mercoledì 16 aprile 2014

Causa effetto

La madre di mio figlio mi chiama martedì (ieri mattina), si scusa, questo e quello, staremo via solo quattro giorni, mi dispiace, capisco. Aveva ricevuto la lettera dall'avvocato al quale aveva fatto discorsi concilianti. Non succederà mai più, importante mettersi d'accordo per le vacanze, e molte altre belleparoleconcilianti.

Tre minuti fa riesco a parlare con mio figlio (era da mezzogiorno che ci provavo sul fisso di casa, sul cell suo e della madre, nulla da fare). Volevo sapere gli orari per oggi e come prepararmi per la cena, cosa avesse mangiato a pranzo (per evitare doppione) per la frequentazione del mercoledì, di stasera.UnRagazzo mi dice che... sono già via, sono al lago Trasimeno. Sono venuto a saperlo... ora. Io mi ricordo, in effetti, che ogni volta che ella è apparsa come ragionevole, come conciliante, subito sono seguite le più gravi violazioni delle disposizioni giudiziarie. Me l'ha messo nel culo un'altra volta.

Molte persone si stupiscono della violenza fisica degli uomini alle donne, ignorando le più malevoli, sottili e protratte violenze psicologiche che la causano.

50 commenti:

  1. Il legame con un figlio, ovviamente, non posso comprenderlo.
    Ma il senso di impotenza, quando c'è qualcuno che se ne frega di chi gli sta intorno, quello sì...

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  2. Urge una revisione in tribunale, Uomo. Non puo' compotrarsi cosi', e' davvero illegale. Anche il mio ex decideva senza consultarmi mettendo davanti le esigenze della sua compagna e di sua figlia. Cioe', decideva le vacanze consultando lei e non me. Gli ho detto il figlio e' nostro e non puo' decidere sulla base delle esigenze di lei. Ora decidiamo in due per nostro figlio e la tipa si attacca.

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  3. x Wannabe Figa:
    E' il mio ego ferito per questa mancanza di rispetto che e' arrabbiato. Galera niseria, mi avesse detto qualcosa ieri.
    D'altra parte mi fa piacere una serata tranquilla a casa (ieri siamo andati in milonga a Modena). Anni di robe cosi' hanno molto esercitato la mia capacita' di reframing. Pero'...
    Impotenza e ingiustizia peggio che impotenza.

    x Spirita Libera:
    Nove anni di lotte giudiziarie mi hanno completamente bollito ogni minima speranza. Prima che il tribunale dia disposizioni anche flebili contro una madre devono succedere cose estremamente gravi.
    Vedo che 'sta roba delle vacanze decise arbitrariamente non e' poi cosi' rara. >:/

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  4. uomo, te l'ho detto ma non mi ascolti. è su tua figlio che devi fare la gara

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  5. Ste cose non le capisco: ledono l'immagine del genitore.
    La tua ex ha prevaricato, ma non te: il figlio.
    Punto.

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  6. x Francesco:
    Non l'ho scritto qui ma domenica tardo pomeriggio, _ina è arrivata a casa mia per consegnare alcune cose a UnRagazzo. Ho parlato ad entrambi in maniera molto chiara e dura: alcune volte UnRagazzo potrà sollevare alcune obiezioni che verranno accolte ma ci saranno altre volte in cui dovrà fare quello che decido io, visto che non è un mio amico ma mio figlio, ancora piccolo, non è maggiorenne né autonomo. A _ina che obiettava sempre sulla posizione "ma se a lui non piace, se lui non vuole" che è una posizione tatticamente favorevole alle sue speculazioni ho detto, duramente, che non me mi interessa.
    C'è un misto di capacità di persuasione, di pressione ambientale a bassa tensione, il fatto che UnRagazzo è non di rado succube della madre.
    Tra persone degne, - dicevo a UnRagazzo - se vuoi diventare un uomo degno, parli con me e vediamo cosa si può fare, sulle vacanze ci si mette d'accordo in tre (senza dimenticare _nni, il nuovo marito di sua madre).
    Martedì sera UnRagazzo, al telefono mi aveva confermato che ci saremmo visti l'indomani sera,
    Secondo me, vista la bella giornata e le previsioni di tempo perturbato per sabato e domenica, hanno deciso di anticipare di un giorno la partenza.
    Non mi hanno avvisato o in malafede (temendo una mia opposizione) o in buona fede (perché si sono dimenticati) e non so quale delle due sia peggio.
    Come fa a fare la gara, UnRagazzo che teme spesso sua madre?

    x meEJ simple:
    Kwesto Große Utero Tetesco (esistono pure quelli oltre i Grandi Uteri delle MammaMiaItaliane) ha qualche problema di continenza. E' ovvio che non capisce che il cicciuzzo è uscito da qualche anno. Questo, peraltro, mi sembra un pattern non troppo raro, eh!?

