Penso un po' e rispondo: artificiale.
Sì, ci penso ancora ed è il termine più preciso.
Più comoda - l'artificiale è l'acesulfame della comodità - e per due terzi in galleria.
Le nuove infrastrutture per spostamento veloce di massa tra luoghi ugualmente artificiali (in questo caso dalla costipazione conurbata padana-emiliana a quella Pistoia - Firenze) sono sempre più artificiali. L'ugualismo è un problema anche nei non-territori, estensioni geografiche dei non-luoghi, delle non-vie di comunicazione di massa (non vai mai via, il grosso è tutto uguale, ti sposti nello stesso artificio, muoversi senza muoversi). Entri in un tubo e vieni espulso in un altro punto del tumore antropico, nei meandri della modernità, trasferimento con strisce laterali di luci ingoiate dalla velocità in tubi catrame calcestruzzo armato. Come ratti in cunicoli (non paragono ad altro di scatologico).
Almeno per il momento si potrà scegliere.
Rimangono le vie di fuga, le nicchie residuali, diverse. Sali in cima ad un colle, tra cipressi e ulivi e profumi di erba cipollina nel prato, entri in una pieve romanica, trovi abbracci, il palpitare di cuori, musica "vecchia", bandoneon, piano, pietra, caratelli, orci di coccio, legni e corde e torni nel Suo grembo.
Si, destabilizza.
Al termine della galleria più lunga, ritornati all'aperto, un po' allibiti, un po' confusi, abbiamo impiegato del tempo per capire se fossimo ancora in Emilia o già in Toscana: ma dove siamo qui?!
RispondiEliminama c'è una sorta di bivio tra vecchio e nuovo percorso? e la gente in base a che cosa sceglie ?
RispondiEliminaC'è un tratto di alcune centinaia di metri a - ricordo bene? - 4? 5? corsie al termine del quale, se stai a sinistra percorri il tratto "storico" (ovvero paesaggistico/montano), stando a destra percorri la "variante" (ovvero il tratto artificiale in maggior parte in galleria).
RispondiEliminaIn base a cosa sceglie(rà) la gente? Non ho idea, Francesco.
La maggior parte dei veicoli industriali rimarranno in variante, hanno una quota decisamente inferiore da raggiungere e ciò significa risparmio notevole di carburante e di usura del mezzo.
Le auto? Non so, dipende dalle preferenze, necessità.
A margine: dalle mie parti c'e'la tendenza di facoltosi privati a chiudere secolari (millenari?) vie d'accesso al mare e sentieri nel bosco.
RispondiEliminaEcco, questo occorrerebbe ricordarlo a chi sostiene quanto sia un valore l'accoglienza... già, purché sia a carico di qualcun altro. Chi ha i mezzi (che poi sono gli stessi che decidono che chi non li ha deve accogliere) pratica forme feroci di chiusura, di esclusione, e ritiene che sia un proprio pieno diritto. E' storia vecchia, ma non per questo fa meno schifo.
EliminaIo sono favorevole a rendere inaccessibili parti sempre più estese di natura e biodiversità se questo significa proteggerle dall'azione ecocida, distruttiva delle masse di homo e ricostituirle.
EliminaL'ecologia è sostanzialmente incompatibile con gli homo, antidemocratica, antiegalitaria.
Se le riserve integrali lo sono per legge, per servitù militari, per proprietà private esclusive non mi interessa.
Sì e no.
EliminaCi sono aree del paese in cui lo spopolamento ha riportato ad un notevole riduzione dell'azione antropica, ad una ricostituzione di biodiversità.
Con tutti i limiti del vivere in un paese, in un continente mostruosamente sovrappopolati.
> qualsiasi posto è artificiale e come tale va MANTENUTO
Ni
Si se tu hai in mente i tempi degli umani
No se tu lasci all'ambiente ricostituirsi.
Diciamo che in molti ambienti il degrado è difficilmente recuperabile (si pensi, ad esempio, all'inquinamento o alla distruzione delle falde ovvero dei giacimenti di acqua "geologica").
Sì e no.
EliminaCi sono aree del paese in cui lo spopolamento ha riportato ad un notevole riduzione dell'azione antropica, ad una ricostituzione di biodiversità.
Con tutti i limiti del vivere in un paese, in un continente mostruosamente sovrappopolati.
