giovedì 30 ottobre 2014

Due ruote correzionali

Ora che la sera devo rimontare ogni volta i fanali anteriori e posteriori (per poi rismontarli una volta biincatenata la bici nei pressi della stazione) le operazioni sono diventate ancora più lunghe.
E io provo sentimenti sempre più violenti rispetto a questa marmaglia di piccoli delinquenti che aumenta di giorno in giorno con l'aumento dell'importazione di balordi senz'arte ne parte favorita dagli scafisti bianchi cattocomunisti al governo (Cameron ha detto la cosa del tutto ovvia che ogni persona sensata e con qualche capacità di discernimento può capire).

Stamani ho preso un treno mezz'ora prima e, perstamadonna, sono finito nella bolgia di auto, SUV, berlinoni e robaccia varia  posizionale tedesca della buonapinguescema borghesia felsinea che portava in massa pecoreccia i suoi prodotti alla scuola privata di inquinamento cattolico. Voi non potere immaginare l'ingorgo che ciò crea in un mezzo quartiere. Quasi quasi mi creo un cartello così e me lo appendo sulla schiena, ho pensato

Pigri debosciati
portate a scuola i vostri figli in bici o a piedi
affinché non diventino idioti autossicodipendenti.
Come voi

Mi godrei poi gli insulti, eheheh.
A proposito, ieri ciclomanifestazione in città sul problema dei furti delle bici, guardate cosa scrive quella ragazza? Finalmente qualcuna inizia a dire cosa non si può dire a questa popolo marmagliesco di ladri e ricettatori.

Venerdì scorso, andando alla lezione di milonga in centro, ero in pista ciclabile stretta - progettata male a discapito dei pedoni su un marciapiede stretto senza togliere un metro allo spazio per le auto - sono venuto quasi alla mani con un biciclista. L'universitario meridionale (figuriamoci che classe dirigente che formerà, stiamo freschi) ganzetto arrogante era scocciato e poi aggressivo perché io, con il mio solido metodo educativo-correzionale, non mi sono spostato di un millimetro ed egli, in controsenso (avrebbe dovuto essere sulla pista ciclabile nel verso giusto sul marciapiede opposto), si è dovuto fermare.
Sto sulla destra (destra cosa? quale?), come ti permetti! cazzo vuoi? non mi mettere le mani addosso, etc. etc.
Gli ho detto di stare cagato, gli ho ripetuto "Se vuoi trasgredire, fallo con intelligenza" più volte ma secondo me non l'ha neppure capito. Poi si è spostato è andato via. L'intervento correttivo sarà servito?


24 commenti:

  1. Ho percepito (in mezzo a tanta ironia) una sorta di profonda insofferenza verso il genere umano. La domanda è: tutto, o solo una parte? Sembri aver bene in mente dove collocare questa "categoria"... a me manca sta certezza. Per me l'uomo è uguale, ovunque, sempre. In quanto uomo, imperfetto.

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    1. L'insofferenza è per la stupidità, Sarah.
      Del resto, devo dire, che devo anche essere grato a questa mediocrità che aumenta esponenzialmente quotidianamente perché mi permette di differenziarmi via via più da essa.
      :)
      Condivido la superbia che caratterizzava parte della vita di Siddharta e non ne ho ancora la compassione e la saggezza.

      Guarda, anche io sono un mediocre su alcuni aspetti, ad esempio nei rapporti con le donne.
      Ma non mi lamento né faccio ricadere essa su altri. Insomma, essere mediocri è umano. Non è umano (visto che dovrebbe essere Sapiens la specie) far ricadere su altri gli effetti della propria stupidità.

      L'uomo non è uguale. E' fatto di individui che, statisticamente, hanno connotazioni comuni e un'ampia possibilità, in bene o male, di comportamenti responsabili o irresponsabili, intelligenti o stupidi, miopi o lungimiranti, etc. individuali.
      Quella del discernimento, della responsabilità e respons-abilità dovrebbe essere proprio una caratteristica degli homo.

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  2. Non ho ben compreso la dinamica che ha causato il diverbio col rozzo meridionale. Stavi a piedi? Eravate in bici entrambi? Lui era contromano? Chi stringeva la via a chi? Secondo me con un sorriso si potrebbero dirimere conflitti (a volte) ;)

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    1. Sul ponte di San Donato ci sono due marciapiedi stretti su ciascuno dei quali è stata non-intelligentemente creata una stretta pista ciclabile, una per verso (a occidente quella verso il centro/(porta), a oriente quello verso la periferia).
      L'universitario stava procedento controsenso sulla pista ciclabile sul marciapiede lato occidentale, quella verso il centro, in verso contrario, ovvero pedalando verso nord/periferia.

      Il sorriso ci sta tra persone che si rispettano.
      Con un arrogante che cerca di farti spostare o farti fermare (c'erano dei pedoni, uno dei due avrebbe dovuto fermarsi) il sorriso non va bene, perché ne rinforzerebbe la prepotenza e le cattive abitudini della quale essa è risultato.

