lunedì 18 gennaio 2016

Oggi proprio no

Tra qualche minuto sarò sulla bici. Devo andare all'ospedale, alla camera ardente.
Il papà del mio caro istruttore di cointegro è morto. E' un po' di tempo che succede, che i genitori di amici o conoscenti un po' alla volta se ne vanno.
Esercizio di bicicletta, di malinconia e riflessione, spirituale.
Oggi non ne avrei proprio voglia.

25 commenti:

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  2. La morte è un atto ecologico, ma è sempre un atto doloroso da accettare. Un abbraccio

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    1. Nei luoghi di ecologia che seguo inerenti il problema della sovrappopolazione si nota che i tassi di riproduzione continuano ad essere pesantissimi, aberranti, in molte aree del pianeta.
      Il secondo problema per l'ecologia è che non solo siamo di più (7.3 giga homo) ma che viviamo molto di più.

      Sei su un autobus già zeppo e su cui continua a salire gente e... sempre meno scendono.

      In ogni caso, Baffus, oggi non pensavo all'ecologia. Più in generale al mistero della vita/morte.

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    2. Non pensavo alla morte come risoluzione alla sovrappopolazione, ma come atto tutto sommato equo, come >"una livella"

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    3. Non c'è quel gran mistero: chi nasce muore. Senza esclusioni.

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    4. x baffobp bp:
      Faccio sempre molto fatica col napoletano. Ho capito un terzo del monologo. Sì, la morte "livella". C'è la cerimonia funeraria all'Abbazia di Westminster per i reali d'Inghilterra che è particolarmente significativa.

      x MrKeySmasher:
      Il mistero è sul piano metafisico, il senso della vita/morte.

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    5. Anche in quel caso non riesco a vedere nessun mistero: è così. La vita esiste in alcuni luoghi e non esiste in altri luoghi, esattamente come su certi pianeti ci sono elementi pesanti e su altri no, o come una stella si sviluppa evolvendo verso lo stato di nova o verso quello di gigante rossa. Ora uno potrebbe chiedersi il significato dell'esistenza del piombo, o quello del fenomeno della fusione nucleare -- sarebbe lo stesso che interrogarsi sul significato della vita, tanto nelle premesse quanto nei risultati.

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    6. MKS, quindi la questione ti lascia del tutto indifferente?

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    7. Non è che mi lasci indifferente, diciamo invece che alla bella età che ho ormai conosco i miei limiti meglio di quando avevo venti o trent'anni, e so bene che anche arrovellandomi non verrei a capo di niente (a parte forse qualche illazione del tutto campata in aria). Dunque accetto le cose per come le vedo e mi adeguo. Col che non intendo dire che mi piaccia quel che vedo, anzi...

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  3. Bisognerebbe fare riflessioni Sullo Spirito spesso e non quando capitano solo certi eventi. Purtroppo la vita ci distrae e ci impone un ritmo vertiginoso.
    Ciao uomo.

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    1. Oggi sono un po' con le pile scariche.
      So anche perché.
      Quasi zero movimento fisico questo fine settimana, lavorato in casa, un po' poltrito. E' una miscela abbastanza deprimente.
      In ogni caso, Magnolia, rapportarci alla morte, vederla con gli occhi, vedere il pallore di un cadavere che era il papà di una persona cara, non un cadavere di uno sconosciuto, porta a riflettere, a meditare.
      E' proprio perché imprevisto che è una meditazione maggiormente emotiva, più sentita e profonda.

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    2. Venerdì scorso è morto di ictus repentino e fulminante un collega bidello mio coetaneo (52 anni). Non ho avuto bisogno di rifletterci su, perché è già da almeno una decina d'anni che ho riflettuto, e per ora direi che ho tratto delle conclusioni che non m'è ancora venuto il guizzo di mettere in dubbio.
      Al contrario, un mio caro amico che ha un solo anno meno di me (e che col bidello in questione non ha nulla a che fare) pur non essendo incappato in lutti recenti sta entrando in una evidente e pesante crisi perché ha tardato a realizzare l'evidenza dei fatti. Sta davvero perdendo la testa perché ha scoperto... che anche lui invecchia, con tutto quel che ne consegue! Spero che riuscirà a rimettersi in sesto presto, ma i segnali che lancia non sono incoraggianti.

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    3. Diciamo che io ho osservato le cause della vena di malinconia.
      - la stanchezza odierna (dormito male stanotte)
      - buco sentimentale/erotico/affettivo
      - mancanza di movimento
      - la non mobilità notturna

      A parte il secondo punto nulla di grave.
      Il rito funebre odierno è solo una tessera di un mosaico.
      Prendere atto dell'invecchiare e gestirlo bene non è facile. Alcuni, come testimoni, non reggono.

