Dunque Trump è il candidato dei repubblicani negli Stati Uniti. Questo avviene dopo lo straordinario successo dei liberali austriaci che sono arrivati al 49,7% nelle ultime elezioni presidenziali nel "regno orientale". In questo caso si è riproposta e rinnovata, ampliata la frattura tra la cultura, quella rurale, del mondo fenomenico, legata alla realtà, alle leggi fisiche e biologjche della natura, e la incultura, quella dell'artificiale urbano (nel caso specifico viennese) e le sue degenerazioni e patologie babeliane. Siamo tornati alla hybris illuminista e alle stragi vandeane, poi a quelle sovietiche dei kulaki, a quelle khmer dei contadini cambogiani.
Nel mio percorso di disinquinamento dal progressismo tecnoteista, dall'ugualismo e dal mondialismo, sostituzionisti e panmixisti e delle strampalate teorie che questo mondo assume come assiomi (visto che si tratta di una nuova religione sarebbe opportuno usare il registro religioso e quindi dogmi) ritorno al pensiero di uno dei fondatori di Greenpeace e degli studiosi di ecologia profonda e cioè che le città e l'urbanità sono fenomeni massimamente antiecologici, tra i più antiecologici.
Angelo Panebianco attaccato fisicamente dalla merda squadristica rossa, quella dei collettivi Hobo Haram e feccia simile pone oggi alcune critiche all'acquina di rosa nel suo editoriale, Le elite, le castalie paramassoniche, paracomuniste, cristiane e islamiche che lavorano contro gli elettori (il mondo urbano contro quello rurale aggiungo io), nel loro progetto di società globalizzata, frantumata, a scoppio sono un problema di antiecologia sociale e culturale sono la causa dei populismi (termine stravolto dalla sua accezione originale, uno dei mille mila disastri dell'artificializzazione e adulterazione della realtà dovuta all'urbanismo) e la alimentano.
In queste settimane ho letto con attenzione Il Primato Nazionale, il quotidiano in linea del nuovo fascismo e mi sono reso conto che, oltre a varie ottime idee, la base ideologica è comunque
- dirittista nazionale;
- globalista di media scala, ostile alle piccole patrie;
- non poco progressista, tecnoteista (futurista);
- crescitista e natalista;
- ferocemente contraria al pareggio di bilancio (uno dei primi criteri di sostenibilità);
- dipolare o schizofrenica rispetto all'ideale e alla cultura (germanici) del rigore;
- antiecologici per antagonismo ideologico ai cocomeri;
Ora la questione nel progetto di collasso sociale in corso è la seguente: gli europei riusciranno a destarsi da ottundimento e plagio dovuti a decenni di catechesi marxista, in tempo, prima che la politica del fatto compiuto sia troppo in là, prima che si arrivi a una libanizzazione, ad una sirianizzazione, ad una sarajevizzazione esplosive?
Il fatto positivo
In molti paesi europei e non solo ci sono segni di una presa di coscienza e di un cambio radicale di voto da parte di molti elettori che si rendono conto della estrema nocività del progetto mondialista e di quello distruttivo di sfruttamento e annientamento della media borghesia e delle classi subalterne da parte dei papponi sacerdotali marxisti (qui cattocomunisti, altrove protestancomunisti) straordinari millantatori a parole di difendere interessi di poveri e proletariato locali e incredibili attuatori dei più virulenti progetti a loro danno.
In molti paesi europei e non solo ci sono segni di una presa di coscienza e di un cambio radicale di voto da parte di molti elettori che si rendono conto della estrema nocività del progetto mondialista e di quello distruttivo di sfruttamento e annientamento della media borghesia e delle classi subalterne da parte dei papponi sacerdotali marxisti (qui cattocomunisti, altrove protestancomunisti) straordinari millantatori a parole di difendere interessi di poveri e proletariato locali e incredibili attuatori dei più virulenti progetti a loro danno.
Il fatto negativo
L'urbanismo tumorale è alimentato dall'invasione sostituzionista e porterà masse ancora più grandi ad uno sradicamento dalla realtà (natura) ancora più grave e alle patologie che ne derivano.
L'urbanismo tumorale è alimentato dall'invasione sostituzionista e porterà masse ancora più grandi ad uno sradicamento dalla realtà (natura) ancora più grave e alle patologie che ne derivano.
A me Trump non piace e a dire il vero sono anche preoccupata che un razzista del genere sia cosi votato in questa corsa alla casa bianca.
RispondiEliminai razzisti di "destra" sono molto meno pericolosi dei razzisti positivisti di sinistra, i cui ragionamenti tentano di essere più sofisticati.
EliminaIl dilagare del razzismo (in realtà una reazione di difesa così sana che non ha neppure connotati ideologici come i razzisti positivisti danno a credere) è il risultato di questo piano ideologico di sostegno e di supporto alla migrazione di massa.
Una reazione biologica, immunitaria ad un sopruso.
Quindi il razzismo, ora, è nello spazio delle soluzioni, non in quello dei problemi. Eticamente è una buona cosa e lo è anche ecologicamente, cosa a cui mi riconduco nelle mie valutazioni.
A me Trump non piace e a dire il vero sono anche preoccupata che un razzista del genere sia cosi votato in questa corsa alla casa bianca.
RispondiEliminaSeguo con interesse ormai da trentanni il percorso politico e culturale di De Benoist ....
RispondiEliminaLo so, John.
EliminaHa un pensiero molto interessante. Tra le sue cose più belle la morale dell'onore.
Cosa preferisci in De Benoist?
EliminaImpossibile qui precisarlo... per punti, antiuniversalismo e antiindividualismo, difesa delle specificità delle autonomie locali delle identità collettive, etica dell'onore, critica all'ideologia americanista, ecc....
EliminaImpossibile qui precisarlo... per punti, antiuniversalismo e antiindividualismo, difesa delle specificità delle autonomie locali delle identità collettive, etica dell'onore, critica all'ideologia americanista, ecc....
EliminaLorenzo
RispondiEliminaCome tu sottolineavi, in tema di filosofia e morale del diritto, esso rispecchia le consuetudini, gli usi della comunità che lo fa proprio. Così penso sia anche per la politica: non è una questione di ideologia politica, diciamo che lo è solo in piccola parte. Molto più è questione di (in)cultura. Nel bene e nel male.
Tu intervenisti in modo piuttosto deciso sulla questione "meritocrazia" dicendo che poi diventa un'arma dei "compagnucci".
Da questo punto di vista alla prassi del familismo amorale, corrisponde, più in alto, su un registro politico, quella delle corporazioni, degli interessi corporativi. Fenomeno positivo? negativo?
Dipende.
(questa è la risposta che fa imbufalire i moralisti, si incazzano come delle vipere pestate, compresi i moralisti del ciarpame "antifa" che con i loro ragionamenti settari e rozzi, da 'gnoranti ideologizzati fanno il ragionamento a livello di bambini minorati mentali o da idioti fondamentalisti "corporazioni -> fascismo => ilmalebruttocattivocaccadiavolo" e scleri vari).
I moralisti più sono fondamentalisti più sono marci, dissociati dentro, sono la finzione portata all'estremo. E i kompagni non li batte nessuno in fatto di moralismo.
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