> qualsiasi posto è artificiale e come tale va MANTENUTO
Ni
Si se tu hai in mente i tempi degli umani
No se tu lasci all'ambiente ricostituirsi.
Diciamo che in molti ambienti il degrado è difficilmente recuperabile (si pensi, ad esempio, all'inquinamento o alla distruzione delle falde ovvero dei giacimenti di acqua "geologica").
Più che per perseguire l'inaccessibilità per il tramite di leggi e divieti, io opterei per una forma di accessibilità limitata da due fattori "spontanei": 1. non fare pubblicità ad un'area e 2. eliminare le vie d'accesso ordinarie. In questo modo l'accesso riguarderebbe solo una manciata di persone molto motivate, sicuramente non propense a sfasciare tutto e solo fortuitamente a conoscenza dell'esistenza del luogo da tutelare. Inoltre, la mancanza di vie d'accesso agevoli (ivi comprese quelle per via aerea) precluderebbe ogni possibilità di sfruttamento economico dell'area (altra fonte di distruzione certa, anche se la si chiama valorizzazione territoriale per confondere le acque).
EliminaAbbi pazienza, ma questa tua risposta non l'ho capita.
Elimina> Si riecco i giardini di Versailles.
EliminaNo, esattamente il contrario.
Se volete distruggere scampoli di natura più o meno integra, rendetela facilmente accessibile alle masse.
Strade, comodità, automobili, poi i primi insediamenti, coloni in Amazzonia o multiproprietà in ValPincopallo non cambia assolutamente nulla, poi altre case, poi inizia la speculazione, arrivano gli homo, etc. .
Togli la comodità, togli il 99% dei devastatori.
Lorenzo, cosa fai, il paladino del dirittismo "natura democraticamente per tutti"?
Ora credo di aver capito, e ne deduco che a non aver capito il senso del mio intervento questa volta sei tu (poco male, succede). Non ho parlato di enclosures con le quali dei privilegiati si appropriano di quelle aree. Al contrario, ho parlato di: 1. evitare di fare pubblicità, ovvero non richiamare intenzionalmente "visitatori" che senza pubblicità non avrebbero alcun interesse per quel tipo di ricchezza, e non ho parlato di divieti, anzi ho parlato di 2. lasciare libero accesso in condizioni di disagio, ovvero facendo in modo che l'accesso costi uno sforzo personale, fisico, individuale, non mediabile (non so che altri termini usare) e possibilmente di rilevante consistenza. Il mio riferimento alla preclusione della via aerea voleva intenzionalmente indicare l'esclusione della "scappatoia" più percorribile dai ricconi che hai indicato tu -- ce li vedi Marchionne o Briatore che camminano due giorni con zainacci da quindici chili su e giù per crinali, gole e torrenti per raggiungere una spianata boschiva del tutto anonima a trenta chilometri di distanza che la maggior parte della gente manco sa che esiste? (sì, perché in assenza di sentieri e tra la vegetazione spontanea non è che si possa essere molto più veloci di così neppure a vent'anni)
EliminaAbbandonare, nascondere (non pubblicizzare), isolare, per una zona naturalistica valgono più di mille divieti e integralizzazioni.
Io ho notato che se un posto lo si raggiunge solo sudando, in quel posto c'è in giro per poca gente. E lo si capisce anche solo guardando per terra lungo il percorso: più t'allontani dalla strada carrozzabile (o dal luogo raggiungibile con altri mezzi "di supporto", tipo funivie, seggiovie, risciò, ecc.) meno rumenta vedi in giro. Il sistema funziona.
EliminaQualche anno fa, in seguito a una nevicata furibonda, per mancanza di fondi venne lasciata sommersa dalla neve la stretta provinciale (regolarmente asfaltata) che percorre la valle del Gorzente alla base del monte Tobbio, tra Genova e Alessandria. Si tratta di una strada solitamente parecchio frequentata da "gitaroli" di varia estrazione. In quei giorni, di domenica (cioè in una giornata di quelle che di solito vede il massimo afflusso) la percorsi a piedi. Non incontrai una persona che fosse una. Un caso? Ora, immaginiamo che quella strada (che non porta da alcuna parte se non all'interno di un parco naturale) venisse chiusa definitivamente... in estate sicuramente qualche accesso ci sarebbe comunque, ma in che proporzione rispetto all'attuale?
