giovedì 1 ottobre 2015

Stimolo galliano


  • 1bigberry 30 settembre 2015 | 15:21
    Sig. Galliano, per favore, ascolti un consiglio fraterno, apra un ristorante, le conviene.

    f65 30 settembre 2015 | 15:28
    ... però mi raccomando... non cucini nello stesso modo con cui fa i vestiti...

    commenti

Ahaha
Muoro.

Stavo osservando, stralunato ieri, questa "collezione" di tale Galliano fino ad arrivare ai due commenti mordaci che mi hanno fatto sbellicare.
Vedevo qualcosa del genere quando andavo al Cocoricò, all'inizio, c'era un'estetica hi-energy, gaia portata all'eccesso. Io ero post adolescente, quell* (sarebbe quelli ma sarebbero anche un po' quelle) erano cubisti trapezisti vocalisti, non mi dispiaceva come fenomeno di costume, come vedere una bella donna al burlesque, in corsetto oppure costumi settecenteschi al carnevale serenissimo.
Poi gli anni passano.
E mentre scrivo questo non so se ascoltare la mia parte di filosofo, esteta, ecologista e quell'osservare la relazione fortissima tra forma e funzione, significato, o quella che osserva, con altrettanto stupore, come cambiamo col passare del tempo. Filosofiamo di estetica o facciamo un esercizio spirituale sul panta rei e come tutto cambia, noi nel fiume e le rive, istante per istante, nel passare trasportati dalla corrente?
E' molto tempo che dovrei scrivere una pagina sulla mistificazione "gender".


23 commenti:

  1. Strategie commerciali. Poca stoffa e tante chiacchiere.

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  2. robaccia inutile. il che sarebbe anche il meno. il problema è che vogliono anche soldi per quella roba.

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    1. France', alla sfilata Uomo della BigFirm i miei colleghi non si capacitavano delle oscenità presenti...

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    2. Io lo trovo un'altra forma di condizionamento ambientale.
      Sei in un contesto in cui e' tabu' osservare alcune cose e tali cose vengono sempre piu' esasperate fino a portare la situazione ad un livello di degrado tale che i primi "audaci" rompono il silenzio.
      E' cio' che sta avvenendno con la catechesi di massa pro immigrazioni di massa, ad esempio.
      Non e' cambiato nulla negli anni. Paolo Villaggi aveva interpretato molto bene il ragionier Fantozzi che, esasperato da dozzine di projezioni della Corattaza Potemkin di Eizenstein, ad un certo punto sbotta: il precario equilibrio viene rotto e avviene una ribaltamento cruento dello status quo.

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  3. Mi sa che questi modelli potrebbero giocare a buon diritto nella squadra iraniana femminile di calcio...

    Che poi, a parte essere capi inguardabili per l'abbigliamento maschile, certe giacche che si vedono son proprio fatte male.


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    1. ahaha, Nuvola.
      Leggevo di queglie (che non so se scrivere quegli o quelle) infiltrat nella squadra della pedata persiana teoricamente femminile.

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  4. Questa orribile ugualizzazione al peggio, quella sulla quale Giovanni pone attenzione citando l'articolo Una vita per l'Europa (e l'alta finanza), un libro di Coudenhove-Kalergi riguarda anche i generi.

    La schizofrenica volontà di essere sempre più uguali, infistinguibili, 'na broda ti tutto e il contrario di tutto frullato, macinato, omogeneizzato in un orribile pastone grigiastro, riguarda anche i generi.
    Ovviamenti questi si beano di essere fighi e diversi perché indossano un capo posizionale sul quale verranno scimmiottati da altri mediocri indistinguibili.

    Voglio essere diverso e quindi mi ugualizzo al peggio.

    Intelligente, eh!?
    Ihihih

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  5. Ci credo che tante donne finiscono per leccarsela.

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  6. Quei vestiti son fatti solo per sfilare, mica per essere indossati dalla gente comune...

