lunedì 22 agosto 2016

Grugniti, intraprendere, limiti

Stanotte, svegliato dal temporale che ha portato un po' di acqua, finalmente, nell'Appennino di mezzo così siccitoso, riflettevo. Un po' l'ansia, non solo il vento, che mi teneva sveglio. Pensavo al giovane uomo contadino che ci ha mostrato la sua azienda, ieri, nei colli e monti della provincia di là: ha lasciato perdere il lavoro come meccanico in un'officina di una paesino non lontano da quello dove abito e, con la sua compagna, è andato là. Ad iniziare tutto da capo.
Un podere in una posizione non delle più fortunate ché quando si parte senza denari... Qualche ettaro, tutto da fare, dalla casina storta con i piccoli scuri verdi, a tornare a iniziare a lavorare i campi, il recinto per le mucche libere e poi anche quello, meno ampio, per i maiali, gli attrezzi... Io non ho quella forza di intraprendere, di buttarsi nelle novità a capo basso.
Eppure, quelle difficoltà superate, il sacrificio quotidiano e un lavoro ampio - secondo me fare il contadino è uno dei lavori più difficili, devi essere un po' fabbro, un po' veterinario, agronomo e poi ragioniere, un po' ricercatore botanico, chimico e falegname, un po' meccanico e poi commerciante ai mercatini bio di Campi Aperti e anche economo e muratore, saldatore e tante cose, quante conoscenze e abilità servono ! - li portano ad una grande felicità, ossa stanche la sera, cuore allegro, calli e pochi soldi e la sensualità e la gioia di lavorare con la vita, nella natura.
Vedevo gli occhi di _aneri brillare,  quando raccontava che il nonno suo, della bassa emiliana, riuscì a vivere a sufficienza, egli strappato dalla miseria dalla terra e operaizzato nell'industria, per vedere il nipote che tornava alla terra. Mio nonno - diceva - sprizzava di gioia quando riuscì a venire qui e a vedere quello che avevo fatto, gli animali, tutto, prima di morire. Ieri c'era anche una camminatrice, israeliana, che nei kibbutz aveva vissuto, anche se in forme diverse, quel movimento nascente - così ben descritto da Andrea De Carlo in Due di due - di una nuova impresa contadina. Sereno, _aneri, diceva che se le figlie non vorranno continuare in quel contesto, prenderà su tutta la famiglie e inizierà qualcos'altro altrove.
Io che sono restio a iniziare, che resisto al nuovo, dopo quelle ore nella terra odorosa di maiali, di prugne, col cantare delle galline-ho-fatto-l'uovo, stanotte sentivo un po' il dolore dei miei limiti. La paura del gettarmi in un'impresa, nello sconosciuto. Saranno giorni di cambiamento al lavoro: ho ansia e paura, opporre resistenza che senso ha!? Eppure è così facile per altre persone ciò che per te è invalicabile o forra orrida e oscura.
Penso ai maiali di ieri - adoro quegli simpatici cotechini semoventi - nel boschetto di roverelle, azzurrini di fanghi nelle loro pozze spa - son proprio cinghiali domestici! -  i loro grugniti allegri, il giocare dei piccoli e dei giovincelli e osservo quel loro vivere felice breve (ma non come i colleghi dei maialifici) e inconsapevole.


17 commenti:

  1. Prima o poi per noi succederà che altri decideranno al nostro posto

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    1. Probabile.
      Un po' come per quei bovini, per quei maiali.

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    2. Lessi documenti su come già veniamo trattati come bovini o suini od ovini nei supermercati.
      Esistono fini? aggressive? efficaci? non esplicite tecniche di disposizione dei prodotti sugli scaffali e di organizzazione degli scaffali che sfruttano attitudini ed etologia degli homo.
      Lo scopo è quello di far acquistare loro i prodotti meno necessari e più costosi possibile.
      Di fatto, senza che ci sia un recinto fisico, già ora la gran parte dei consumatori si muove ed acquista essendo inconsapevolmente condizionati da queste tecniche e relative disposizioni della merce.
      Proprio come pecore o bovini in un recinto.

      Io risolvo cercando di entrare meno possibile in quei luoghi e approcciandoli con la semplice e classica lista della spesa.