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    1. Leggo in un tuo commento sopra, che tuo figlio teme la madre..non ho parole.
      Un figlio ha diritto di avere una madre e un padre, allo stesso non lo deve tangere che i due soggetti siano poi moglie a marito separati e/o divorziati.
      Spesso le madri peccano di presunzione di proprietà: si fanno forti del proprio utero... sarebbe ora che mettessero in campo cervello, comprensione, pazienza..equità.

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  7. le sentenze dei tribunali tendono a patteggiare sempre dalla parte delle donne, mandando a terra molti uomini.
    E' una forma di pregiudizio che temo che abbia a che fare con le conseguenze del sessismo perseverante

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  8. io invece penso che il condizionamento lo batti solo con l'esempio. ma non il tuo, quello (negativo) di tua (ex) moglie. io lo faccio da sempre e anche se esplicitamente mia figlia non parla mai male di sua mamma io so benissimo quando non è d'accordo con lei.

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  9. E' difficile argomentare in situazioni come questa che tu riporti, sono vicende contorte, speculazioni di furbizia, che tu sintetizzi molto schiettamente "me lo ha messo di nuovo in quel posto". Ebbene, il tutto dipende anche dall'età del ragazzo (!) ; il ricorso al tribunale è sempre un rischio.

    Per quanto riguarda il comportamento di tua ex moglie, forse dovresti cominciare a darle di lunga, coinvolgendo tuo figlio, come dire: tira il sasso e nascondi la mano, lavorati il ragazzo ( con piccoli ricorsi alla scorrettezza; dalle mie parti si dice "attacca l'asino dove vuole il padrone" nel senso di lasciar fare al ragazzo tutto ciò che gli viene negato dalla madre.E' pesante? dipende sin dove e come vuoi arrivare a tuo figlio . Mi spiego, lavorati tuo figlio, coinvolgilo di più...per dirla con una metafora zen: lascia pascolare la tua puledra senza briglie, falla stancare, lascia il puledro che ti rincorra come in un gioco...alla fine della giornata tornerà da solo dove più si troverà a suo agio.

    Pensaci, ma sappi che non si nasce genitori, lo si diventa, se lo si vuol diventare; diversamente lascia scorrere l'acqua nel suo corso, e da sola troverà la strada dove riposare.

    Buona giornata

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    1. Volevo in effetti stare fuori da questo discorso, perchè in questi casi qualsiasi cosa si dica può essere sbagliata se non contropruducente. Come ci si muove si fa un danno, in questi casi, e se non mi preoccupo minimamente per gli adulti coinvolti nè per il loro ego (proprio perchè adulti si presume siano in grado di risolversi da soli i propri conflitti interiori) mi preoccupo invece parecchio per le ricadute che si potrebbero sviluppare sul ragazzo. Il quale ragazzo, per altro, è o sta entrando in quel difficilissimo periodo che è l'adolescenza, in cui si rimette tutto in discussione per formarsi il proprio sistema di valori. E' un lampo fare uno di quei danni che poi recuperare è difficilissimo.
      Proprio per questo mi vengono i capelli bianchi ad alcune delle affermazioni precedenti che dicono di agire sul ragazzo, che di fatto verrebbe cosi' messo in mezzo e costretto a prendere una posizione la cui responsabilita' non gli compete. Non posso pensare che si voglia chiedere a lui di mediare o, peggio, di scegliere tra i genitori.
      E cosi' anche la questione del viziarlo su quello che l'altro genitore non gli lascia fare, deleterio. Cosi' si abitua a cercare le vie brevi, le scorciatoie, la qual cosa viene a discapito suo non certo della madre. Come farebbe a prepararsi alla vita in questo modo?

