(Non può che fare bene – 2)
Osservo questa realtà
surreale quando mi reco al poliambulatorio per le terapie post-operatorie. Silenzio, spazi, strade come alle 13 di giovedì 14 agosto (a proposito, il poliambulatorio mi ha comunicato che sarà aperto fino a domani, poi arrivederci, la settimana rimanente di terapie rimandata a tempo da destinarsi).
E' un periodo
quasi eremitico – quasi solo perché le telecomunicazioni funzionano, le teleconferenze pure, le telefonate, il telelavoro a spizzichi e bocconi) – perché fisicamente, non tocco/vedo/abbraccio/annuso Rosa Canina, UnBipedinone da lunedì. Sono solo pochi giorni. Casa, casa, casa (i vicini qui sotto se ne strabattono, la abominevole
Untermenschen sudicia, falsa, brutta, disordinata, parassita, puzzolente del cane molesto, ma quella è un problema da tutti i punti di vista). Devo dire che per un casalingofilo sfegatatato come me, non è affatto male. Ma anche questo avrà dei limiti, non siamo né animali solitari, né animali perennemente gregari, in una buona vita non può né mancare la solitudine (uno dei tabù della contemporaneità liquida) e neppure mancare la socialità.
Telefonando con Rosa Canina abbiamo convenuto, ancora una volta, che un'Italia con 5 - 10 milioni di persone sarebbe un paradiso in terra. Siamo talmente abituati a vivere male nel rumore, nella folla, nelle code nel traffico, nelle code alla posta, nelle folle, sui mezzi pubblici stipati, parcheggi inesistenti (per me biciclista pure rastrelliere senza posti), ressa persino nei posti all'aperto, spiagge nelle quali il vicino ti spalma la
sua crema sulla
tua schiena solo perché si è girato, abituati a pestarsi i piedi camminando nelle vie dei centri stoici che non solo non ci rendiamo conto di questo mal-vivere ma, quando esso cessa, abbiamo reazioni sconcertanti. Si lamentava, un'amica, del
silenzio assordante per
mancanza di traffico della tangenziale.
Dal punto di vista sistemico il pianeta è diventato un allevamento e intensivo e globale di esseri umani. Le epidemie negli allevamenti intensivi sono tremende. Certamente rispetto ai secoli scorsi, - le epidemie di peste e vaiolo non sono mancate in Europa - abbiamo migliori condizioni di vita, ma siamo enne [5, 6, 7, ...] volte più stipati => abbiamo spostato la coperta corta.
Mia madre si è sfogata, stamani, che, data la sua età, ha paura, il papà scalpita e fatica a stare a casa, che, ormai, si rende conto che consumarsi come una candela nella vecchiaia, perdendo funzionalità, l'ha... quasi stufata, se dovesse andarsene, diceva, sarebbe pure pronta. Il corona virus miete fino al 15-20% di vittime negli ultraottantenni che colpisce.
Nelle varie cose positive di questo
dramma e conseguente rallentamento forzato, di questa parziale e sensibile regressione di questa orribile liquidità, c'è pure che la guerra migratoria (v. le azioni di penetrazione vilenta, bellica in Grecia), l'invasione si è arrestata. Questo dimostra ancora una volta – non che ce ne fosse bisogno per me – la menzogna spudorata della fuga
per disperazione centrale nella narrazione dolciastra e manipolatoria delle ONG scafiste, dei kompagni deportazionisti no-border. Il virus ha fatto evaporare disperazione e le deportazioni di massa organizzate dai razzisti anti che la narravano ossessivamente.
Non tutto ciò vien per nuocere.
E' tramontato, ora, la temperatura scende, rientro dalla loggetta.