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  4. Bisognerebbe fare riflessioni Sullo Spirito spesso e non quando capitano solo certi eventi. Purtroppo la vita ci distrae e ci impone un ritmo vertiginoso.
    Ciao uomo.

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  5. La morte é in passaggio per chi crede, la fine di tutto per chi non crede. E tuttavia, credenti o meno, quello che ci rabbuia nel vedere un morto é rendersi conto della nostra stessa caducità. Motivo in più per vivere al massimo ogni giorno che ci é dato...e godere di ogni singolo istante. Io odio l`idea di morire perché non potró piú vedere tutta la bellezza che mi circonda. Sono incazzata non poco con questo destino inevitabile che ci riguarda tutti. E non dico altro che mi pare di aver detto anche troppo.

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    1. > quello che ci rabbuia nel vedere un morto é rendersi conto della nostra stessa caducità

      Sì, Spirita.
      A me dà un fastidio bestia anche quando sono gli oggetti a usurarsi, a guastarsi. Penso che oltre alla scocciatura dovuta alla disfunzione / mancata funzione ci sia anche il tempo che fa presente il suo scorrere inesorabile.

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    2. E' da quando avevo poco più di vent'anni che, nelle discussioni "da bar", trovo divertente provocare i miei interlocutori chiedendo loro quale sia il peggior nemico del genere umano (e non solo). La mia risposta è proprio quella che sembra voglia dare tu: il tempo.

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  7. Mi spiace.

    Come detto sopra da altri, chi nasce prima o poi muore, e' inevitabile.

    La morte e', appunto, inscindibilmente legata alla vita.

    A parte le questioni filosofiche, io mi auguro di morire "al momento giusto", ovvero cercando di non lasciare cose irrisolte e figli ancora bisognosi di cure... chissa' se avrò questa fortuna.

    Per il resto, a parte la quiete relativa attuale, con la morte vengono meno anche le sofferenze. Certo, nel caso di persone giovani e sane non si va a pensare a queste cose.

    Comunque mi rispecchio molto in quanto diceva Epicuro.

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    1. > vengono meno anche le sofferenze
      Morte liberatrice.

      La cosa è trattata da Tolkien nel Signore degli Anelli.
      Immaginati che condanna feroce quella di non poter morire. Ecco, se penso a quella mi vien più simpatica (o... meno antipatica) la sorellina con la falce.

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    2. Anche nel mondo della fantascienza non sono pochi i soggetti basati su personaggi ai quali è preclusa, in un modo o nell'altro, la possibilità di morire. Tutti romanzi piuttosto tragici, devo dire.
      Anche più intrigante è l'ipotesi, un po' più rara ma comunque rappresentata in più d'un romanzo, della possibilità volontaria di vivere indefinitamente e del contrasto interiore tra l'istinto di sopravvivenza che impedisce di scegliere la morte a cuor leggero e il logorio dell'esistenza che spinge al desiderio della morte al tempo stesso agognata ed odiata/temuta. Un maestro, su questo fronte, è stato Philip Josè Farmer.

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    3. Il fatto e' questo: nel caso di persone in salute e in condizioni di vita "ragionevoli", senza problemi fisici gravi, non si va mai a pensare alla morte come "liberatrice".
      Pero' con il passare degli anni la prima cosa a peggiorare e' la salute, e se le condizioni economiche non sono rosee allora ogni cosa diventa difficile. In alcuni casi la condizione fisica peggiora al punto da risultare estremamente dolorosa. In quei casi, beh, credo che uno possa pensare alla morte come alla fine della condizione dolorosa, quindi come "liberatrice". Non mi ci sono trovata ancora in una situazione simile e mi auguro di non trovarmici mai, ne' i miei cari.

      Se esistesse davvero la pozione dell'eterna giovinezza e dell'eterna salute io non ci penserei due volte al volere vivere "in eterno"... ma comunque nella realtà il problema non si pone.

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    4. Sì, nuvolutn :), il peggiorare della condizione fisica è ciò che può portare alla morte come fine di una condizione dolorosa, debilitante.
      Pozione per vivere in eterno? Mmh, non so se sarei felice di una roba così.

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  8. personalmente intendo la morte, un evento necessario per ogni essere vivente; e senza dimenticare che è l'unica certezza che ci è dato conoscere per ogni vivente. Insomma tutti sappiamo che dobbiamo morire; tuttavia si tratta come ci si arriva a questo grande evento. Penso che tutto si combina con l'esistenza trascorsa e come la si è trascorsa.

    Siamo stati in grado di coltivare la propria vita preparandola all'evento morte?

    In tal caso non ci sarà nulla da rimpiangere del proprio trascorso. Per dirla col sommo Poeta:

    "NOI SIAM VERMI NATI AFORMAR L'ANGELICA FARFALLA"

    Tutto quì, buona giornata UUIC

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    1. Mi fa sorridere il tuo pensiero, Daoist e la citazione pure.
      Grazie. :)

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