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  10. Dimenticavo: e poi mai mai mai parlare male dell'altro genitore, nè esplicitamente nè velatamente. Crea stress ed ansia nei ragazzi, e non aiuta minimamente a creare un rapporto di fiducia, senza contare che spesso e volentieri viene meno la stima proprio nel genitore che parla male.
    Però devo dire che non credo che l'uomo questo lo faccia, non mi sembra il tipo da rimangiarsi le proprie decisioni nè di sminuire in questo modo quello che ha fatto e c'è stato di bello con un'altra persona.

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    1. Quando ieri sera ho letto questo post, ho volutamente evitato di scrivere qualsiasi mia opinione a riguardo. In quanto, è veramente un argomento complicato. Oggi rileggendo i commenti, sono rimasta colpita da questo di Alahambra, perché ne condivido ogni parola.

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  11. x Charlie Brown:
    Il sessismo perseverante è quello di una prassi giuridica che considera "normale" che la quantità di tempo che un padre separato passa con i figli come un decimo o un settimo di quella che passa con una madre (a volte anche meno).
    Il vizio è strutturale.

    x Francesco:
    > lo batti solo con l'esempio. ma non il tuo, quello (negativo) di tua (ex) moglie
    Non ho capito bene,
    Intendi che se io do il buon esempio (e non mi comporto come la madre) alla fine "vinco"?

    x Daoist:
    Inaspettati suggerimenti diciamo "politicamente scorretti".
    Potrei riformularle con un "Funziona più una goccia di miele che un barile di fiele".
    Mah, sai, io ieri sera avrei potuto anche organizzare una festa a sorpresa con tutti i suoi amici più cari, ad esempio. Poi nel negozio di cristalli arriva la ruspa della madre e...
    Mi piace la metafora dell'acqua che trova il suo corso!

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  12. x Alahambra:
    Mi trovo molto vicino alla tua posizione.
    Imporre al ragazzo una strategia basata sulla sua capacità di scelta lo grava di un dilemma (mamma o (esclusivo) papà) e sebbene questa sia una tattica usata spregiudicatamente molte volte dalla madre la considero pessimissima. E' prendere il ragazzo e dividerlo in due.
    Sono molto riluttante anche sul fatto di (esagero) corrompere o - se vogliamo essere meno forti - lusingare mio figlio. La vita non è affatto sempre facile e liscia e piacevole adesione ai suoi eventi.

    Diciamo che ho un atteggiamente moralista per cui tendo a non parlare di persone quando non ne posso parlare bene.
    Ci sono però atteggiamenti gravemente scorretti di sua madre che io ho stigmatizzato con parole semplici e non volgari, non offensive (ma non meno dure) con UnBipedinone.
    Anche perché essi erano emotivamente molto impegnativi, non è che riesco ad avere poi atteggiamente pacati e sereni.
    Sempllicemente racconto a mio figlio che sono molto arrabbiato perché ci sono comportamenti di sua madre che violano (molto) i patti e che ciò è molto scorretto.
    Mio figlio sa che stimo sua madre per altre cose e quando ci sono cose belle e positive non lesino certo gli apprezzamenti e le attribuzioni di merito.
    Sa anche che non la stimo affatto per molte altre.
    Uno di questi casi è, per esempio, la sua autossicodipendenza che emerge regolarmente e sulla quale le frizioni sono mensili.
    Quando (sono a casa sua e) ella insiste che UnRagazzo non "possa" muoversi a piedi e/o con i mezzi pubblici io devo anche alzare la voce ed essere molto forte e fermo perché devo fargli capire che un uomo deve anche avere le palle, specie con 'sto "piccolo" che ha così soggezione della madre.

    Devo esercitare sempre la virtù della pazienza e della lungimiranza.
    Il mio essere padre mi permette meglio di considerare la dimensione del tempo, il bene dello stimolo e dell'incitare mio figlio all'autonomia, ad essere individuo e non appendice e di rinunciare a soffocanti estensioni uterine egoiche.
    Grazie per il tuo contributo.

