sabato 5 aprile 2014

Fino a che Atahualpa

  • E mi avrai, verde milonga che sei stata scritta per me,
    per la mia sensibilità, per le mie scarpe lucidate…
    per il mio tempo e per il mio gusto...
    mi avrai, verde milonga inquieta
    che mi strappi un sorriso di tregua ad ogni accordo,
    mentre fai dannare le mie dita…
    [...]
    fino a che Atahualpa o qualche altro dio
    non ti dica: descansate niño, che continuo io…
    …io sono qui, sono venuto a suonare,
    sono venuto a danzare, e di nascosto ad amare…

    Alle prese con una verde milonga, Paolo Conte

(grazie Alahambra, oggi è piu' bello di mai)


Ho fatto quasi le cinque stamani. Ieri sera ci siamo visti a casa di _lia, una bella combriccoletta di cinque tanghere ed ex tanghere (sapete che la mortalità è elevata) e due tangheracci. Ciò che era il motivo per cui ci siamo riuniti è passato un po' in sordina, ridotto in un angolino dal convivio, ottimo cibo e anche da bere di primissimo livello. Insomma, il lavoro di Carlos Saura ne ha sofferto parecchio alla fine.
_ara batticuore ed io siamo usciti da casa di _lia all'una e mezza e siamo andati in milonga. Quasi due ore in milonga, gli scampoli di serata, 'sto tango non puoi solo parlarlo, vederlo, farci dei brindisi, no?! Poi ancora parole, uscendo dalla milonga, abbiamo fatto fatica ad andare via. Ogni persona che conosce club, discoteche, luoghi della musica e del ballo, sa che si crea una sorta di complicità alla fine, tra i “reduci”, coloro che sono sopravvissuti a tutto. Salito in auto prima delle quattro, sono andato a dormire a un quarto alle cinque. Oggi è una giornata di ottundimento, di tango-leg e di un po' di malinconia.
Ho una leggera tensione, una velo di ansia. Uscirò con _nia tra poche ore. Una velo di ansia da prestazione prima di una qualsiasi cosa prima di qualsiasi prestazione.
Abbiamo bevuto molto ieri sera, oggi ho quel senso di patina, di leggeri capogiri. A volte ci ingozziamo di piacere, non so neppure se per colmare altri vuoti o perché è bello, perché siamo nelle sue braccia, un po' dipendenti da lui.



3 commenti:

  1. Prego Uomo.
    Mi piace tanto Paolo Conte, la sua eleganza, quel modo che ha di ironizzare su se stesso e di prendersi in giro, quasi buttando via le sue canzoni, eppure riuscendo ad enfatizzare in questo ogni parola. E la classe, l'intelligenza musicale, la cultura...
    Ma rimango convinta che non te lo meriti :P

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  2. È la maestria, l'emancipazione dal piano tecnico (musicale e letterario) per eccellenza che gli permette di giocare, di interpretare, di indurti ad abbandonarsi alla te, a sé.
    Ieri sera ero nello stato d'animo per entrare in risonanza con "Alle prese con una verde milonga" più che altre. Ci vuole il momento giusto.
    Non bisogna aspettare troppo, però, altrimenti poi Alahambra ti spazzola come si deve. :)
    Beh, forse Alahambra ti spazzola come si deve a prescindere! =:)
    Grazie cara

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  3. Non sono molto d'accordo. Credo piuttosto che la tecnica serva a realizzare un proponimento o, se preferisci, un'attitudine.
    Prendi questo, uno dei suoi capolavori: http://www.youtube.com/watch?v=7KrzN_Nl5Po
    La senti l'ironia, il prendersi in giro, il lasciare andare la tensione per poi riprenderla all'ultimo istante restando sopra le righe quel tanto che basta per far sorridere.
    E poi prendi questa: http://www.youtube.com/watch?v=gMzhFyg_ROo
    Stesso brano, niente ironia, niente spirito, niente divertimento. Niente. E questo perchè Benigni non si prende in giro affatto, pieno di sè anche nell'esecuzione di un brano che, di tecnico, ha ben poco e dovrebbe essere giocato su tutt'altro.
    Ma bisogna essere in grado di farlo però, di lasciare indietro se stessi e dar rielievo ad altro: Conte ci riesce, Benigni non sa neanche dove stia di casa.

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