      Più che a sorrisi c'è il rischio di finire a cartoni, in questi casi.

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  3. non è servito, ma ci sono un sacco di ciclisti ottusi, fidati

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    1. I ciclisti non sono né meglio né peggio degli altri bipedi.
      Diciamo che io mi illudo che alcuni di loro possano avere qualche intelligenza e coerenza superiore ma, appunto, rischia di essere una pia illusione.
      Del resto, vedo quotidianamente ciclisti che girano con cuffie auricolari coprenti.
      Capisci che la stupidità è veramente la cosa più comune, democratica ed egalitaria.

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    2. Quella sulla stupidità è una massima da incorniciare. Chapeau.

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    3. A proposito di massime e massimi...
      Il problema è che il buonismo moralistoide, politicamente corretto rinforza come null'altro questa incultura della irresponsabilità. Questo buonismo perdonista molto buono sì per spensierati, giulivi, egoici, esuberanti, furbastri, espansivi, delinquenti e compagnia bella è una delle cose che aumenta in modo massimo la stupidità e rinforza le cattive o pessime abitudini, fino al crimine.
      La mancanza di selezione naturale aumenta la diffusione degli stupidi perché non soccombono e si riproducono (più sono stupidi e più si riproducono).
      Le persone sono state sradicate dall'ecologia pavloviana dell'assumere su sé stesse le conseguenze (negative e correttive) delle proprie azioni.

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  4. Ho vissuto a Bologna dal 78 all' 80, quando avevo dai 3 ai 5 anni e ci sono ricapitato 1 mese 10 anni fa : tutto è cambiato ; i Bolognesi la loro tradizionale accoglienza se la sono , e se la prenderanno ancor di più in quel posto :se devo affumicarmi di smog e godere della vista più di extrac e merid che altro allora molto meglio Roma...Non posso "andare a Jesi" come si dice a Bologna, perchè già ci sono...

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    1. L'accoglienza, se indifesa, passiva, non presidiata, buonista, diventa soccombenza prima e anche una sorta di correità implicita rispetto alle azioni degli "invasori".
      Marco Pie spiega molto bene Il paradosso Maori.
      La mia impressione, anche a sentire alcuni bolognesi e cercando alcune correlazioni cronologiche, è che il noto senso civico degli emiliani sia degradato non poco anche per l'arrivo di masse rilevanti di persone da zone d'Italia con senso civico inferiore, scarso o nullo.

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  5. La maleducazione dei suvvisti e dei ciclisti è una delle cose più insopportabili che possano esistere. Sinceramente, quando qualcuno ne mette sono uno, io ci godo. Mi riferisco ai ciclisti della domenica che vanno in gruppo e stanno fianco a fianco belli larghi occupando mezza carreggiata chiacchierando amabilmente tra loro come se fossero al bar. Li ho spesso insultati tirando giù il finestrino...con epiteti non proprio da signora.

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    1. Ci tengo a precisare che i ciclisti in questione sono tutti di razza veneta. La maleducazione, purtroppo, non conosce confini geografici.

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  6. La maleducazione è la dimostrazione che siamo condannati a ripiterci in eterno nel nostro sguazzare nella merda. La maggior ciclisti, e parlo da tale, pensano che tutto sia loro permesso e dovuto senza rendersi conto di essere tali e quali, nella loro arroganza, ai motorizzati che criticano tanto.

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  7. chi ruba una bici è un figlio di buona donna

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  8. comunque encomiabile questa iniziativa

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  9. x Mareva:
    x Spirito Libero:
    C'era un filosofo ciclista che a Monaco di Baviera aveva ribaltato il paradigma di sopraffazioni e usava i metodi degli automobilisti contro di loro.
    Creava ingorghi pazzeschi parcheggiandosi in mezzo ad una corsia, passava con la bici a tracollo sulle auto parcheggiate sulle piste ciclabili e altre cose del genere.
    Divenne cosi' famoso che arrivo' alle televisioni federali.
    Siete abituati a considerare lo spazio come spazio automobilistico non pensando che non e' affatto scontato sia cosi' ne' lo deve essere.
    Uno degli inquinamenti delle auto, oltre a quello fisico dell'ingombro, a quello chimico e' anche filosofico: non concepire che e' l'auto di piu', una cosa che su 10000 della evoluzione umana non e' esistita per 9999.
    Infatti siete qui a lamentarvi sui soprusi e gli sgarbi dei ciclisti che saranno lo 0.01 per mille di quelli degli automobilisti.
    Riflettete.
    Comunque e' certo che la maggior parte dei ciclisti, essendo italiani, avranno lo stesso senso del vivere comune, civico della maggior parte degli automobilisti.
    Senza dubbio.