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    1. Quando dico evitare di parlare male in effetti intendo le offese e le contumelie, o le velate allusioni che disprezzano l'altro.
      Diverso, credo, valorizzare gli elementi positivi dell'altro e parlare senza astio di quello che non piace. Ovviamente rapportando il tutto all'età del ragazzo.
      Come dicevo, non credo che tu smuinisca (o cerchi di farlo) la madre agli occhi di vostro figlio, non mi sembra un comportamento che ti appartiene. E lo sai che dico quello che penso, nel bene e nel male XD

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    2. Qualche volta mi sono scappate anche quelle, Alahambra.

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  13. Non so se faccio bene a rimarcarlo perché potrei suscitare qualche vespaio e magari è pure un po' futile, ma questa volta ho parecchio apprezzato le parole di Alahambra. Cercherò di ricordarmene.

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    1. Grazie, mi fa sinceramente piacere dopo i nostri scontri, sia l'apprezzamento sia il fatto che abbia ritenuto di esternarlo. Grazie.

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  14. MrKeySmasher, si chiama onestà intellettuale ed è una delle cose più rare, più preziosa dei diamanti e del platino.

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  15. Lavorarsi un figlio?
    Fare la gara su in figlio?
    Concetti aberranti!!
    Se tutti i padri separati ragionassero come alcuni tuoi commentatori, si spiegherebbe perché i giudici affidano i figli prevalentemente alle mamme..
    E tu non sparare cazzate sul femminicidio!

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  16. Penso che tu sopravvaluti il genere femminile.
    Leggere questo forse può essere utile.

    Non sono cazzate ma valutazioni molto serie.
    Le donne esercitano molto meglio la violenza psicologica, gli uomini quella fisica. Posso capire che la realtà non sia così gradevole, a volte.
    Lavorare sulle cause per prevenire gli effetti mi sembra più saggio, no!?

    Fare apologia di mammismo in questo luogo con i fatti citati mi pare, francamente, assurdo e di cattivo gusto.

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  17. Ora a me dispiace e condanno l'atteggiamento della tua ex, sia ben chiaro se eravate già d'accordo che doveva star con te. Io farei partire lettera avvocato (previo sentire tuo figlio, magari anche lui voleva andar via in questa occasione, sai non ha tre anni che non decide)

    Detto ciò non parlare di violenza... NON E MAI GIUSTIFICATA MAI.

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  18. Apologia di mammismo ... Questa è bella; se avessi letto con attenzione avresti capito che era una provocazione scattata dalla lettura di certi commenti che incitano alla violenza psicologica sul figlio, il cui benessere dovrebbe prevalere si QUALSIASI altra motivazione.

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  19. Un mio istruttore di miglioramento personale mi diceva che le più grandi cause di Violenze (quelle gravi, incontenibili, quelle che fanno i danni più gravi) sono ... la negazione della violenza, la sua demonizzazione, il fuggire in una utopia distopica in cui tenti di eliminarla in toto, anche concettualmente.

    La violenza esiste.
    Quindi o usiamo un atteggiamento saggio, reale e cerchiamo di prevenirne le cause oppure siamo suoi complici anche moralmente, ideologicamente con l'aggravante che la violenza negata, repressa, che si accumula prima o poi esplode.
    Potrà non piacere ma è così,

    Ritengo poi assurdo pensare che la violenza psicologica sia meno peggio di quella fisica.
    E' un po' come il credere che i reati contro la persona siano più gravi di quelli contro l'ambiente quando, dal punto di vista etico e scientifico, oggettivo, sono molto più gravi i secondi.

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  20. Silvia

    Tu non hai speso una parola una sul fatto che descrivo, solo uno di centinaia - ora fortunatamente meno frequenti - da parte di una madre molto spesso profondamente malevola e che commette e ha commesso violenze psicologiche su un figlio (molto spesso con una fava ha ottenuto due piccioni, si è "ingraziata" il figlio manenendolo sotto di sé riuscendo a ferire nel modo più subdolo e perfido il padre).
    E vieni qui a condannare la posizione di alcuni uomini!?
    E' lo stesso comportamento di alcuni uomini che non spendono una parola una sulle donne vittime di uno stupro e iniziano le loro squallide dissertazioni sulle colpe delle donne, sul fatto che una era vestita sexy, se lo è cercato, sarà stata psicologicamente sexy etc.
    Qui lo fai "in casa" della persona che ha subito la violenza.

