mercoledì 10 maggio 2017

Mondo Plastic o

Sono venuto a sapere di persone che hanno impegnato i risparmi per spendere ottocentocinquanta euri per ascoltare la roba del guerrafondaio Obama. Li immagino, coll'aicoso settantunopuntozero, sostenitori dei diritti più tutto per più tutti, fanno i girotondi e passano dal culto del loro tosatore Jobs a quello del loro bombardatore.
Qui, è più evidente che mai la struttura di sfruttamento piramidale ordita e realizzata dai vertici (di fatto dei neo soviet) transnazionali basata sul consenso giulivo di masse di babbeizzati sinistrati e sinistranti.

Il fatto che questo si compia nel contesto della biennale del cibo a Milano (lo stesso dell'organizzare un trattoria sull'anello di sommità del camino di scarico di un torre di raffinazione al petrolchimico di Falconara), la città più artificiale, finta, provinciale, modaiola, inglesana, tecnodevastata e plasticata, non è affatto un caso. Già il cibo innovativo, il tecnocibo...
Sentivo oggi i soliti sproloqui sul diritto (?) al cibo, lo stupirsi scandalizzato sul fatto che in zone (sub)desertiche come il Corno d'Africa ci siano carestie (l'Etiopia è passata da 4 milioni di abitanti del 1900 ai  187.5 previsti per il 2050). Ma come mai  ci sono le carestie brutte cattive?

Il degrado ambientale, culturale, diciamo ecologico nel senso più ampio e migliore, dell'ambiente è il miglior metodo di corruzione dei corpi-anime-menti: questi sono solo alcuni dei risultati.

Parole di plastica, città di plastica, gente di plastica, linguaggio di plastica, vestiti di plastica, menti di plastica, cibo di plastica.

No grazie.


22 commenti:

  1. ma le personcine "autenticamente" ecologiste (alla uuic) o "fintamente" ecologiste?

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  2. A proposito di Plastic... Uomo, hai saputo che è morto Robert Miles, è stato tra i pricipali rappresentanti di uno dei tuoi generi musicali preferiti: la trance. Mi è venuta una malinconia, quando uscì Children ero ancora alle medie. Tu che facevi nel '96?

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    1. Ho una memoria mediocre ma... non mi ricordo, ora, di 'sto Robert Miles.
      Dovrei andare a cercare qualcosa di lui.

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  3. Oddio una volta nudo e in natura non starei a guardare il finto o l'autentico, sei li senza un caxxo e si deve sopravvivere..

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  4. E le serate al "Cocco" col treno da Genova, andata e ritorno senza dormire e senza biglietto. Malinconia e anni che non torneranno ma che sono tra i ricordi più belli.. Ciao Robert!

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  5. Cozze a Milano.. filtrando 25 litri di mare al giorno, trattengono microplastiche, e noi se le magnamo.
    p.s. manco per i Coldplay 850 euro...

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    1. I compagni della sinistra al caviale.
      Sono cosi' falsi da farmi persino pena.

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    2. Aggiungere il grave problema della (micro)plastica ai già numerosi precedenti non mi pare particolarmente intelligente.

      Ancora una volta, la plastica che avrebbe un senso ed un'utilità per alcuni utilizzi specifici, è diventato un materiale invadente, sull'onda della combinata USA&getta e consumismo di massa.

      L'ennesima dimostrazione (osservo, inorridito, ogni giorno il peggiorare delle discariche diffuse) che l'etologia di specie è del tutto incapace, nei grandi numeri, a utilizzare la tecnologia.

      Come sempre faccio la domanda : perché bere acqua morta in bottiglie di plastica da gettare poi fuori dal finestrino e aprire il rubinetto no? Perché l'acqua non è buona? Perché allora non impegnarsi per manutenzione e miglioria dell'acquedotto?
      Perché i fumatori devono gettare mozziconi e la parte sopra dell'involucro di plastica dei pacchetti, quindi i pacchetti vuoti con la mutanda di plastica inferiore? Non sono stati educati, in centinaia di lezioni, e migliaia di spot, sulla raccolta differenziata, etc.?

      Prima di arrivare al perché, come ricordava Galilei, è sufficiente osservare il come.

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    3. Da prendere a mazzate, con le tozze gambe quadrate delle tavole tedesche.

      ===

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    4. La plastica viene deciclata, quella del riciclaggio è una fregnaccia.

      L?alluminio viene gettato (in forma di lattine) ovunque: solo leggermente meno grave solo perché l'USA&getta utilizza massimamente la plastica.

      Su altre affermazioni dovrei ribattere ma non ho tempo.

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    1. A me solo alcune parti ristrette del centro storico. Il resto lo trovo estremamente brutto e invivibile, alienante.

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    2. > e la conseguente necessità di costruire molto e velocemente, in assenza di pianificazione e controllo.

      Questo è evidente, se non peggio, in quasi tutte le città d'Italia.
      Potrei citare la aberrante, criminale, distruzione del più grande patrimonio di ville liberty, quello palermitano, avvenuto per la più becerra speculazione.
      L'urbanismo ha prodotto dei disastri, non solo a Milano.
      Anche lì, il fascismo, aveva stabilito, con una certo raziocinio, con una certa lungimiranza e senso del bene comune che non solo non era un diritto stabilirsi in città ma che era proprio vietato.

      Diciamo che una certa opulenza, a Milano, ha amplificato il problema: masnade di berlinoni e suvoni tedeschi con dei modaioli dentro a condurli per vie strette sono oggettivamente peggio di masnade di utilitarie in vie strette.
      Al Sud c'è l'aggravante del grave incivismo diffuso.

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    3. Sono lo stesso problema.
      Io, peraltro, amo i posti poco antropizzati e le "desolazioni" le trovo piene di cose interessanti, di vita, flora e fauna.

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  7. > Povera plastica, che non ha alcuna colpa.

    Se puo' aiutare nella comprensione, sostuisci con "il mal uso della plastica da parte di molte persone".

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  8. > le personcine "autenticamente" ecologiste (alla uuic)

    Quano proposi di stimare la propria impronta ecologica (Quanto peso?
    ) tu ti sottraesti, Francesco.

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  9. Un'altra delle scemenze dei kompagni.
    Già, l'ugualismo.
    Non solo i calabresi sono diversi dagli arabi, ma sono diversi, come tratti somatici, persino da altre popolazioni del sud, come i pugliesi. Per non parlare degli aspetti culturali.
    Le differenze vengono negate dagli omogeneizzatori marxistoidi. Chissà perché!?

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  10. oggi in auto sentivo radio 24 e un giornalista che vive in America e che si trova a Milano diceva che Milano ha una energia che nesusn altro paese ha

    tenevi la valtellina e sasso marconi, che io qui fortunatamente vivo in ben altra dimensione

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    1. Francesco, agli sloga bisognerebbe rispondere per slogan.
      In ogni l'essere pieni di energia non torna col fatto che appena possibile (ogni fine settimana) i milanesi che se lo possono permettere se la svignano ad "auto levate".
      In genere le persone che stanno bene in un posto non soffrono di questa necessità quasi impellente di fuggire da esso.

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    2. Alla radio, stamani, ascoltavo le pirlate parlate a Milano nel corso dell'obamizzazione recente.
      Insomma, interviene un cuoco importante (non ricordo il nome) e fa presente che la "dolce vita" (anche culinaria) italiana non si può esportare spiegando le ragioni (più o meno quanto scritto qui sopra da Lorenzo). Molto garbato ma dissonante e discordante rispetto agli osanna sìglobal.
      Più o meno sempre la stessa adulterazione della fagiolizzazione delle lenticchie.

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