lunedì 12 settembre 2016

Scherzi birboni

Ecco, stare in coppia non ha soli lati negativi. Ieri è stata _mlero a "tirare la baracca" insistendo che andassimo a camminare fin su a quel monte dove un suo amico comprò un povero podere (20ha).
In questo periodo sono recalcitrante: camminare nella polvere dell'Appennino riarso, nel quale i colori sono giallo, bruno, arancione, marrone, ora e grigio mi dà ai nervi. La vegetazione e la fauna sono in grave stress dà siccità. Che orribile cosa e io odio sempre più questa africanizzazione (anche del clima). Così mi passa pure la voglia di uscire in natura ormai una orrenda savana.
Ieri abbiamo visto come quel podere avrebbe garantito, per un anno intero, ad una famiglia, la... miseria. In seguito al boom demografico della seconda metà del XIX secolo si tentò di coltivare l'Appennino in posti... grami. I toponimi come Ca' Inferno (frequente ai piedi dei calanchi), Ca' Sete, Ca' Fame parlano chiaro. Un anno così significa: no fieno, no acqua, no castagne, no orto, praticamente nulla se non la miseria. I poderi buoni (buona terra e acqua) sono sempre stati cari, molto cari e lo sono ancora: se non hai molto denaro NON li compri. Si capisce come moltitudini fuggirono in poche ore, per diventare operai in città, abbbandonando tutto.

La stimolo di _mlero è stato positivo, bella camminata e relativa sudata che alle undici già  non si stava più sotto il sole.
L'Appennino è scorbutico e la mancanza di punti di riferimento nel susseguirsi di vallette, dossi, calanchi, coste simili basati (trad.: non si vede un tubo dentro nel bosco, per quanto già mezzo defogliato con due mesi e mezzo di anticipo a causa della siccità) e la mancanza di segnaletica sui sentieri possono tirar scherzi birboni anche a escursionisti esperti. Così ci siamo persi e abbiamo impiegato un'ora e un quarto a ritrovare il sentiero verso casa. Quel punto mi frega sempre.

Poi grande festa col cibo, un mezzo coniglio fatto al forno con le patate come dio comanda.
Abbiamo dormito un sacco questo fine settimana: avevamo visto una cosa di tango interessante in città ma a prezzi folli: 'sti furbastri hanno raddoppiato i prezzi in qualche anno. Per me possono andare a quel paese: non sostenere i prezzi esosi!
Così abbiamo dormito alla grande anche tra sabato e domenica e a un quarto alla nove eravamo già sul sentiero sul versante opposto della valle, domenica mattina.
Due giorni e mezzo nei quali siamo stati molto bene.


4 commenti:

  1. Il coniglio con patate è una cosa stratosferica...al forno si mantiene morbido? Io l'ho sempre fatto in pentola, in umido, alla siciliana, con peperoni e marsala.

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    1. Il coniglio, come altre carni (bianche) magre, ha un problema col forno che riscahi di renderlo troppo secco.
      In genere si usano tecniche come la lardellatura, ad esempio. Nella ricetta (seguire il collegamento alla fonte dell'immagine) si usa un po' di pancetta per mantenerlo morbido.

      Con peperoni e marsala... mmh, pure interessante!

      Diciamo che dopo alcuni anni. Da quando il contadino ultraprolifico cattocattolico del GAS ha smesso di portarlo, era un po' che non lo sbaffavo. Ora ho troato un'altra (famosa) macelleria di montagna, che mette in rete piccoli produttori, che produce conigli come dio comanda e un paio di settimane fa ne avevo preso una meta'.
      Quindi potro' cucinarne ancora in futuro.
      Ecco qui, ad esempio la ricetta. Grazie per il suggerimento.

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  2. Grazie anche a te Uomo, guarderó sicuramente il link. Ah...la variante al marsala é la Cagnina romagnola, un vino rosso dolce che si sposa bene con le castagne e che con il coniglio sta benissimo. :)

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    1. Ecco un valido surrogato.
      In effetti in una cucina come dio comanda, non possono mancare marsale e neppure, per i dolci, il rum.

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