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  2. I cambiamenti spesso inquietano, ma a volte sono necessari...
    Sulla vita contadina che dire....un conto vederla da fuori avendone un ideale bucolico, i poveri ma felici (mah... dipende quanto poveri) ... un conto, credo viverla giorno per giorno....
    Penso che abbiano anche loro i loro bei problemi...e non piccoli...se il maltempo allaga una stalla, se le bestoe sivammalano, se il raccolto va in malora per una gelata....voglio vedere quanto ti rilassi la sera a guardate il tramonto che scende placido dietro la collina....
    Certo l'aria di campagna non é quella che si respira in cittá....ma a parte quello, credo che sia una vita dura. Come tu stesso dici peraltro.

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    1. Tutti i lavori hanno parti oscure, pesanti, noiose, faticose .
      Diciamo che è noto, in letteratura, che il lavoro sedentario è meno usurante fisicamente (ma lo è comunque) ma è usurante, depressivo dal punto di vista psicologico, emotivo.
      C'è, anche qui, questo rapporto amore-odio tra fatica e benessere, direi.

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    2. Diciamo _aneri è un contadino, ovvero libero imprenditore: egli possiede i mezzi di produzione ovvero animali, terra (non molta), strumenti: storicamente i contadini stavano assai meglio di mezzadrie ancor più dei i braccianti che erano proprio ai confini della miseria.
      Certo è condizionato dai ritmi della natura (alimentazione degli animali, loro cura, etc. non fa mungitura, i vitelli allattati dalla mucca), dagli orari/giorni dei mercatini ma non da altro.
      Sul piano delle relazioni intraspecie, in confronto ai rapporti di lavoro dipendente ha un numero straordinario di gradi di libertà.

      > lavorano il doppio per un decimo dello stipendio.
      _aneri diceva che con una famiglia di quattro, sostanzialmente va in pareggio.
      Rispetto ad altre imprese contadine che chiudono meglio.
      Il problema della riduzione del reddito è generale ed è un processp iniziato dalla seconda metà degli anni settanta e molto accentuatosi.
      In realtà begli anni dello sciagurato boom e fino a tutti gli anni 80 il tenore è stato troppo alto e pompato da un deficit annuale pazzesco che ha accumulato un debito che ora pesa su di noi.
      Come osservi un deficit non solo pesantissimo ma che invece di diminuire (tassi bassissimi ora) continua ad aumentare drammaticamente.

      Siamo nella merda che sale dal collo e i politicanti catechizzano il_bobbbolo facendogli credere che le cose stiano migliorando.
      Poi Renzi va a tirare le giacchette per far più deficit.
      Siamo alla follia.
      I No Borders fanno parte di questa patologia sociale e politica che cerca di distruggere le nostre società. Essi lavorano sul fronte demografico, di frantumazione sociale per innesto forzato di alloctoni incompatibili.

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  3. Nota
    Ho corretto qualche parte del testo, scritto ieri un po' di fretta.
    Una frase faceva proprio a pugni con la consecutio temporum.
    Buongiorno!

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  4. > il maiale, che per inciso puzza più di qualsiasi altra cosa

    Il maiale è un animale pulito. Il fatto che sia considerato sporco è dovuto al fatto che la maggioranza dei maiali sono quasi immobilizzati in spazi angusti nei quali essi stanno sulle/dentro le loro urina e feci. Ma questa NON è la loro etologia né il loro comportamento naturale. Infatti i cinghiali non solo sono puliti ma hanno pratiche comuni di igiene personale: avvoltolarsi nel fango e strofinare il pelo suy alpberi, possibilmente su conifere resinose, per mantenersi liberi da parassiti.
    L'azienda che abbiamo visitato domenica NON fa allevamento intensivo: i maiali (penso un paio di dozzine) sono allevati allo stato semibrado in uno spazio abbastanza ampio (direi, a naso, un terzo o mezzo ettaro).
    Infatti non puzzavano.
    Le persone che tengono maiali come animali da compagnia sanno che essi sono puliti come i cani: è sufficiente educarli a gestire opportunamente urina ed escrementi.

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  5. Si può fare il contadino bene o male.
    Fare il contadino bene, ovvero non un operatore dell'industria chimica sulla terra o l'operaio superspecializzato in lattonzoli 0 -> 3 kg è difficile perché devi avere un ampio spettro di conoscenze, abilità manuali e intellettuali, spirito di osservazione, di ricerca e di miglioramento.

    Sul fatto che una parte notevole di contadini faccia il lavoro mediocremente o male li accomuna a tutte le altre professioni (personalmente ho visto notai fare dei lavori con strafalcioni grammaticali ed errori madornali).
    Chiaramente in una società che tende alla superspecializzazione (del millimetro quadrato) USA & getta in ambiti sempre più artificiali, la figura “olistica” del contadino risulta marginale.

