giovedì 4 agosto 2016

Compianto

Sabato ci eravamo riproposti di... fare alcune spese. Ci siamo divertiti anche solo a pensare la cosa perché quando ho sentito il termine shopping è arrivato il mio primo cazziatone cruscantico e da quel punto ella è entrata in modalità bastian contrario, con tutta una serie di buffi siparietti provocazione - cazziatone.
Odio buttare via il tempo in acquisti ma, si arriva a un punto in cui non è possibile procrastinare ulteriormente le spese.
La città aveva già le vesti di un fine settimana di fine luglio e così ci siamo ritrovati anche turisti tra i turisti e pochi altri. Io amo le città meno affollate o vuote, hanno un fascino inusuale. Il lupo perde il pelo e non il vizio - così ci siamo presto fatti distrarre.
Prima l'ho invitata a vedere quel capolavoro di geografica e araldica una sorta di bomboniera barocca policroma che è il chiostro dell'Archiginnasio in cui si capisce veramente come l'Alma Mater e le Università erano considerate il luogo della conoscenza universale.
Più tardi, nelle piccole stradine delle leccornie e del cibo pregiato, arcimboldesche vetrine di barocco gastronomico - la madre di mio figlio, tedesca, osservava sempre allibita l'arte del decoro delle vetrine nella quale gli italiani sono famosi nel mondo, Germania compresa - e _mlero mi ha portato a vedere uno dei capolavori della città, il gruppo Compianto sul Cristo Morto, di Nicolò dell'Arca.
Il dolore, un grido pietrificato, per dirla con le parole di D'Annunzio.

La rappresentazione sensuale, del dolore estremo, delle anime che diventa dolore nelle carni, nei corpi, nello spiirito, sono inusuali, scandalosi per il tempo, sconcertano ancora per attualità.
C'era il silenzio, in città, in Santa Maria della Vita, e ci siamo fermati quasi mezz'ora a contemplare non so se la rappresentazione o il dramma. Forse l'eccelso artistico consiste nell'indurre incapacità di poter scindere i due piani e nel pathos, moti d'anima e meditazioni che ciò comporta.
Paradossalmente ho trovato il Dolore, indicibile, virilmente inespresso, trattenuto e quindi ancora più violento,  solo nella compostezza di Giovanni Battista, le altre figure emanavano molte altre emozioni, anche.

Trovo più che giusto che l'opera da qualche tempo sia fruibile solo con pagamento di biglietto di 3€, un prezzo equo, direi. Ciò che ha valore deve avere un prezzo.
Abbiamo poi vagato ancora per la città, siamo riusciti a portare a termine un'altro acquisto alcuni oggetti necessari, scombussolati dal rientro nella quotidianità. Ma nulla ciò è rispetto al mistero e all'arte che lo rappresenta.



21 commenti:

  1. insomma, qui ci vorrebbe Alahambra..... :-)

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  2. Caspita...se hai accettato il giro di shopping vuol dire che sei proprio preso. :)

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    1. Come scrivevo necessitavo di alcuni beni e non potevo procrastinare ulteriormente le compere.
      Per favore, non usare quella orribile parola inglese.
      Far acquisti, far spese, far compere.
      Grazie.

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    2. dio mio che immagine, uuic dentro zara.....

      Lorenzo, è finita, i barbari tagliagole sono alle porte!

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    3. Cosa intendi con "immagine dentro zara"?
      Cosa è zara? Dov'è? In questa pagina la parola zara non occorreva prima che tu la introducessi.

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    4. Francesco

      Dunque, esiste un sito di commercio elettronico (zara) in cui, c'è una immagine che ti ha colpito molto. Suppongo si a una super sgnocca che fa da modella per ciò che vendono. Ecco, però, che c'entra con questa pagina?

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    5. Nooo è difficile che compro da zara. Si qualcosa di casual magari... comunque per la qualità che esprime non è certo economico.

