Ero uscito, camminavo con le braghe larghe marinare da studio e la mia t-shirt nera per le vie della città giardino verso il botteghino del Kurhaus. In cima al mondo. C'era una screziatura di delusione, non ero in città a camminare con _ana, era andata a riposare, poi l'aspettava il lavoro prima che ci saremmo rivisti. Ma era sola una piccola increspatura di spuma bianca sulla cresta dell'onda.
Al botteghino del teatro (in realtà non proprio del solo teatro ma quel locale sul corso della Libertà 31 o 33, non ricordo, ne svolge le funzioni sia per il teatro Puccini che per il Kurhaus che funge anche da teatro/sala da concerti) osservavo le persone in coda. Avevo ancora l'adrenalina in corso per il laboratorio andato bene (è un piacere tornare ad imparare, è un piacere farlo con un donna che mi piaceva tra le braccia :) e l'eccitazione per essere tornato a camminare in quella città così esotica nelle sue architetture eclettiche, mitteleuropee. Osservavo i volti, ascoltavo le lingue: italiano, dialetti tirolesi, spagnolo, una lingua slava nei minuti che fui lì. Avevo osservato all'ingresso alcuni volti già visti in giro in milonga per l'Italia, alcuni erano lì vicino. Mi sentivo, con il piacere dell'essere incognito, un protagonista, una parte, un organo di un sistema coreutico tanghero complesso. C'erano un paio di ragazze fini ed esili. Le conosco, sono ballerine di danza classica che sovente passano o si estendono al tango. Chissà come ballerà? Dopo vedremo.
Sì, tre anni di studio sono ancora pochi, non sarò mai una stella come Claudio e Barbara. Ma già ora io sono fico. Molti di voi qui dentro venite ad ascoltare il concerto, sarete stupiti da loro, vi chiederete come sia possibile quella fisica applicata. Poi, altri di voi guarderete, ancora stupiti, me e la donna che avrò tra le braccia. Fu ciò che successe, in effetti. Altre di voi sarete belle ed eleganti stasera, desidererete il mio invito. All'inizio no, solo dopo un po', quando mi avrete visto all'opera e vedrò i vostri occhi, bruni o neri o azzurri, il rimmel, mirare i miei e in essi brillare il desiderio.
Silenzio, attesa in coda, sorriso interiore ed esteriore. Erano arrivate due milonghere che conoscevo, un sorriso e un saluto, due besito discreti,come si fa, quasi in silenzio. Era la nostra complicità, noi eravamo parte di quel rito e solo noi, tra quelle persone, lo sapevamo: interruzione e conferma. Questo era il dialogo interno. C'era una soddisfazione così fine e potente, invasiva, permeante. Essere protagonista silenzioso, sconosciuto, di un rito di festa e d'arte.
Sentivo l'effetto del cappuccino della mattina, ma anche stanchezza latente che covava sotto, era dalle cinque e venti che ero sveglio. Devo andare a buttarmi giù almeno un'oretta, altrimenti non ce la farò stasera. Uscito col biglietto in mano, verso la Passeggiata d'Inverno, alberi colossali, leziose architetture liberty, austere gotiche, poi la passerella, poi su, fino alla casa della mia amica. Mi girava un po' la testa, la lotta tra eccitazione e stanchezza. C'erano anche i miei preparativi della festa, non solo quelli che avevo intravisto (*).
La mia amica mi aveva preparato la stanza, ho abbassato le tapparelle. Sono già le sei, programmo sveglia alle 19:20, solo un'ora e venti.
(*: preparativi del salone liberty dell'ex hotel Emma nel quale si è tenuto il laboratorio e la milonga della tarde domenicale)
((*) via nocheintango)
Sembra un romanzo...e' bello quando si può "raccontare" cosi' la propria vita :)
RispondiEliminaQuando leggo post così, capisco che forse l'umanità non è condannata all'autodistruzione ...
RispondiEliminax Spirito Libero:
RispondiEliminaMi piace il tuo commento.
Se ora ci penso, ultimamente in questa vita felice in cui mi getto a capofitto, mi capita frequente di pensare che se mi estraniassi un po' potrei vedermi cone in una pellicola (film) nella quale sono soggettista, attore, protagonista, regista... :)
x nottebuia:
Mentre scrivevo io stavo pensado che... il mio ego in quei momenti raggiunse dimensioni mai avute prima. :)
Pero' e' anche un ego che e' sostanzialmente ecologico: non crea danni, porta energia e cose buone.
Forse anche per questo io ritengo che si potrebbe e dovrebbe sublimare la competizione in attivita' comunque immateriali o poco materiali, nelle quali il gioco e' comunque a somma positiva. Anche se non vinco, anche se non sono lo strafico ho avuto modo di esprimermi, di stare bene, di lascaire spazio alla mia parte creativa, sono stato attivo, lo sono stato in una dimensione artistica, etc.
Ahaha, ego senza frontiere. :)
Si...ultimamente è lo stesso x me... bello. Vuol dire che la vita si " muove" e ne siamo " protagonisti" :)
EliminaBellissimo salone...
RispondiEliminaDescrivi un'atmosfera silente ma elettrica. Pare un "dietro le quinte" :)
Confermo la sensazione.. ti avverto bello pregno e cosparso di atmosfera tanghera... non è che capiti a Roma a inizio ottobre? L'Auditorium ospita una superkermesse tanghista.. difficile però - immagino, magari errando - che emergano quei "dialoghi interni" di "festa e arte"...
RispondiEliminax Spirito Libero:
RispondiEliminaEssere protagonisti della propria vita.
Inebriante. E pericoloso. Nel senso che... spinto all'eccesso per un singolo come me poi va a rinforzare l'ebbrezza da libertà.
x gioia:
Elettrica dietro le quinte... un po' anche dentro le quinte senza che ciò appaia agli "altri"
x franco battaglia:
Goduria. Poi in quella cittadina... Adoro il mondo e la cultura austriaca e il Tirolo è anche montagna e quello meridionale è vette, abeti e vigne, palme e neve sulle cime. MIIIIII! :)
Il problema NON è venire a Roma... il problema è scegliere tra le mille mila occasioni, laboratori, maratone, milonga speciali,.
Eh... dura la vita di discernimento del tanguero. ;)
Buondì
Un post che esalta il senso del piacere e un modello per chi ama la vita e sa come godersela.
RispondiEliminaBravo Uo'. E' proprio bella 'sta pagina. :)
RispondiEliminax Daoist:
RispondiEliminaPensa, un piacere così grande per cose sostanzialmente piccole. Ma direi preziose e rare per la difficoltà ('sto tango è difficile e questo lo adoro). :)
x Clorinda:
Grazie Clo'.
Pensa che ho aspettato qualche giorno a scriverla.
Altrimenti il rischio sarebbe stato di fiotti di superlativi.
Non ho ancora finito.