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    1. La rottura tra funzione e forma non solo in questi pseudo vestiti ma pure nel non scopo della "produzione" di questo buffo e grottesco personaggio. Direi che gli aspetti demenziali sono sempre più numerosi.

      Buondì Ele781. Come stai? Dovrei venire a leggere il tuo diario.

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    2. Francesco, si torna al vostro crescitismo, alla mistica del fare.
      Cioè, pur di mantenere in vita il leviatano, facciamo anche se non soprattutto cose inutili (e quindi dannose) e cose dannose.

      D'altra parte, con la sua razionalità, la decrescita pare utopia.
      => problema senza soluzione

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    3. Ma non si puo' negare che molte soluzioni vengano mutuate dall'abbigliamento in vendita nei negozi, tipo i pantaloni slim fit o altre oscenità simili. Per noi uomini sta diventando un'impresa trovare dei vestiti che non scadano nel ridicolo.

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    4. guarda, di crescitismo c'è una cippa direi

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    5. x Francesco:
      No no, c'è molto, invece.
      Direi che "altrimenti non gira", "altrimenti non si vende", "altrimenti non cresce", "altrimenti il fatturato" sono le varie orazioni ed obiezioni crescitiste.
      In altre parole "altrimenti non c'è crescita".

      La decrescita che si oppone a questa roba invece ha tra i principi il meno, anche il fare meno cose inutili e dannose.
      Perché questo riduce il metabolismo economico, quindi il consumo di risorse non rinnovabili e riduce la produzione di rifiuti non biodegradabili, il deficit ecologico. Inutile dire che c'è anche un'ecologia personale, culturale nel fatto di non inquinarsi.
      Direi che la provocazione di Galliano nello spazio dell'abbigliamento è come la provocazione di un "intelligente" artista che prenda due litri di olio esausto e li getti, nel pozzo. Una performance si dice, no!?

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    6. x Mark Renthon:
      Mi viene da sghignazzare.
      Io fatico a trovare donne per varie ragioni, diciamo che le voglio "di qualità secondo i miei gusti".
      Ma fatico da sempre anche a trovare capi "di qualità secondo i miei gusti". Diciamo che via via più spesso sto pensando che certi capi dovrei farmeli fare a mano, artigianalmente.
      Di buona qualità, secondo il mio gusto, li pago molto di più ma li uso per anni, per lustri ed essendo di qualità poi li faccio anche riparare.

      Sì, per noi uomini non è facile trovare vestiti di una certa qualità. Devo dire che io non ho neppure risorse così elevate il che rende la ricerca meno semplice. Men che meno ho molto tempo a disposizione per gli acquisti (shopping).

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    7. Il crescitismo è proprio l'ideologia nefasta che propugna la crescita (esponenziale) infinita del metabolismo economico e della demografia [in un mondo finito] e sistemi (ammalati) economici, previdenziali, etc. che semplicemente richiedono questo tipo di crescita quantitativa per funzionare.

      La parola crescita caratterizza una parte dei cicli vitali e non può in nessun caso essere isolata dalla maturità, stabilità, poi vecchiaia, senescenza, poi morte / fine il che è semplicemente funzionale alla vita.
      Ciò che cresce sempre è, sostanzialmente, un tumore.

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    8. Per non fiunire ancora più fiori temi, proseguiamo con ulteriori commenti in questa pagina, ad esempio.
      Non mi ricordo se avevo scritto pure 'na pagina sull'inquinamento linguistico e sul falso idelogico dell'estendere "crescita" e di confonderlo con "sviluppo". Dovrei ravanare.

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    9. comunque secondo me non ci sono nè crescitismo nè consumismo. ma chi minchia la prende quella roba ?

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    10. UUIC: "[in un mondo finito]"

      Eh, ma che finito?!?! Ora abbiamo l'acqua su Marte (ops, i sali idrati, ma cosa vuoi stare a sottilizzare, gufo?), quindi...

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