    Quella famiglia è scappata da una vita "ordinaria" e si è gettata in una impresa contadina di livello alto (filiera completa, azienda quasi chiusa, lavoro sulle varietà, hanno del mais antico piemontese, veloce, a scarsa esigenza idrica per un po' di farina di mais per polenta bio).
    _aneri è sveglio ed è riuscito con successo a coltivare l'aglio che notoriamente è un ortaggio assai difficile.

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  6. > bisognerebbe pagare MOLTO di più le derrate alimentari

    Per inciso, io pago quegli alimenti molto di più del prezzo medio della GDO, a volte anche tre o quattro volte i prezzi inferiori.
    Mi rendo conto di essere, con altri gasisti e acquirenti critici, una minoranza (infatti ho auto vecchie, uso per il 95% del tempo un vecchio Nokia da 29€, non ho abbonamenti a SKY, etc. ovvero metto i soldi nelle cose importanti, ad esempio nel cibo di qualità da una eco-nomia locale).
    Siamo un numericamente piccolo e scomodo controesempio.

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  7. Sulle puzze non ho tempo di replicare.
    Se la cacca è di un animale che si nutre bene con cibo sano, puzza di meno.
    Più l'alimentazione è carnivora più le feci puzzano. Non so chi di voi abbia avuto la sfortuna di incappare in feci di rapaci (ad esempio sotto un loro nido). Emanano un fetore putrescente non so se orribile o nauseante.
    I maiali di _aneri, come la maggioranza dei maiali allevati bene, vengono allevati con soli vegetali (fieno, orzo, favino, etc.).
    Certamente scoveranno ancora qualche lombrico residuo nel bosco di roverelle, ma le proteine animali rimangono in quantità irrisoria.

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  8. > mollare tutto per fare il contadino è un antico filone letterario.

    La parte più benestante e colta degli ebrei europei andarono a lavorare la terra in Israele (nei kibbutz e ci sono ancora come coloni).
    Quanti dirigenti lombardi stressati ad un certo punto sclerano, strippano e vanno a fare i vignaioli o gli allevatori di Mora Romagnola o di Modicana in Gargano, a fare biodinamico in Maremma o Lunigiana, etc.?
    Certamente non vanno a fare i braccianti.
    Sono imprese contadine di livello alto, spesso con attività collaterali, come l'agriturismo, le settimane di relax e cura, l'equitazione, etc. .

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  9. > Alla fine la professione del contadino in Italia [...] che DEVE ESSERE IMPOSSIBILE

    _aneri mi ha detto che in quella provincia si sono accorti che la ipernomazione stava distruggendo le piccole imprese contadine e hanno dato molti giri di allentamento della vite.
    Da questo punto di vista il "fatta la legge trovato l'inganno" è provvidenziale ed ecologico quando le leggi sono economicide per la piccola economia locale.
    Pensa, in Emilia Romagna, quanto si varia da provincia a provincia (in questa c'è ancora un notevole accanimento e una tendenza di fatto punitiva sulle piccole imprese contadine).

    Inoltre, in quella provincia, hanno dato un pesantissimo giro di vite sugli ungulati che sono la dannazione degli agricoltori di collina e montagna.
    Pesante riduzione dei cinghiali, ad esempio, che ora non si vedono quasi più.
    Inoltre un bracconaggio intelligente che preda altri capi senza arrivare all'estinzione.

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  10. Nota 2
    Aggiunta questa pagina alla categoria "gas".
    La visita trae origine dal gruppo di acquisto solidale (v. qui "Il vitellone") e alcuni gasisti erano anche presenti, domenica.

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  11. Lorenzo, sei troppo ideologico. Gli esempi della realtà che cito non ti vanno bene.
    L'orizzonte politico nella mia società ideale è quello dei cantoni o delle province. Quindi anche l'eco-nomia, i mercati, energia, acqua, rifiuti. Anche l'agricoltura.

    Con i GAS rompiamo la filiera lunga speculativa e globale e facciamo proprio quello: pagare di più il contadino locale che ci produca, a prezzi ragionevoli - non siamo nababbi né fighetta (vanno da Natura Scic quelli) - cibo sano, ecologico e buono.
    Siamo pochi? Meglio pochi che niente!

    Israele ha un deficit ecologico mostruoso, importa quasi tutto. Io conosco solo le arachidi e i pompelmi come prodotti agricoli esportati.

