Martedì 13 agosto ci trovammo con _zzz e suo papà, il vecchio Alpino. Sì, perché egli fu alpino e, cosa più importante, lo è ancora nel cuore, nello spirito.
Data l'età di _zzzsenior avevo programmato un giro intorno ad un lago, in quota. Non per grandi obiettivi escursionistici ma per poter camminare insieme in un luogo splendido e agevole per un anziano, per quanto... in gamba. Camminare e natura fanno sempre bene e così è stato ancora una volta; nonostante quella valle famosa scelta come punto di ritrovo sia afflitta da un notevole turismo,
come notavo. _zzzsenior alla fine è stato assai contento di una sgambata insieme e moderata, dopo quella faticosa di due girni prima in cui l'avevano coinvolto.
Ascoltavamo, Rosa Canina, _zzz ed io i suoi numerosi racconti e aneddoti.
Come scriveva Lorenzo, egli era uno di quelli che messi insieme con altri cinquanta, ti avrebbe organizzato un piccolo insediamento in qualsiasi luogo, con tutto il necessario, sia pur in spartanità. Persona abile, dalle mani d'oro, che sa fare, riparare, escogitare, organizzare, risparmiare. Ascoltavo le sue narrazioni, di vecchio emiliano saggio e così attento al concetto di bene comune.
Rosa Canina, nel piccolo laboratorio di mio babbo in casa in montagna, aveva scoperto un motto, salvato da mio padre, un motto di mio bisnonno Antonio, proprio la saggezza (lombarda in questo caso) di un tempo:
“Lavori fatti bene, per durare nel tempo, risolvano problemi (*), di beneficio anche per il prossimo!”
_zzzsenior e _zzz venuti vennero a trovarci un paio di giorni dopo, per una seconda passeggiata. Questa volta c'era anche mio fratello, alpino. Certamente, spirito di altri tempi. Li osservavo parlare. Così _zzzsenior arrivò anche alla questione delle adunate (alle quali mio fratello partecipa di rado) delle quali non se ne perde una. Si lamentava di quella di Milano: noi Alpini amiamo il Tricolore, lo abbiamo nel cuore e a Milano non c'era uno.
Eh, _zzzsenior, benvenuto nella merda grigia, ugualizzata, globalista, meticciata, grattacielizzata, omologata di un posto ugualizzato a tutti gli altri, senza anima, senza identità, senza spirito, il risultato della massimizzazione dell'entropia umana, sociale.
Ehssì che sono così orgoglioni, molti milanesi, del non luogo non solo ambientale ma ora pure umano, culturale, del tumore che hanno creato e in cui sguazzano ugualizzati e artificializzati.
Al caro vecchio, valente Alpino non era sfuggita questa robaccia grigia senza Tricolore.