mercoledì 14 novembre 2012

Per la crescita contro l'austerità

  • Ne consegue, pertanto, che non è più possibile rivitalizzare e perpetuare in Italia e nell’Occidente europeo un tipo di sviluppo basato sull’abnorme e artificiosa crescita delle pratiche assistenziali e dei consumi individuali, fonti di sprechi, di parassitismi, di dissipazione delle risorse, anche perché non è più possibile che la dinamica del benessere delle popolazioni degli Stati capitalistici possa trovare uno dei suoi sostegni nello sfruttamento e nella rapina dei paesi ex coloniali.
    Intervista di Guido Bimbi a Enrico Berlinguer, “L’Unità”, novembre 1978

Sciopero per la crescita e contro l'austerità.
La demagogia populista straborda, lo sciocchezzaio dilaga senza confini.
Indetto dagli sviluppisti tutti in Europa (in Italia dalla parte maggioritaria della CGIL), da 'sta roba industrialista, progressista e modernista; quella de noantri sostiene il TAV e la repressione armata dei resistenti locali con occupazione militare della val di Susa e altre mille mila distruzioni.
Enrico Berlinguer si rivolta nella tomba (comunque la sua posizione era già minoritaria nel PCI, nulla di nuovo).
Io sono per la sobrietà serena ed edonista e contro la crescita tumorale.
Enrico Berlinguer (via villatelesio)

5 commenti:

  1. anc'io sono per la sobrietà serena.
    ma vaglielo un pò a proporre a tutti/e quelli/e che guadagnano appena appena un pò più di me - e sono tanti, io sono ai minimi possibili, sia come guadagno che come consumo.
    mi ridono in faccia e gli faccio anche un pò schifo, per ciò che chiamano tirchieria.
    è lunga e difficile la strada verso la decrescita. ma penso inevitabile.

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  2. no, già che ci penso io non sono ai minimi, c'è anche chi a cifre più basse delle mie.
    ci vorrebbe comunque un pò di appiattimento.
    dei redditi.

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  3. C'è molta disonestà intellettuale.
    Sento praticamente ovunque il leit motiv nevrotico sull'aumentare i redditi che è la forma esteriore dell'aumentare i consumi (che significa distruggere più biosfera, distruggere più "materie" naturalistiche, paesistiche e prime ovvero risorse NON rinnovabili, aumentare inquinamento e produzione di rifiuti).

    Con atteggiamenti faziosi ed ondivaghi.
    Ora non c'è più B. contro il quale si sbandierava moralisticamente l'austerità e questa (a me non piace il termine perché ha un'acceziome moralista, quaresimale, io preferisco sobrietà (media ovvero che comprende un bilanciamento tra eccessi opposti e di tanto in tanto una buona trasgressione ad essa) serena ed edonistica è sparita, anzi, le rivendicazioni pseuso classiste strepitano per aumentare consumi e a favore della crescita. L'austerità non solo sparita ma demonizzata.

    La classe operaia (?) dipendente (?) proletaria (?) che va in manifestazione perché non riesce più a consumare come prima, con l'iPhone, andando in auto da soli (e non con i mezzi pubblici) quell'auto di qualche anno che vorrebbero cambiare con una più grossa.

    Sciopero per il lavoro.
    Eh!?
    Bisogna lavorare meno, a meno reddito (e qui si incazzano di brutto tutti i molti che sono sopra i minimi) e lavorare tutti.
    Ehnnò, se ho reddito inferiore poi non posso andare più in quella palestra, devo portare i bambini a scuola a piedi o in bici, no no no.
    Ideologia feticista del lavoro anche a livello di costituzione.
    Il lavoro non è il fine della vita, è un mezzo per vivere.


    Pro crescita e contro austerità?
    No grazie.

    Poi c'è l'equità, ma questa parola non c'è in questo sciopero.

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  4. esatto sono d'accordo. non sarà facile mettersi d'accordo - e dubito che ci siano politici che si prendano questa gatta da pelare - sul lavorare meno lavorare tutti, chè qui c'è gente che non ha bisogno di lavorare avendo molto oltre il superfluo, ma valli a convincere di smettere i consumi folli!?
    e nessuno, neppure nel nostro piccolo, è completamente innocente.
    la vera rivoluzione sarà cambiare questa mentalità.

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  5. Non puoi blaterare politiche di rigore se privilegi assurdi vengono mantenuti.

    Anche se dal punto di vista contabilistico i tagli alle parti alte della piramide, in assoluto non portano granché, dal punto di vista dei valori di equità, di sprone, di rinfrancare uno spirito comunitario che è assolutamente frantumato dopo decenni di liquidità consumista (e che sono MOLTO più importanti che i numeri contabili, specie sul medio e lungo periodo) sono importantissimi.

    Ad esempio un approccio radicale sarebbe che per TUTTE le pensioni a sistema retributivo, non possano superare i 2000€ lordi al mese.

    Ci sarebbero centinaia di queste scelte politiche da intraprendere.
    Come lo STOP immediato a qualsiasi cantiere o progetto relativo a nuove strade, autostrade, TAV, pontisullostretto, e altra distruzione del territorio e della biosfera.

    Molte persone anche quelle che rivendicano controilpadronatoblablabla sono rancorose perché non possono essere al posto dei grandi consumatori. Non sono contro questa follia, sono inkazzate per la loro posizione nella piramide consumista che vorrebbero a livello superiore.

    La vera rivoluzione è cambiare questa mentalità!

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