    Mammismi egoici fuori controllo, i grandi uteri onnifagocitanti.
    Esistono dei limiti, eh!?

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  21. io non nego la violenza, la abiuro, è diverso... e faccio "la moralista" quando vedo che qualcuno la comprende...

    e non ho fatto distinzione di violenza tra una e l'altra

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  22. Una cosa che mi fa riflettere, diamanta - torniamoi alla filosofia - è che noi monoteisti manca il concetto di comprensione della realtà.
    Con-prendere.
    La via della saggezza è la comprensione.
    Non puoi comprendere qualcosa a metà, a due terzi, a quattro quinti, lasciando fuori ciò che non ti piace.
    Noi/voi di 'sta cultura monoteistica i cui danni osservo ogni giorno di più, crediamo che possa esistere una vittoria del bene sul male. E questa è la migliore strada per un inferno, per il Male massimo.
    Se vuoi vivere con meno violenza (visto che abbiamo questa parte della morale in comune) devi com-prenderla.
    Altrimenti essa diventerà un demone che aumenterà a dismisura fino a manifestarsi.
    Qui ho più volte citato che la nostra filosofia giudaico-cristiana ha gravi lacune su questo e che altre culture, come quella indù e orientali, sono riuscite a com-prendere l'ecologia della violenza (si consideri Kalì nell'induismo).
    Siamo alla mai finita polemica tra proibizionisti e libertari, tra demonizzatori e riduttori del danno.

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    1. Io l'ho compresa e per questo ritenuta inutile e dannosa,

      La filosofia è bella e insegna, ma poi bisogna portarla nella realtà, altrimenti rimangono mere parole. Non demonizzo nulla, combatto ciò che ritengo errato, la violenza.

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    2. Infatti, io non affermo che è necessario comprendere la violenza solo concettualmente, solo nello spazio della filosofia o concettuale.
      La comprensione deve essere nella realtà.
      Altrimenti non è comprensione ma un esercizio mentale.

      Io non so mai quanto spingere sui ragionamenti, non ho anelito di convertire persone. L'unico apprendimento reale e profondo è quello dell'esperienza.

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    3. .... cioè spiegato in parole che io possa capire? :)

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    4. E' necessario, nella realtà, comprendere la violenza per ridurre la violenza.

      - non puoi garantire convivenza, giustizia senza la violenza della repressione
      - non puoi emanciparti dallo status quo senza una lotta violenta quando lo status quo si conserva
      - non puoi reagire ad un attacco violento con le parole, devi rispondere con intensità adeguata e neutralizzare l''aggressore
      - non puoi guarire da un tumore se non eserciti la violenza della chirurgia
      - non puoi voler bene ad un figlio ed educarlo alla vita senza la violenza dei no
      - la carota vien col bastone
      - senza la violenza della reazione agli ego spropositati essi non comprenderanno l'esistenza di limiti e ti sopraffaranno
      - senza la violenza dell'esclusione non c'è la tenerezza dell'inclusione
      - se tu non eserciti violenza su un problema il problema eserciterà violenza su di te
      - ...

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    5. UUiC ancora parole e filosofia che non spiegano perchè scrivi:
      "... si stupiscono della violenza fisica degli uomini alle donne, ignorando le più malevoli, sottili e protratte violenze psicologiche che la causano"

      Quasi a giustificare il perchè accade. E a questo io ribadisco NON ESISTE VIOLENZA GIUSTIFICATA

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    6. Tu adotti il piano della morale invece di quello della filosofia?
      Su quel piano la tua frase è corretta....
      "Non esiste violenza giustificata."
      Fino a qui ho riscritto le tue parole.
      Ma incompleta o non così precisa.
      Ora faccio un ulteriore passo e aggiungo
      "Né fisica né psicologica."
      Cosa ne dici?
      Cosa succede?

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    7. Io non adotto niente sono contro la violenza punto.

      E non compredo le tue domande finali quando io stessa nei miei commenti ho aggiunto "e non ho fatto distinzione di violenza tra una e l'altra".

      Non giocare con le parole con me, per favore, io uso quelle semplici, ma comprendo anche quelle "contorte".

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    8. Insomma, siamo contrari alla violenza, di ogni tipo.
      Il fatto che la deprechiamo non significa nulla, non cambia la realtà.
      Ma questo è il piano della morale che, spesso, è campata per aria.