      E da decathlon è ovvio che vado anche io, lì compro le scarpe da calcetto (non quelle da running)

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    6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Ho usato apposta la parola shopping, Uomo...si lo so che é fastidiosa ed appunto l'ho usata per descrivere il fastidio infinito a cui tanti uomini accoppiati devono talvolta sottoposrsi per far felici le compagne. :)
    Fare compere é corretto ma suona piú da massaia al mercato e non rende il concetto allo stesso modo. :)

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    1. Ero io che avevo necessità di acquistare dei beni, non _mlero.
      Qualsiasi suono e relative parole li puoi associare ad un ampio intervallo di significatio ed emozioni.
      Se inizierai ad associare "fare compere" a cose belle lo renderai piacevole.
      Il meccanismo sta proprio nel rompere questo condizionamento per cui certi termini inglesi sono più fighi perché inglesi.
      Inizia ad usare un termine italiano per lo stesso concetto e il termine e il suono della parola italiana diventeranno più fighi. E' semplice, ce la possono fare tutti purché... escano dal condizioanmento (che non è affatto casuale, visto trattasi della lingua della potenza mondiale, gli USA, del cui impero siamo servi e sfruttati).

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  4. Fare shopping in turco si dice alışveriş yapmak.
    Questa espressione largamente usata mi richiama alla mente questa canzone Mühim değil che, devo dire, mi piace molto.
    tım gereksiz

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    1. Dunque i turchi hanno, fortunatamente, una espressione nella propria lingua (come in italiano è fare spese, fare acquisti o fare compere).

      Direi che nel video c'è una Turchia deislamizzata che tenderà a sparire molto presto. Mah.

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    2. > non è mai esistita

      Quando andati in Turchia (nave in andata, in treno al ritorno) osservai una Turchia rurale ed una Turchia urbana molto diverse.
      Diciamo che esisteva certamente e io ne sono stato testimone.
      Non parto certo con conoscenza recente diretta.
      Come sempre, i vertici delle società islamiche possono essere abbastanza deislamizzati, come esiste una certa parte urbana delle società islamiche che è islamica di forma, non so quanto di sostanza (gran parte degli isliamici feroci lo sono pubblicamente, è una religione troppo moralista e severa e gli atteggiamenti formali NON sono quelli privati, sostanziali e purtroppo l'ortodossia è ufficiale, pubblica).

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    3. La questione è sporca, spuria, Lorenzo, non pulita, definita in modo netto come sostieni.
      Sebbene la deislamizzazione della Turchia fu scelta da Ataturk e quindi "calata" sul paese che rimane profondamente islamico (parte sommersa del ghiaccione) è vero che ogni nazione è il risultato di una o più guerre condotte da una parte di un paese e in una visione di una parte dei vertici.

      Voglio essere cinico e non c'è un patto fondante neppure nei condomini dove le persone dicono e votano una cosa e poi ne fanno l'esatto contrario.

      Lo Stato stesso è una struttura che non può essere popolare nel senso che di certo non solo non va a genio a tutti ma che incontra mille difficoltà e contrarietà.
      I No Borders sono dei giovani viziati, vengono da famiglie abbienti e fanno il giochino di costruire una società bella pura e giusta (secondo i loro criteri) imponendolo a chi non è d'accordo, con loro denari. Vogliono lo stato che accolga e dia il "diritto" (?) alla casa, al lavoro (a mille altre cose) ma sono contro lo stato quando esso di determina, si esprime territorialmente, vogliono una cosa e il suo contrario.
      Come la merda islamica che vuole la modernità liquida e la combatte aspramente.

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    4. Guardare la foto 4: una donna diciamo più o meno modaiola, (consumista)a capo scoperto che festeggia e giubila per Erdogan secondo i piani del quale tra poco sarà reclusa in casa a fare figli, potendo uscire solo più o meno insarcofagata a tela.
      Osservare la moglie del sultano, che sembra una aliena (la moda islamica che raggiunge il paradosso di renderla una specie di esemplare modernist rettiliana o extraterrestre).
      Siamo al tutto e al contrario di tutto.
      Ovviamente la salsa demagogica rende tutto massimamnente appetibile alle masse giulive, questya volta anatoliche.

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    5. Io non amo affatto le masse.
      Ma ancora di meno amo le oligarchie che le manipolano e le sfruttano.
      In ogni caso mi sembra che dall'Europa (eccetto la Svizzera e alcuni paesi scandinavi, forse) non è che abbiamo da dare molte lezioni di democrazia.
      Il fatto che poi i turchi siano storicamente dei pericolosi nemici, e lo siano ancora, è un fatto.
      Ancora, salire di livello e osservare gli USA e capire perché impongonoancora un nemico pericoloso in mezzo ai sudditi europei.

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