Mi aveva mandato un paio di foto di prati prima verdi poi di prati e vette imbiancati. Viene giù [la neve] come noci, mi scriveva.
Dopo un anno e mezzo di lavoro parossistico, con meno di dieci giorni ferie in diciotto mesi e più di sessanta ore di lavoro settimanali, il fratellino è finito... in cassa integrazione. Così ha deciso di passare un paio di settimane nel remoto paesino della mamma, in Trentino. Lunedì tornerà su.
Mi comunicava, spesso, il piacere del silenzio, dell'aria sottile di bosco e vette, di freddo e musica del fuoco scoppiettante nella cucina economica o nella stufa a ole nella stube, di passeggiate in solitaria o di quando cucinava qualche buon piatto per la morosa che lo raggiungeva dalla costipazione lombarda, il fine settimana.
In quel paesino lontano dal turismo alpino di massa, troviamo gli archetipi, un po' l'illusione del paradiso, ora che la Natura è ancora splendida e severa ma non più feroce, arcigna come un tempo, addolcita da energia e tecnologia.
Ritroviamo il focolare e il profumo del fumo di fuoco di lares e pez (larice e pecci), ricordi di mamme e nonne, matriarche soavi e dure, temprate, al centro, al cuore di famiglie ormai sparse, disperse.
I ritmi disumani ai quali siamo sottoposti, servi del fiscoglebainps di uno stato antidemocratico, diretto da castalie parassitarie mondiali che usano il denaro, il tempo, la vita dei servi contro di loro, catapultando loro addosso il resto del mondo affinché lo scoppio sociale aumenti. Da una parte hanno conservato il travaglio del vivere, riformulato a livelli meno fisici - non è più la fatica dei lavori manuali, fisici a incidere, a ferire o spaccare le animecorpi ma la frenesia, la dematerializzazione dei lavori, la tessitura di difficili relazioni, la mancanza di etica e senso -, dall'altra hanno reso ancora più soavi e inebrianti, suadenti come musica d'arpa i ritmi meno frenetici del vivere al cospetto di quei boschi, pascoli, malghe, campanili e chiesine e vette.
Mio fratello, come tutti in famiglia, è laborioso e ha lavorato alla manutenzione di casa antica e bella, di poggioli in legno, di usci tarlati, canne fumarie e spazzacamini, di legna (rimanenze e ritagli fatti arrivare dalla segheria) da impilare nella legnaia.
Per parafrasare Saint Exupery, arrivò un commerciante di tecnologiche pillole lucenti dicendo, al fra' :- Prendine una e poi avrai caldo per sei mesi, risparmiando tempo.
Il mio "piccolo" fratello gli rispose No grazie, mentre la zuppa finisce di cuocere, sul fuoco pigro del forlar, scendo a impilare la legna.
Ma è resinosa, si fa fatica.
La resina è profumata - senti il profumo!? - e, alla fine, mi diverto a farne pallini, strofinando i polpastrelli, e lanciandoli tra i denti di leone del prato qui sotto. Quando sarò stanco andrò a dormire, con un buon sonno.
Non ho nessuna voglia di pillole lucenti.
(fratellodiuuic)
Bella narrazione, molto sentita da te, direi, e capace di toccare anche alcune mie corde piuttosto sensibili. La descrizione della nostra situazione attuale è molto, molto centrata. Solo una cosa non ho capito: cosa sono quelle "pillole lucenti"?
RispondiEliminaSaint Exupery usa l'allegoria della "pillola che ti fa passare la sete".
EliminaSi tratta delle illusioni della tecnologiao meravigliao che, da una parte, non riesce neppure un secondo a scaricarti di lavoro (io continuo a lavorare oltre 40h/mese da lustri e lustri e il mio orario settimanale non e' diminuito di un secondo, tecnolgiagraziealcazzonone'servitaadunaemeritacippa, mio fratello pure peggio), dall'altra ti toglie dalla realta' negando sofferenze, disagi oma pure i piaceri della realta', della vita fisica.
Sì, ora ho capito.
