Che bello aver pene d'amore!
Eh, spapuz?!
Significa che hai una storia che ti appassiona. Arrivano i dolori ma anche le gioie.
No, le pene sono brutte, bruttissime.
Ho il bipede in stato catatonico, ci sono problemi con UnaBipede. Il mio prodotto si è abbottonato, non mi racconta nulla (ritengo sia giusto così, so che si è confidato con _zzzino :).
Gli ho detto che come uomo rispetto e comprendo il suo silenzio.
Anche che ho un piccolo male, come papà, come genitore, nel non poterlo aiutare, l'impotenza è sempre dolorosa. A volte più altre meno. Ma che la filosofia mi aiuta: il pendolo va da una parte poi dall'altra.
Dopo cena si è messo a spippolare, come sempre. Lo prendo in giro e lo chiamo Spipolator ed egli si irrita, s'incazza.
Stare continuamente a rimestare con la (ex?) moros(ett)a non ti fa bene, ti tiene sempre in quelle pastoie. Noi maschi abbiamo bisogno di staccare, di stare nella caverna. C'è una leggenda dei pellerossa...
Ma io non sono come te, non ci sono regole, siamo tutti diversi! ha sbottato.
L'adolescenza porta seco l'irruenza, la hybris che Io cambierò il mondo e quella è roba vecchia che per me non vale.
Ho sorriso: anche questo è parte della vita.
venerdì 19 maggio 2017
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Pubblicato da furbofono, scusate per la (orribile) formattazione (è tutto blogger che fa).
RispondiEliminaComunque se inquadra come ti sei ridotto te.. a pene d'amor truccate da maschio alfa, spippolerà sempre di più...
RispondiEliminaNon ho capito.
EliminaIo come mi sono ridotto?
Pene d'amore truccate da maschio alfa?
Ma ...
RispondiEliminaquale leggenda dei pellerossa ?
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La tradizione orale in molte nazioni pellerosse prevede che le madri educhino le figlie a non seguire il futuro marito quando egli si ritirerà per risolvere problemi in uno spazio introspettivo.
EliminaL'allegoria è espressa come "se ti avvicinerai arriverà un drago che ti incenerirà".
Citata da John Gray, Gli uomini vengono da marte, le donne da venere.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaUomo non possiamo applicare i nostri ragionamenti agli adolescenti. Forse a loro va bene cosí: litigare e poi spippolare al telefono. Facciamocene una ragione. 😊
RispondiEliminaDel resto, noi pure stiamo spippolando. E, temo, non siamo neppure più adolescenti!!! :)
EliminaHaha vero 😂
EliminaAh ah ah !
EliminaIo non spippolo che in periodi limitati e circostanziati. Sono fieramente a-social.
EliminaScusate se insisto, ma leggere e commentare queste pagine è spippolamento a tutti gli effetti (ai miei tempi si definiva più genericamente cazzeggiamento lo sprecare il proprio tempo in attività tutto sommato futili). Non che ci sia qualcosa di male, è un passatempo innocuo, ma prendiamone atto.
EliminaP.S. Se non altro, noi ci esprimiamo in buon italiano, con frasi di senso compiuto, e non sempre si può dire lo stesso di quel che si legge in giro (con la scusa della fretta troppi uccidono la sintassi, la grammatica e pure l'ortografia).
Deficienti lobotomizzati con la mente ottusa dal loro oppio.
EliminaSe non fosse per la catastrofe che stanno realizzando mi farebbero persino pena.
Come in molte altre cose, credo che tutto sommato sia una questione di proporzioni, di misura. Spippolare non è di per sé Il Male, farsene travolgere sì. E farsi travolgere è tipico di chi non ha strumenti per essere consapevole di sè, e la giovinezza è una condizione che espone assai all'inconsapevolezza di sè, pur non essendo né condizione necessaria, né condizione sufficiente.
EliminaOra Lorenzo dovrebbe (giustamente) ricordare che esistono gli eterni adolescenti... il che parrebbe spiegare come sia possibile vedere in giro quarantenni che vivono il furbofono come un organo vitale del proprio organismo. E' un'ossessione!
La realtà della scuola ai vertici è come la descrivi. La realtà della scuola alla base è molto più variegata, anche se il perfezionamento delle strutture di coercizione da applicare al personale stanno rapidamente peggiorando la situazione, portando il marciume uniforme dei piani superiori a intaccare in modo sempre più uniforme anche la base.