Da non dimenticare che sono ormai vent'anni che il Parco delle Capanne di Marcarolo è sottoposto a una martellante campagna di "promozione", e che sono in corso svariati interventi di "valorizzazione territoriale" (sostanzialmente la costruzione, in un parco naturale, di dannosissime "strutture ricettive").
Talvolta Lorenzo si fa prendere dalla polemica.
EliminaMKS ha semplicemente ragione: massa e facilità di trasporto sono le cose più nefaste per bellezza e integrità di certi luoghi. Ho decine di esperienze e ne conosco ancor più su questa cosa.
Intorno a Cernobil, infatti, spariti gli homo, la natura sta tornando alla grande. Tempo addietro il Corriere pubblico un servizio sul ritorno della fauna in quell'area.
Lorenzo, le strade non è che devi per forza distruggerle, basta non costruirle. Non spuntano spontanee la notte, come i funghi. Così come le seggiovie, le funivie gli skylift e simili. Inoltre, se ammetti l'istituzione di aree integrali nelle quali è proibito entrare per legge, perché trovi sconcio il concetto di aree alle quali l'accesso è invece consentito ma reso e/o mantenuto disagevole? Nessun divieto, se non quello che deriva dall'associazione tra disinteresse e pigrizia del potenziale frequentatore (il pigro privo di interesse per un luogo lo devasta a cuor leggero, se può raggiungerlo senza sforzo, l'appassionato disposto a investire energie per raggiungerlo con impegno è in genere molto più attento). Non sono rare le occasioni in cui esorti alla coerenza, ora è il mio turno.
EliminaMi rimangio l'esortazione alla coerenza. Era UUIC, non tu, a richiamare il valore delle riserve integrali (che sono sempre integrali solo a parole).
EliminaTi comunico che si continua incessantemente a costruirne di nuove. Smettere sarebbe già un bel passo avanti. E non solo di strade parlavo.
EliminaL'auto rincoglionisce.
EliminaAuto che consumano meno rincoglioniranno lo stesso o di più. E' il principio di Jevons in una idiocrazia.
Lorenzo, ti sta sfuggendo (e me ne stupisco, perché so quanto sei acuto) la differenza tra ridurre e non aumentare, tra distruggere e non costruire. Non è differenza da poco!
EliminaP.S. Non sono certo di famiglia ricca, e lo dimostra il modo in cui son abituato a vivere, eppure anche se siamo coetanei non ricordo un solo giorno della mia vita in cui mi sia capitato di trovare il frigo vuoto. Anche in merito alle occasioni di gioco direi che non mi sono perso niente, perché un conto sono i giocattoli, altro conto le occasioni di gioco. Anche in questo campo non vedo passi avanti verificatisi nel corso della mia vita, anzi...
UUIC: "non vai mai via, il grosso è tutto uguale, ti sposti nello stesso artificio, muoversi senza muoversi"
RispondiEliminaBellissimo, assolutamente pertinente e molto, molto mirato. Non solo nel caso specifico al quale fai riferimento. Un corollario è: perché e per cosa spostarsi, in queste condizioni?
Nel caso specifico mi sono spostato per un evento milonghero. Sebbene siano anni che ho ridotto i miei viaggi, ancora avvengono.
EliminaAggiungo che, quando ho la possibilità (e più volte l'ho scritto qui) scelgo viabilità minore visto che per me il viaggio ha una propria importanza, dovrebbe avere una propria bellezza, fascino e persino... tempi minimi.
I marchingegni implementati per rendere possibile raggiungere in quattro e quattr'otto quei luoghi sono una delle principali cause della distruzione di quei luoghi stessi. E' lo stesso meccanismo per il quale alcuni (ben poco intelligenti o molto stronzi, a scelta) decidono di farsi costruire una bella villetta in qualche luogo ancora pregevole, salvo dopo pochi anni trovarsi a vivere in una succursale di Milano fatta di tante villette costruite nel(l'ex) luogo pregevole in questione (ognuna rigorosamente cintata per impedire a chicchessia di circolare liberamente se non è proprietario). A quel punto che fa il gonzo/stronzo di turno? Semplice: scocciato, si fa costruire un'altra villetta da un'altra parte, tanto c'ha i soldi. Fino a esaurimento scorte dei luoghi pregevoli. Tanto oggi c'è l'aereo e si può estendere il meccanismo anche all'estero.
RispondiEliminaGiusto. "Fatti non foste" etc. etc. ma noi chiudiamoci pure dentro al quartiere. Tanto conoscere altro mica serve. Nono.