EliminaLa tecnologia non "scarica" il lavoro almeno per tre ragioni: 1. c'è sempre il solito furbone di turno che si appropria della produttività (che parola di merda) extra, 2. viene impiegata molto male e 3. più aggiungi efficienza, più per una ragione o per l'altra si provvede ad aumentare le pretese (annullando i vantaggi in termini di riduzione del carico di lavoro).
Mio fratello, pur non essendo propriamente un'aquila, tempo fa mi disse una cosa molto acuta che suona più o meno così: "Se scopri un modo per fare più in fretta il tuo lavoro, non dirlo a nessuno -- usalo per finire prima, poi tira tarti bighellonando senza farti beccare fino al momento in cui avresti finito senza quell'accorgimento. Diversamente, stai certo che ti rifileranno qualche carico di lavoro in più senza darsi pena di pagarti per l'extra e dovrai faticare più di prima per niente." Ragione da vendere. Tendo a dargli retta. Consiglio di fare altrettanto.
Forse capisco cosa intendi dire, ma sposti solo la questione un po' più a monte, non la modifichi d'una virgola.
EliminaQuesta volta mi sa che sei stato tu a non capire il nodo del mio ragionamento, perché ti parlavo di mele e hai commentato in merito agli ossidi dei metalli non ferrosi. Non dico che hai torto, dico solo che stai parlando d'altro.
EliminaVa be', dai, hai ragione.
EliminaOhi ma non mi citare a cazzo please!
Elimina{ ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ! }.
EliminaIl paradosso e' quello che Matt Ridley descrive come introduzione al suo lavoro piu' noto, La Regina Rossa, - Sesso ed evoluzione, utilizzando la metafora della Regina Rossa (dal libro Alice allo Specchio, ) che deve muoversi all'impazzata per... rimanere sempre nello stesso punto perche', nel frattempo, tutto il resto si e' mosso all'impazzata con essa.
EliminaMKS hai centrato hai osservato con precisione il fenomeno, sia pur con una lettura in parte (punto 1), marxista che, nonostante la mia allergia, e' precisa.
Lorenzo, la tecnologia prodotta dall'uomo come sua protesi, estensione, ne modifica, ne influenza e determina i comportamenti. Le persone che si estraniano da questa risonanza sono rare. probabilmente l'esempio quotidiano, da lustri, dell'influenza dello strumento sul comportamento, e' quello dell'automobile.
Chi va al mulimo si infarina, anche se a parole pochi lo ammettono o non lo considerano possibile (faranno un mulino tecnologicamente piu' avanzato).
Se da una parte c'e' il luddismo, agli antipodi c'e' il tecnoteismo che sono ai due estremi del diametro, due facce della stessa medaglia.
L'educazione della persona non e' sufficiente: persone educate, con strumenti, conoscenze e altro sono in un questo livello "culturale" che e' sottile rispetto a comportamenti determinati dalla biologia bioevolutiva.
Quindi puoi avere persone "ben educate" che in situazioni emotive non ordinarie, o in contesti non ordinari, nonostante la loro "educazione" si lasciano andare a comportamenti assurdi, nocivi, criminali, etc. .
L'educazione come dispositivo tecnologico culturale, come protesi o prolungamento o macchina, non e' sufficiente: prendo il bulldozer e nonostante tutte le informazioni sull'aumento di CO2, sull'inquinamento, etc. ti spiano il boschetto che si era formato sul campo incolto di mia proprieta' sul quale spero di far ripartire la speculazione edilizia.
A cosa e' servita l'educazione, la formazione? A nulla.
A fool with a tool is a [more dangerous] fool.
E quanti francesco ci sono in blogger?
EliminaLorenzo, la tecnologia come "applicazione e l’uso degli strumenti tecnici in senso lato" (Treccani) esiste.
Elimina> che non esiste come ente separato, non può "influenzare" una beata mazza
Questa affermazione è falsa.
Nel senso che è vero che in teoria dovrebbe essere ogni persona ad usare , a discernere sull'uso, a trovarne o valutarne l'utilità, ma questo vale per un numero così ristretto di persone che può essere considerato un'eccezione.
In altre parole, come uno strumento di misura perturba il campo misurato, come ogni osservatore modifica quanto osservato, "l'uso e le applicazioni" degli strumenti tecnici modificano i comportamenti, la percezione di parte rilevante delle persone che li usano.
Il modo influenza lo scopo.