EliminaPersonalmente mi ritengo ancora (anche se non so per quanto ancora) abbastanza estraneo alla realtà che descrivi, e che pure osservo in alcune sue manifestazioni (che non considero deprecabili e alle quali tento di non adeguarmi). Per la cronaca: non sono pochi coloro che mi considerano strano, ed accade fin da quand'ero bambino. Me ne son sempre fatta una ragione, perché per me non è un problema ma un motivo di vanto.
Mi accorgo d'aver scritto "che non considero deprecabili e alle quali tento di non adeguarmi", laddove sarebbe dovuto essere "che considero deprecabili e alle quali tento di non adeguarmi".
EliminaLorenzo: "Non conosco nemmeno qualcuno che personalmente abbia detto 'basta, questo modo di lavorare è da cialtroni, mi dimetto e andate a fare in culo'."
EliminaDammi tempo una manciata d'anni e ne vedrai uno. Ovviamente ciò ha un prezzo, e bisogna vedere se gli stronzi al vertice mi lasceranno tenere le sostanze (leggi "i soldi") che sto incamerando per poter attuare il progetto. Sai, quelli quando decidono che "quel che è mio è mio e quel che è tuo è pure mio" non ci mettono né uno né due a rapinarti per l'ennesima volta.
Postilla. Come ben sai non perdo occasione di riassumere le figure dirigenziali con un sintetico "ottime capacità, pessime intenzioni". Non cretini, delinquenti. Ogni volta che sali un gradino trovi un po' meno cretini e un po' più delinquenti. In "basso", invece, ci trovi letteralmente di tutto in proporzioni variabili, dal santo con l'aureola al pervertito sadomasochista e pure un po' antropofago.
...e, ovviamente, dall'imbecille al genio come dal genio all'imbecille.
Eliminal'unica soluzione è che si lascino. quello che è successo mesi fa, che tu hai fin troppo minimizzato, sta (credo) venendo su alla grande. solo che con una vita nuova potranno uscire dal dolore (più lei di tuo figlio, ovviamente)
RispondiEliminaAnch'io credo che tu abbia minimizzato, quella vicenda non può essere banalmente dimenticata.
EliminaPiù che altro mi stupisco della ragazza. Ma evidentemente anche a quell'età contano i rapporti di forza. I miei genitori dopo una vicenda del genere avrebbero obbligato mia sorella a chiudere il fidanzamento o quel che e....
EliminaQui invece....
Condivido il pensiero di Francesco.
EliminaLe contorsioni moralistiche di Lorenzo.
Spassose.
''Qui partiamo ...'' e non ha capito un cazzo del senso delle parole di Francesco.
D'altronde, per intendersi tra esseri umani, è necessaria una MINIMA quota di empatia.
:)
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Io cheho qualche informazioni in più di voi... non so quasi nulla di quanto stia o non stia succedento ad UnBipede.
EliminaIeri sera mi ha detto che con UnaBipede va meglio.
Certe affermazioni trancianti direi che lasciano il tempo che trovano.
Sull'empatia delle bestie non mi pronuncio, anche se tendo io pure a pensare che in qualche misura e ogni specie a suo modo sia effettivamente presente. Quel che invece mi preme sottolineare è che siamo bestie. Non rinneghiamo la nostra natura, perché accettarla serenamente è il primo passo per amministrarne con il minor danno possibile le ricadute.
EliminaLorenzo, essere persone è un sottoinsieme dell'essere bestie. Ovvia che siamo un tipo di bestia particolare: un umano è diverso da un cane in modo non dissimile da come un delfino è diverso da un tonno. Anche stilare classifiche è futile, perché per stilare una classifica occorre prima decidere in base a quali criteri avviene la valutazione del "merito". Ad esempio, è più "elevato" un ingegnere umano che calcola la portata di un trave o una tartaruga che è in grado di sopportare un intero inverno ibernata in un ambiente così asfittico, umido e glaciale da uccidere qualunque umano in meno di tre minuti?
EliminaConsidera anche che l'ingegnere non potrebbe materialmente realizzare il suo trave senza consistenti apporti esterni, laddove la tartaruga fa tutto da sé.
Altro esempio. Gli umani impiegano gli antibiotici per salvaguardarsi dalle infezioni; una cornacchia può impunemente cibarsi di una carcassa semiputrefatta senza battere ciglio.
