà, da mille tiri di cinghia, avevano un rapporto affettivo colla crescita degli anni 50, 60, 70, erano innamorati di ciò che li tirò fuori da una vita così dura. I disastri, spesso irreparabili, di quel nefasto boom erano irrilevanti, anzi... .
Ho bei ricordi di lui. Riposa in pace, caro zio. Te lo sei meritato.

7 commenti:

  1. Aia ovvero area "cortiliva" per alcune lavorazioni agricole e di altro tipo (lavoraazione della legna, riparazione degli attrezzi, battitura per la sgranatura dei cereali, ...) all'interno di edifici rurali.

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  2. Condoglianze
    Mi fai venire in mente il mio caro zione

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  3. Un uomo dal quale c'era molto da imparare!

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    1. Nel viaggio di venerdì, osservando fuori dal finestrino i disastri in ulteriore crescita, ho avuto anche il pensiero che anche quando generazione di stakanovisti ha avuto grosse responsabilità nel realizzare il fottuto enorme elefante nella stanza.

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  4. Ti mancheranno sicuramente quelle parole che solo lui usava perché questo fa parte del lessico familiare. Un abbraccio.

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    1. Più che lessico familiare era lessico culturale locale.

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