Ci sono molti esempi di introduzioni di strumenti che da strumenti sono diventati il fine, con relative gravi regressioni di massa.
Auto, climatizzazione degli ambienti, furbofonia, televisione, etc. .
Il tuo ragionamento "individui che utilizzano la tecnica, quindi capaci di pensare e di discernere" è teoricamente inecceppibile e praticamente falso.
Un po' come il comunismo o la decrescita o il liberismo, la globalizzazione o altre paradigmi che teoricamente sono perfetti e in realtà non funzionano. Paradigmi che diventano feticci ovvero diventano, da strumenti, il fine. Il tecnoteismo (ovvero la fede che le masse ripongono nel fatto che la tecnologiao meravigliao nuova, progredita, risolva i problemi introdotti dalle tecnologiao meravigliao precedenti, fa parte di questi approcci salvifici e relativi fideismi che distraggono - siamo d'accordo - dalla centralità della persone.
Ecco, ora, ad esempio, Macron, nel suo europeismo di plastica per idioti, crede che l'Europa sia la soluzione.
Pensare che basti solo allontanare il luogo delle decisioni politiche e aumentare la scala per risolvere i problemi dovuti alla distanza dai "decisori" da realtà e territori e dalla scala già fuori controllo.
Sono approcci spacciati alle masse per far adorare loro un nuovo feticcio e poi controllarle e sfruttarle meglio.
Ci sono molti ismi in questa serie di credenze, compreso il tecnoteismo.
Scritto quasi tutto col furbofono, ci sono un tot di refusi, errori (dovuti al distorsore, come "scendo ha impilare la legna", imperfezioni.
RispondiEliminaCorreggero' appena possibile.
No, non mi sembra scritto col furbofono.. ma più con quella sensibilità che ti riconosciamo tutti, ormai..
Elimina'spetta
EliminaIl fatto di averlo scritto con la penna d'oca, su una vecchia Olivetti, sul furbofono non influisce sui contenuti ma sulla forma dei contenuti. In particolare il furbofono cambia solo alcune parole, se non hai un controllo ferreo sulle sue proposte spesso distorsive.
Il testo di questa pagina lo avevo scritto sul furbofono in treno venerdi' mattina,poi pubblicato ieri, con alcune correzioni "tipografiche" (alcuni corsivi, etc.), l'aggiunta dell'immagine a corredo, etc. velocemente ieri.
Mi erano sfuggiti alcuni errori e refusi. Inoltre,ora, blogger non supporta piu' la modifica di una pagina pubblicata per il mio vecchio navigatore (una versione di Opera, la 12.02, che ha oltre cinque anni).
Correggero' domani.
Meglio.. io col furbofono al massimo appunti volanti, roba da facebook... se devo ricamare rischio di intrecciarmi, distrarmi, segare il pensiero..
EliminaIn bocca al lupo al fratello...
RispondiEliminaIntendi per la cassa integraazione, Pippa?
EliminaEnnesima bella narrazione, Uomo.
RispondiEliminaLa brevilinearità delle soluzioni è spesso menzognera se non traditrice.
Ed anche nel caso in cui ottieni davvero qualcosa al termine del processo, è certa la tua ignoranza sullo stesso.
Che è quello che il Sistema vuole, oltre a sottrarti il tempo vitale in cambio di uno stipendio dignitoso.
Al contrario, chi è precarizzato ha più tempo di te : tempo libero congruo E stipendio decente sono due cose che, assieme, non sono per i plebei.
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Si', considerare gli effetti (i benefici) di una soluzione solo sul breve termine puo' portare a peggiori soluzioni (se non pessime) su periodi mei o lunghi.
EliminaIo ritengo che il Sistema non sia altro che... l'etologia e quindi la fisica: un sistema fatto di macchine termodinamiche che cercano di aumentare le risorse, l'informazione, la complessita' e che cercano di scaricarne i rifiuti, l'entropia, all'esterno, da cui vengono prelevate le risorse necessarie.
Tempo e spazio sono il Lusso contemporaneo e i lussi sono SEMPRE, per definizione , ristretti a pochi individui. Se tali individui fossero tutti gli individui o la maggior parte, sarebbero la normalita' e non piu' lusso.