    Certamente le nuove imprese contadini devono avere una filiera più completa possibile per avere un reddito sufficiente. E attività collaterali, come alloggio, equitazione, didattica per bambini, etc. .
    Così campano, altrimenti chiudono. Anche se non ti piace e ti fa vomitare.

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  12. > No tu citi esempi letterari, non della realtà.
    >
    > Il guaio catastrofico è proprio questo, che per te letteratura e realtà coincidono.

    Non essere ridicolo.
    Abbiamo, sul non fresco, giri di oltre 10k€ di ordini al trimestre, decine di produttori e aziende e decine di famiglie.
    No, non è finzione.
    E' una realtà economica che esiste, si può andare a toccarla, visitarla, venir via con prodotti e pagarli.
    E se lo fanno decine di famiglie perché non lo potrebbero fare decine di migliaia o decine di milioni?
    Non lo fanno perché non si vuole.
    Fine delle elucubrazioni.

    Il reddito procapite diminuisce per varie ragioni
    o - trasferimento di economia produttiva all'estero
    o - debito mostruoso accumulato in passato
    o - aumento della popolazione (da tsunami migratorio) e diminuzione del PIL (meno torta e più fette e mandibolatori di fette).
    Questo + un meccanismo crescitista, non decrescitista.
    Ci sono casi famosi di paesi non certo "baluba" come il Giappone dove cittadini e paesani sono diminuiti sensibilmente più del PIL avendo ottenuto un aumento pro capite del PIL ovvero di beni, servizi e risorse a testa.

    Il nostro scopo è proprio quello che quel contadino campi di GAS, lavori localmente e produca a km 0. Vogliamo usare un termine di moda? Vogliamo un'economia circolare (esattamente agli antipodi di importare CPU taiwanesi rivendute da statunitensi o limoni sudafricani, con capitali enormi e conoscenze che escono dall'Italia e vanno a Taiwan, USA e Sud Africa).
    Eccetera eccetera.

    Francamente non capisco, Lorenzo.
    Piuttosto che incraniarti su questo e quello che non va, indica quale sarebbe la dimensione economica, la sua estensione, et. insomma il modello economico che pensi possa migliorare la realtà rispetto a quello "principale", dei grandi numeri, attuale.

    La critica e facile, l'arte è difficile.

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  13. > ci sono i deputati europei del PD che votano CONTRO l'agricoltura italiana

    Conosco bene il il problema e li avevo anche elencati, li riporto ancora una volta questi sinistranti sfascisti

    1 - Mercedes Bresso, PD
    2 - Sergio Cofferati, ex PD
    3 - Andrea Cozzolino, PD
    4 - Roberto Gualtieri PD
    5 - Cécile Kyenge, PD
    6 - Antonio Panzeri, PD
    7 - Massimo Paolucci, PD
    8 - Gianni Pittella, PD
    9 - David Sassoli, PD
    10 - Renato Soru, PD
    11 - Patrizia Toia, Partito Popolare/di frequentazioni socialiste e dalemiane
    12 - Flavio Zanonato, PD
    13 - Curzio Maltese, Altra Europa (manineicapelli solo per il nome del partito neopostcomunista)
    14 - Elly Schlein, PD
    15 - Barbara Spinelli , Altra Europa

    Quello che dico sempre, anche nel caso dell'acquisto compulsivo di berline di lusso tedesche da parte di greci e italiani, ad esempio, è che potrebbero pure vendere olio tunisino o aglio argentino (visto ieri da _mlero a Natura Sì) ma che se gli acquirenti non comprassero quei prodotti (ad esempio perché acquistano olio in filiera corta da olivicoltori di fiducia) quei prodotti rimarrebbero invenduti.
    L'acquisto è un atto policito e la destinazione del reddito un'arma, contro alcuni e a favore di altri.

    Il problema dell'uscire di casa è una questione di massa: essa può avere comportamenti gregari, di massa appunto, nefasti ma anche virtuosi.

    Certamente si potrebbe arrivare a misure sempre più coercitive come la confisca delle seconde e poi prime case per l'inserimento di "doni, ricchezze, opportunità, gioiosi fratelli e pagatori di pensioni" o la messa al bando (già in atto, peraltro, vedere campagna Genuino Clandestino) delle piccole imprese contadine a trasformazione diretta.
    Al peggio non c'è limite.
    Però l'acquisto critico è un'arma da utilizzare in questa lotta identitaria, localista, eco-nomica.

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