RispondiEliminaPrima dovresti chiederti "Conosco davvero il mio quartiere?", quindi ricordarti quella massima di Voltaire che recita "Il mondo è pieno di gente che non val la pena conoscere".
RispondiEliminaComunque sia, al di là di queste considerazioni, non è infestando di villette (o palazzoni, o centri commerciali, o strade e stradine, o...) un'area che "conosci altro" -- diciamo piuttosto che replichi il tuo quartiere in un altro dove per poi ricominciare a lamentartene nell'attesa di replicarlo ulteriormente in qualche altrove. E' una "compulsione a ripetere" molto diffusa tra gli insoddisfatti che hanno il limite di non provare neppure, per prima cosa, a conoscere se stessi e il perché di certe spinte che li animano.
Subentra anche un altro fattore, ovvero cosa uno vede quando guarda, ovvero come è tarata la messa a fuoco dell'obiettivo tramite il quale persegue la conoscenza. Per esempio, c'è chi guarda il panorama verso l'orizzonte beandosi della vista "in grande stile" e perdendo i dettagli, e chi invece guarda al piede d'una pianta beandosi dei dettagli del micromondo che alligna tra il muschio e perdendo il quadro più ampio. La prospettiva, con tutte le sfumature intermedie, cambia alquanto, l'arricchimento in termini di conoscenza no.
RispondiEliminax Lorenzo:
RispondiElimina> Non dice "non mi muovo io"
Ho sensibilmente ridotto i miei spostamenti, rispetto ad un tempo. Quando abitavo in Lombardia, TUTTI i fine settimana ero via, la maggioranza delle volte in altre regioni.
> Quindi si lamenta degli spostamenti di massa
Dimensione, quantità, scala modificano radicalmente i sistemi. Hai mai provato a cucinare per 4, 40 e 400 persone? (io sono arrivato a 40).
Anche se a te ideologico non piace, puoi constatare tutti i giorni che nei luoghi a BASSA densità antropica il concetto di traffico, di ingorghi, è praticamente inesistente o, fisiologicamente ridotto a eccezioni.
Non c'è alcuno diritto, neppure quello alla mobilità.
Però tu compi un atto ideologico, il tranquillismo quantitativo, secondo il quale sarebbe "oviginale, stvampalato" lamentarsi delle masse.
Allo stesso tempo chiedei che vengano pubblicati solo i bilanci delle ferrovie (che sono il miglior mezzo di trasporto di massa) ma non chiedi che vangano pubblicati e fatti altri bilanci.
> L'industria dell'intrattenimento si basa proprio sui dispositivi che ingenerano sensazioni.
> UomoCoso ci racconta le sue sensazioni
Non si tratta di vivere di sensazioni secondo un fantomatico piano.
Si tratta di osservare la realtà e viverla con pienezza. Da questo punto di vista una persona semplice è contenta per sentire una cassa e le vibrazioni in petto dovute alla sua percussione. Poi sono arrivati Dvorak, Verdi, Bach, Wagner che sono andati un po' in là, hanno creato delle opere che sono fini, articolate, con una tessitura, ampiezza etc. .
Secondo te sarebbero "agenti del piano" per la produzione di edonisti/debosciati?
Ci sono persone che non conoscono i dintorni di casa.
Ma è anche vero che, una tantum, hai desiderio di confrontarti, di vivere altre realtà e tornare nei tuoi luoghi rinfrancato, esperienziato.
Ci sono i due estremi, di coloro che ignorano ciò che va oltre il proprio naso e coloro che ignorano ciò che è sotto il loro naso. Ma non è mica obbligatorio vivere così, no!? Discernimento, Lorenzo.
non è che io svengo ogni tre per due, e comunque non ero svenuto. dire che Venezia non sia bella e che non possa incantarti è dire una cazzata. la mistica quindi non c'entra nulla. detto questo, di viaggiare si deve viaggiare e direi che è una delle massime esperienza di democrazia. un tempo viaggiavano solo i ricchi, i miei bisnonni probabilmente non si sono allontanati (se non migranti) di più di 10 km da casa loro. conoscere serve? non serve? non lo so, però anche andare in un villaggio sul mar rosso è vedere qualcos'altro. meglio che di com'era, per l'appunto, 100 anni fa
RispondiEliminaFrancesco, la democrazia non c'entra 'na mazza.
