- C'è una milonga, in centro. E' la milonga del cuore, del mio cuore. Mi piace un sacco l'accozzaglia di artistoidi, squinternati, stranieri e tangheri anima e cuore che la vive. E quell'atmosfera bohemien che adoro. E la dimensione e il fatto che sia incastonata come una rubino nella corona medievale della città e il contrasto tra le strutture industrial metalmeccaniche per il teatro e gli affreschi, e il parquet un po' graffiato di sacada e tacchi e di amori di tre minuti e la luce soffusa.
Ventisette mesi, era il sabato 15 febbraio 2020, sono tornato ad amarla pazzamente, sabato. Come una splendida amante, mi ha fatto attendere, prima di poterla riabbracciare. Dentro il covo di musica, firulete, nero, rosso, oro, velluto nero, veneri, bandoneon e piano di Lucio De Mare e grazie danzanti, la Dolce Vita.
La mia anca ha posto dei limiti al mio trasporto, passata mezzanotte, non reggeva più, a malincuore, sono uscito, ho abbracciato Rosa Canina e ce ne siamo andati - un po' di scariche di sbaserozzi grassi - qualche passo sotto i porti e poi via felici, colla rosamobile, nelle strada nera e vuota, insieme verso i colli, verso casa.
La mia anca ha posto dei limiti al mio trasporto, passata mezzanotte, non reggeva più, a malincuore, sono uscito, ho abbracciato Rosa Canina e ce ne siamo andati - un po' di scariche di sbaserozzi grassi - qualche passo sotto i porti e poi via felici, colla rosamobile, nelle strada nera e vuota, insieme verso i colli, verso casa.
Mi fa piacere, che tu abbia ritrovato l'atmosfera e l'empatia con un micromondo dei tuoi.
RispondiEliminaE' già tanto, nel tempo in cui viviamo.
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Quel micro mondo è così esteticamente, edonisticamente macro. Sì!
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