Anche in questo caso, per avere gli antibiotici occorre un'infrastruttura di tutto rispetto, laddove la cornacchia ha giusto bisogno del suo becco.
Comunque il tuo punto era leggermente diverso. Dici: "Abbiamo abbandonato il vivere come bestie da tantissimo tempo, tanto che [ecc.]". Io invece direi che continuiamo a vivere da bestie secondo la conformazione tipica della nostra specie. La tanto esaltata "cultura" è senz'altro un tratto caratteristico (non oserei "esclusivo") della nostra specie. Un'altra caratteristica, che penso accomuni tutte le specie (ma questa è un'illazione), è quella di credersi in vetta alla Classifica Ufficiale della Miglior Specie dell'Universo. Ah, potessi leggere nella mente di quel cane! Chissà quante sorprese ci troverei...
Gli islamisti che hanno donato un segno di ringraziamento a coloro che li hanno "accolti" nel RU sicuramente, come tutti i moralisti fanatici religiosi (monoteisti) usano "bestia" con coloro che non si adeguano ai loro divieti e precetti.
EliminaEventi come quello dello stronzo depresso emarginato sono all'ordine del giorno, solo che non tutti gli eventi di quel tipo ci vengono raccontati. Anche quella della menzogna (e l'omissione, a certi livelli, è una forma di menzogna) è una caratteristica della nostra specie. Non solo della nostra, però, non crediamoci così unici, che non lo siamo.
EliminaAggiungo, e so che la pensi come me: visto che il depresso non è originario del RU e che se lì si trovava era per decisione deliberata di persone "altolocate" con nome e cognome, chi ha preso le decisioni che hanno portato alla sua presenza nel RU quanta parte di responsabilità hanno? Che provvedimenti si intende prendere nei confronti di costoro? Facile: nessuno. Anche questa è una caratteristica della nostra specie (e non solo della nostra): il più forte fa quel che gli pare e le regole valgono solo per i sottoposti.
Il disegno di una società a scoppio è evidente.
EliminaCon la degerazione che i marxisti sono complici, militanti e zelo (direi utili idioti) in ciò che essi chiamano sfruttamento delle classi subalterne.
Chissà se veramente si desiderano ancora, quei ragazzi...
RispondiEliminaChissà se lo sanno loro stessi, di desiderarsi o meno.
EliminaA quell'età, l'ormone è talmente potente che il Desiderio prende la forma di un totem onnipotente e minaccioso, talvolta imperscrutabile dagli stessi soggetti che lo portano in sé, e faticano a comprendere quanto esso sia proiezione della loro fisiologia.
Chissà.
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Sicuramente un fatto di quel genere avrebbe distrutto quasi ogni coppia....se i due ragazzi si frequentano ancora (suppongo non forzati da chicchessia) forse vuol dire che il legame c'è.
EliminaCerto....a quell'età parlare di amore maturo e consapevole ecc. credo sia troppo. Forse non gli è ancora passata del tutto la fase ormonale,ecco.
Io non credo che abbiano molta consapevolezza di quanto è accaduto.
EliminaIl confine tra ormoni, affetto, novità, piacere per la scoperta dell'eros in sé, etc. non esiste.
EliminaSospetto che UnBipede abbia, non poco, un mio difetto di quando ero adolescente/giovane, ovvero di eccesso di romanticismo / idealizzazione della partner / modello di eros "ideale" mai esistito.
Come scrissi, Sara, mio figlio non capiva come mai io fossi così incupito, così attanagliato (per loro due), in quel periodo.
EliminaUbi minchia, ibi ius...
EliminaVeramente ho espresso un concetto diverso!
EliminaHai in parte ragione.
RispondiEliminaIo preferisco osservare che non sono (solo o spesso) arcigno come i padri di una volta.
La figura di riferimento deve fare i conti con le condizioni in cui si trova a vivere, operare ed educare.
RispondiEliminaIl riferimento si fa con i gesti, gli atti e la condotta quoditiana, anche se non soprattutto.
In quanto ad essere respons-abile non devo prendere patenti, è solo la vita che le dà.
Tu non hai figli e quindi non puoi avere e una sfera personale di genitore (sentimenti compresi) e neppure la possibilità di esercitarla con una certa frequenza e impegno.
Insomma, prima di andare a fare le pulci al fornaio, bisognerebbe provare a fare il pane almeno un paio di volte alla settimana e per un certo tempo.