mercoledì 1 aprile 2015

Che manitùallah...

Andato a dormire alle due e un quarto, decido comunque di prendere un treno mezzora prima, c'è riunione di progetto.
Treno delle otto e qualche minuto... soppresso (&%¥>#¡xxx@! bestemmie assortite).
Che manitùallahdioshiva strafulmini le grandi opere, i corrotti a cui servono e i koglioni invasati che le sostengono.

12 commenti:

  1. Ma è Lei, signor UnUomoInCammino che non capisce nulla. Le grandi opere inutili sono utili anche perché ci permettono di accoglierLa con qualche simpatico pesciolino di aprile.
    Treno xx614 lo mettiamo in orario, lo sopprimiamo qualche giorno sì qualche no, non penserà mica che sia effettuato l'1 aprile?!
    Pensi che senza di esse queste opere questi divertissement con cui Le allietiamo l'inizio di giornata non sarebbero possibili.

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  2. http://www.zeppo.it/575-napoli-macchinista-di-treno-depresso-chiude-fuori-il-collega-e-fa-partire-il-regionale-in-orario/

    ridici sopra

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    1. Ho controllato la data di pubblicazione dell'articolo e NON è il 1° aprile, ma il 29 marzo 2015.
      Pensavo ad un pesce d'aprile.
      E invece parrebbe tutto vero.
      Ieri, verso la milonga, con _zia, si diceva di questa palude di merda che fagocita tutto e dal quale, talvolta, per salvarsi, esce il genio.
      Quella è la terra della tammurriata e la tammurriata esce anche da quel macchinista che va a fare colazione mentre il treno che avrebbe dovuto "portare" accumulava 33' di ritardo.

      Ma 'sto panzifero (giornalista autore), come diavolo ha potuto riscontrare che il macchinista è arrivato al binario alle 8:37?
      Che articolo strano.

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  3. Le grandi opere (finalizzate alla corruzione, vedi vari casi recenti e meno recenti) necessitano di molte risorse.
    Grazie a dio ora ci sono bilanci meno allegri.
    Dunque se il sistema ferroviario, da ventanni, destina l'80% delle risorse e degli investimenti all'AV che trasporta meno del 7% dei passeggeri, significa che col 20% di risorse devi far tirare avanti la baracca utile per il 93% degli altri bipedi.
    Infatti i cicli di manutenzione sono stati allungati follemente e ciò comporta che i treni si guastano sempre più, non ci sono convogli di riserva. Sulla linea che uso l'anno scorso qualcosa come quasi quattrocento soppressioni (una al giorno) senza contare le finte soppressioni, ovvero treni fatti partire dalla stazione centrale, fatti arrestare dopo un paio di fermate e fatti tornare indietro.

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  4. @Uomo

    Si, perché tu hai fiducia che i soldi tolti alle grandi opere vadano poi effettivamente investiti nella gestione ordinaria ?
    Stai sicuro che troverebbero il modo di investire l'80% in dividendi e investimenti di altra natura.

    C'è poi un fatto: seguendo una certa logica "liberista", la grande opera dovrebbe essere finanziata dal privato e non dal pubblico.
    Non capisco perché mio padre e mio nonno abbiano dovuto pagare ferrovie, ponti, tralicci dell'alta tensione, autostrade e adesso tutto venga eventualmente privatizzato.

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  5. C'è ovviamente il discorso che un certo tipo di gestione pubblica non è il top ma insomma, voglio dirti: se vuoi far funzionare una cosa la fai funzionare. Indipendentemente dal fatto che sia pubblica, privata o che ci siano / non ci siano le grandi opere...

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  6. nottebuia

    Io sono favorevole alla creazione di tutti i possibili, sistematici conflitti virtuosi di interessi. Anche per questo il (ipotetico) pareggio di bilancio è potente.
    Destare il_bobbolo e far sì che deleghi meno possibile e controlli i delegati.
    Col mio amico scienziato dicevamo, in treno, che sarebbe più conveniente distribuire direttamente le risorse ai corrotti in modo che non si eseguano le grandi opere dissipatorie nefaste. Per una grande opera, Marco Ponti valutava il costo della corruzione intorno al 20% e un 30% sul sovradimensionamento (ancora atto alla corruzione). Eliminare i danni ecologici, ambientali, paradigmatici della grande opera permetterebbe di risparmiare subito il 50%.
    E' un po' come il discorso del reddito di cittadinanza: pagare delle persone in modo che si eviti che per ricevere l'opportuno stipendio/salario facciano i disastri col lavoro, osservava Gaia Baracetti.
    Che scenari orribili!

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    1. Ma si, paradossalmente è così: fai prima a dare i soldi e che lo scempio non venga compiuto. Altrimenti, poi, devi spendere altro denaro per riparare...E' pazzesco, ma è così...

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  7. @Lorenzo indubbiamente, pregi e difetti dei due approcci "statalista" e "liberista" sono ben noti, con le degenarazioni che ormai dovrebbero fare scuola ed esempio per tutti.

    Ciò su cui io tendo a insistere è il fatto che le due modalità portano agli stessi disastri. Il fatto è che il comunismo è stato giustamente (e finalmente) archiviato, il liberismo viene ancora prospettato come soluzione.

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  8. > Se la cosa pubblica ha lo scopo di impiegare il maggior numero possibile di persone

    Scusate, ma vi faccio 'na domanda.
    Visto che non si può pensare ad eliminazioni di umani di massa (non vorrei rimarcare che, per quanto immorale e cruenta, questa sarebbe una soluzione, rischio di attirarmi le ire di violazioni del politicamente corretto e di lesa maestà antropocentrica), queste folle enormi di disoccupati, senz'arte ne parte, di clandestini, di locali che vorrebbero tutti fare il dirigente d'azienda, il medico, il calciatore, l'avvocato famoso, il politicante, come le gestiamo?

    Il problema è che non esiste più il comunismo, né il liberismo pure ma esistono forme ibride, a partire dal lemon capitalism o lemon socialism dipende quale faccia della me(r)daglia state osservando.

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  9. E' probabile che per costruire una democrazia realmente funzionante qualche secolo. Io ho l'impressione che, nel nostro percorso (come Italia, ma anche come Europa), stiamo regredendo invece che progredire.

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  10. la questione, nottebuia, è che il problema dei commons ha secoli.
    E' l'etologia di specie che la governa, sempre, non la cultura se non con sforzi notevoli, spesso vani oppure costosi.
    E l'etologia è quella di un predatore apicale ingordo.
    Non sono prospettive "eccezionali", qui e ora.

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