Così, per "Il mondo al contrario" del signor Roberto Vannacci, ho fatto ciò che faccio quasi sempre: sono andato a vedere i commenti dei lettori (ad esempio qui). Per misurare le abissali distanze tra i critici / giornalisti e il mondo reale, da tempo, non leggo quasi più gli articoli (de Il Fatto Quotidiano o simili, per non essere inquinato) ma salto direttamente ai commenti dei lettori. Peraltro, quasi ogni volta, mi chiedo che emozioni, che reazioni avranno i giornalisti a leggere commenti, per la stragrande maggioranza, critici, molto critici o infuriati a proposito di cazzate e astrusità che i professionisti della tastiera a stipendio dal portatore di interessi scrivono.
Anche in questo caso dopo aver leggiucchiato alcune cataste di insulti, deprecazioni etc. pvovenienti dal dovato mondo della intellighentsia (?) pvogvessista movalmente supeviove (negli strali alcuni si vantano addirittura di non aver letto il libro) sono andato... a sbirciare i commenti dei lettori.
Giudizio opposto (92% a 5 stelle, 4% a 4 stelle), probabilmente manica larga all'italiana, probabilmente entusiasmo per un disadattato che non ha assunto come cioccolato fine la cacca usualmente spacciata e instillata come tale.
Io non do alcun giudizio, non avendo letto il libro ma mi limito ad osservare le differenze abissali.
Avevo un criterio di massima: in assenza di altre informazioni, ritenere i bollettini e le veline di propaganda di Vaticano, SUA come false: considerarle come tali ha una probabilità molto alta di essere nel giusto. Da tempo noto che posso adottare lo stesso criterio: in assenza di altre informazioni trattare bollettini e propaganda progressista come carriole di ciarpame, di robaccia.
Probabile che il libro di Vannacci contenga (probabilmente scritte in modo spiccio, non particolarmente raffinato) molte osservazioni precise e quindi, come tali, considerate con orrore da sinistra.