RispondiEliminaPiuttosto non si può non osservare
o - i disastri della mobilità (compulsiva) di massa
o - i disastri del turismo (consumistico) di massa
o - l'estendersi del dirittismo a mobilità e turismo
o - il rincoglionimento / idiozia di massa (il_bobbbbolo che non conosce i colli e quel museo dove vive e va impecoronito in crociere, sul mar Rosso, etc.) che ha sottolineato Lorenzo.
Ecco, la maggior parte delle persone riduce Venezia a Piazza San Marco, Palazzo Ducale, guardasullgondolac'èClooney, il ponte di Rialto.
Non è meglio, è diverso.
La specie non è meglio di un tempo, è diversa rispetto ad un tempo. Anzi, tu sai che in letteratura sono stati pubblicati decine di casi di regressioni cognitive di massa dovute alla tecnologizzazione lobotomizzante. Ma sarebbe un discorso lungo.
comincia a stare a casa tu allora, dai l'esempio.
RispondiEliminaviaggiare non è un dovere, forse neanche un diritto, ma una opzione lo è di sicuro. se ricordi bene, a capodanno e dintorni uomo era in giro a smadonnare nella neve che non c'era e incazzato perchè (guarda un pò) tutti fanno il brennero in quei giorni. io invece non mi sono mosso da Milano e ho goduto della bellezza della mia città.
RispondiEliminarivendico però il diritto di uomo di andare dove minchia gli pare e quando gli pare. e di mettere davanti questa cosa rispetto alle carie, alla spesa all'hard discount rispetto alla coop per risparmiare, ai finanziamenti quinquennali per andare a marsa alam ecc ecc ecc.....
bisogno indotto? condizionamenti? non so, ma quando si allarga il ventaglio delle possibilità questa E' DEMOCRAZIA ! fosse avvenuto, come dici te, anche in epoca fascista (le littorine in Sicilia però non sono state usufruite dai miei nonni....)
ah no non mi freghi Lorè, la conosco anche io la differenza tra libertà positive e libertà negative. e non cado nel trappolone di uomo secondo cui siccome c'è chi viene al mondo automaticamente mi toglie spazio, energie e risorse.
RispondiEliminaesiste anche il "relativo" e "relativamente" dico che mio cugino che prende l'aereo per andare a Sharm mi sta togliendo poco. o molto meno che nel caso venisse da me a costruire una statua in amianto in cucina.
ma il punto è sempre un altro ed è già stato sottolineato. aborro per dirlo alla Mughini lo pseudomonachesimo, il nimby e ogni precetto che valga per gli altri e non per se stessi.
e per quanto mi riguarda, io mi autoregolamento. lo scorso weekend non avevo la macchina e ho preso il treno. non sono morto ma nessuno mi dica che stare 4 ore in giro equivale allo starci per 2 ore, perchè non è così
boh, magari sei tu che non ci arrivi. non preoccuparti: ti perdono anche io
RispondiEliminax Francesco:
RispondiElimina> comincia a stare a casa tu allora, dai l'esempio.
E' quello che ho iniziato a fare da tempo.
Però... non funziona (vedi paradosso di Jevons).
Ed è proprio così.
In una riunione di vicinato avevamo stabilito ripetutamente con votazioni unanimi che una certa area avrebbe dovuto rimanere libera dalle auto.
Cosa è successo in un paese di autossicodipendenti?
Che io lasciavo la mia a 50m di distanza, dove c'è un piccolo parcheggino e alcuni vicini, hanno completamente occupato l'area che dovrebbe essere libera.
Il mio rispettare le decisioni di fatto ha favorito il loro violarle.
Se più persone andassero al lavoro in bici, alcuni autossicodipendenti che adesso utilizzano i mezzi pubblici o la bici dopo aver soccombuto al traffico, riprenderebbero da andare in auto.
x Lorenzo:
RispondiElimina> La "autoregolamentazione" è la scusa di UomoCoso
Come appena risposto a Francesco, ad un certo punto gli onesti e autodisciplinati si potrebbero pure chiedere perché devono passare per fessi.
Non è affatto una scusa.
D'altra parte io sono consapevole del paradosso di Jevons e non proprio già o ancora così pirla.
Io so che igni volta che prendo oer sbaglio il passante di Mestre faccio un giro della madonna e spendo il doppio... :/
RispondiEliminaIo so che igni volta che prendo oer sbaglio il passante di Mestre faccio un giro della madonna e spendo il doppio... :/
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