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  10. "passava con la bici a tracollo sulle auto parcheggiate sulle piste ciclabili"

    Cavolo! Non ci avevo mai pensato. La prossima volta che, da pedone, trovo uno di quei bei macchinoni da millemila euro parcheggiato bello bello su un marciapiede lo scavalco, alla lettera (indosso sempre scarponi da trekking, per cui sarà particolarmente facile e divertente, offrono un'ottima presa). Probabilmente sarà domani stesso. Grazie per l'idea.

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    1. Lorenzo, ma sai che quando racconti queste cose penso che io, qui in Turchia, vivo molto più sicura? Non so se e' perché non vivo in una zona problematica della citta' ma in una sorta di "bolla sicura", pero' io qui non ho alcuna paura di questo tipo. Certo, nella stampa rimbalzano e fanno audience molte cose negative e "mancanza di libertà d'opinione", ma se devo descrivere un'opinione sulla gente che incontro, davvero non e' criminale. Non ho alcuna paura che qualcuno venga a darmi una coltellata per uno sgarbo. Anzi, la gente e' di norma molto sensata e rispettosa. E per gente, non intendo "i colleghi di lavoro" ma anche persone che incontro in citta' nei posti più vari.
      Ma forse, e questo puo' essere vero, posti davvero malfamati non li frequento perche'mi trovo a non viverci.

      En passant, mi fa male sapere che l'Italia e' ridotta a questo modo.

      B.

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    2. Penso che la Turchia possa assomigliare all'Italia degli anni 50 o 60, ovvero di un paese che si affaccia sui panorami di un agio di massa ma che ha ancora norme morali e codici comportamentali piuttosto severi, tipici di societa' rurali e/o povere (in quelle societa' il delinquere viene percepito molto piu' dannoso proprio per l'esiguita' delle risorse).

      A differenza di Lorenzo io penso che il perdonismo buonista sia una catatterizzazione culturale piu' che ideologica piu' che partitica.
      Inoltre la pseudo destra italiana non e' meglio della pseudo sinistra in quanto apologizza la violazione delle leggi (peraltro una pletora di leggi create per essere fighi, belli, etc. e poi trasgredite dagli stessi che le hanno definite) da parte dei potenti mentre il centro-sinistra cattocomunista ha una fissazione strutturalista, classista per cui le masse non hanno mai colpa e responsabilita'.
      Insomma una incultura della irresponsabilita' in cui a destra i capi dei furfanti manigoldi ladri truffarori corruttori non hanno responsabilita' e una sinistra in cui masse di idioti, di incapaci, di furbastri, finti invalidi, ricettatori, ladruncoli, assenteisti, etc. hon hanno responsabilita'.
      Insomma, in Italia non hanno responsabilita' ne' il vertice del ghiaccione ne' la sua parte immersa. E'sempre colpa di qualcun'altro, di qualcos'altro.

      In questo scenario si aggiungono milioni di balordi (importati da scafisi sulle barche e scafisti in colletto bianco mestieranti speculatori dell'accoglienza) con un senso etico, civico, della responsabilita' ancora peggiore o del tutto assente.

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    3. Penso che la Turchia possa assomigliare all'Italia degli anni 50 o 60, ovvero di un paese che si affaccia sui panorami di un agio di massa ma che ha ancora norme morali e codici comportamentali piuttosto severi, tipici di societa' rurali e/o povere (in quelle societa' il delinquere viene percepito molto piu' dannoso proprio per l'esiguita' delle risorse)

      Oh, sai? Mi fai sorridere. Per quello che vedo io (ovvero, metropoli turche, non cittadine di provincia o di campagna) la Turchia e' come l'Italia o meglio. Che "si stiano affacciando al benessere" e' una favola che si raccontano gli europei per sentirsi superiori. Certo ci sono grandi differenze tra gli strati sociali, e grande differenza tra metropoli e provincia. Ma qui, i politici sono corrotti come altrove, o magari anche di piu', la popolazione non e' piu' virtuosa di altrove, ma nonostante tutto mi sembra che non raggiunga certi eccessi di brutalita' di stile americano (per ora, almeno).

      E, come notava mia madre oggi, l'apparente tenore di vita degli abitanti di un quartiere neanche all'ultimo grido della citta' in cui sono era paragonabile a quanto si vede in Italia.

      B.

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    4. Visitai la Turchia nel 1992 e quindi e' un po' che manco... :)
      Leggendo qualcosa, guardando qualche pellicola turca, qualche documentario, percepisco una forte differenza tra la Turchia rurale e quella cosmopolita, consumista, modernista della grandi citta', in primis Istanbul. Ad esempio, la Turchia (ovvero alcune sue citta') sono uno dei paesi (come la Russia, il Giappone, la Corea, Parigi) nei quali il tango ha avuto piu' successo.
      Comunque ho molto da leggere ed ascoltare da te, direi.
      Tentato di trovare una spiegazione alla tua affermazione che il degrado di molte periferie banlieue italiane e' assente.
      Da cosa dipende, allora?

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    5. Alla fine la risposta è diventata una pagina, Lorenzo.

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