      Nella realtà le donne fanno più/meglio violenza psicologica e gli uomini fanno più/meglio violenza fisica. Il fatto che a noi non piaccia o che la condanniamo non la cambia di un epsilon.

      A me non piace il piano morale, quello del bene/male. Io preferisco quello etico. Quello del meglio/peggio qui e ora.
      E poiché demonizzare la violenza e non comprenderla porta ad un aumento della violenza fino a livelli incontrollabili (immagina una pentola a pressione in cui tu demonizzi la valvola di sicurezza e la togli) io cercherà di capire come governarla e tenerla al minimo.
      Questo può richiedere della violenza.
      Questo è il nodo concettuale fondamentale sul quale, intuisco, tu non sia d'accordo.
      Se qualcuno fosse intervenuto con violenza (della repressione) sulla madre di mio figlio appena essa iniziò a violare le disposizioni, avremmo avuto una quantità infinitesimale della violenza intercorsa (detto come va detto al 97% violenza psicologica di _ina nei confronti di UnRagazzo e miei).
      Invece questo non è stato fatto e la violenza è molto aumentata.
      E cazzo, me la sono sorbita tutta io.
      Ti dirò di più, in questa apologia della violenza necessaria ed ecologica: io ritengo che anni di lotte cruente (io con la fionda con le palline di carta (di tribunale) all'attacco del carrarmato (in cui la carta di sentenze in palline veniva usata per pulirsi il culo senza scendere dal mezzo in modo da poter continuare l'azione "gentile e soave" nei miei confronti) siano state utili a tutti e tre.
      Ci sono coppie che rimangono in paludi emotive, sentimentali e relazionali senza uscirne mai proprio per separazione così soft che non sono mai avvenute.

      Il fatto che io abbia subito nove anni di violenza psicologica nella separazione mi da autorità morale.
      Ho molti crediti di straordinarie violenze psicologiche subite, parlo con cognizione di causa, non per speculazione dialettica o esercizio mentale.
      Io posso permettermi di apologizzare la violenza minima contro questa forma di violenza massima e di mettere in guardia tutti sulla efferatezza della violenza psicologica che quando è "malevole, sottile e protratta per anni" avvisando ciò che non vi piace leggere (il lato oscuro della realtà) ovvero che non può che portare ad una reazione violenta e gli uomini più spesso esercitano quella fisica e non quella psicologica.
      Molti uomini non hanno il controllo ferreo delle proprie azioni che ho io, al limite del masochismo. Non puoi pretendere che gli uomini siano degli eroi civici, solo alcuni lo sono, gli altri reagiscono con la violenza che sono in grado di esercitare che è quella fisica.

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    9. Rimane, che in questo modo, non sei uomo che condanna la violenza, qualsiasi essa sia

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    10. Sì, è così, diversamenteintelligente.
      Ad esempio non mi sogno neppure di condannare la violenza di difesa.
      Qui dentro ho attirato spesso critiche pesanti quando ho sostenuto che 'sti poracci valsusini che cercano come possono di resistere all'immane violenza di stato nei conforn ti della Valle e di loro ospitati hanno l'obbligo morale, il diritto/dovere etico di resistere anche violentemente in tutti i modi possibili.
      Non solo, ma esiste violenza che è più condannabile di altre, ovvero violenze che sono meno condannabili di altre.

      Condannare una violenza con la quale si reagisce a un sopruso è essere moralmente complici dell'aggressore.
      E', secondo me, massimamente immorale.

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    11. Lo sai che io posso essere anche un moralista terribile.
      In realtà dovreidire un eticista terribile.

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    12. > Non solo, ma esiste violenza che è più condannabile di altre, ovvero violenze che sono meno condannabili di altre.

      -> Non solo, ma esiste violenza che è più condannabile di altre, ovvero violenze che non sono solo meno condannabili di altre ma che sono perfino auspicabili.
      E' auspicabile ogni violenza con la quale si ristabilisce giustizia e rispetto, che riduce quindi la violenza complessiva e la diminuisce a medio e lungo termine.

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    13. Son "ghandista" e di conseguenza se mi attacchi ti distruggo, ma non attacco mai per prima.

      Tu nel post parli di uomini che reagiscono con violenza, e credimi tutti quelli che lo fanno son convinti di essere nel giusto. Giustificando avvalli questo comportamento. E lo fai usando troppe parole e tirando in mezzo esempi che esulano dal post.
      Non si parla della violenza nel mondo, ma della violenza che uomini fanno ad altre persone. Se non la condanni la avvali.

      Ricordati che il fatto che una cosa negativa sussista non la giustifica.
      Altrimenti avrebbe senso anche la schiavitù.

      Ma chiaramente ognuno ha il suo modo di pensare, chiudo l'argomento, non perchè mi hai convinta, ma solo perchè mi risponderai ancora scrivendo parole su parole e panegiri. Ed io li detesto.

      UUIC senza polemica sia ben chiaro

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    14. E' semplice: c'è azione e reazione.
      se una persona reagisce con violenza ad una violenza subita io condanno in primis la violenza "azione". Poi entro nel merito e procedo per capirne di più.

      Queste non sono polemiche ma un confronto sul piano filosofico e anche etico.
      Una caratteristica di homo (purtroppo una dei principali fattori dell'aggravamento molto rapido delle condizioni socio ecologiche del pianeta) è l'incapacità di analisi su lasso di tempo che non sia più che breve).

      Quando tu condanni la reazione è come se avessi dimenticato l'azione (dimenticanza sul passato) e stai dimenticando che la mancanza di una reazione porta ad una maggiore quantità di violenza (dimenticanza sul futuro).
      Questo principio etico del condannare l'azione prima della reazione è piuttosto in contrasto con la morale dominante.
      Pensa ad esempio allo sport, al concetto di punire un fallo di reazione. Siamo addirittura alla sovversione della giustizia: si condanna, si depreca, si punisce la reazione invece che il fallo che l'ha causata.
      Questo è ingiusto anche se funzionale al mantenimento dello status quo.
      Ma se lo status quo è uno stato di ingiustizia, di sopruso, è un atto di ingiustizia e questo notoriamente porta ad un accumulo di violenza, all'aumento della violenza.
      Il mantenimento dello status quo è sociologia, non giustizia.

      Ritengo che sia un confronto molto utile.

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    15. Mi piacerebbe che tu mi aiutassi a capire cosa c'è di sbagliato nel mio ragionamento.
      Io non riesco a capire perché tu non capisci. Deve esserci sicuramente qualche passaggio in cui mi sono spiegato male.
      Non è che siamo di nuovo a un inconciliabile confronto tra una morale dogmatica ("la violenza è condannabile") e un'etica che osserva la realtà analizza il caso e la contestualizza?

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  23. Se è questo che ti dà fastidio la spendo pure: appena ho letto il post ho pensato ma guarda quanto è stronza questa!
    Guarda che a un mio carissimo amico hanno affidato i figli e io sono sempre stata dalla sua parte tanto che la ex moglie mi saluta a malapena.
    Così, tanto per chiarire.
    Poi però. Leggendo i commenti maschili ho pensato di peggio dato che ti hanno consigliato rimedi peggiori del male.
    E adesso vado a fare il risotto.

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  24. Sul risotto noi torniamo ad abbracciarci dopo alcuni fendenti concettuali.
    Ieri, al tesoriere del GAS, ho fatto una panissa che applaudivano perfino a Bulaggna. :)

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  25. Non permetterglielo.
    Un papà che si preoccupa di non replicare il menù è merce rarissima.
    Esigi il giusto, a gran voce.

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  26. Avevo esatto a gran voce domenica pomeriggio, poi la lettera dell'avvocato arrivata la setimana scorsa, poi le belleparoleconcilianti.
    Risultato?
    Mercoledì sono andati via senza neppure avvisarmi che sarebbe saltata la frequentazione.
    L'esazione non solo è stata inutile ma è ha precorso un ulteriore dileggio.
    Grazie per le parole di apprezzamento.

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    1. Figurati. È così.
      Ma scusa, e richiamarla in modo "ufficiale"?

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  27. Cosa intendi di ufficiale ovvero di più ufficiale di una lettera dall'avvocato? Querela? riaprire il contenzioso giudiziario?
    Comunque da donattina sarò due giorni col bipede. :)

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