domenica 13 settembre 2015

La realtà qui fuori? - 1

Avevo consultato le previsioni e le mappe dettagliate: conoscendo un po' l'Appennino e come si pone rispetto a flussi da ponente, avevo deciso che avremmo fatto l'uscita. Non alto appennino, in quello saremmo incappati in brutto tempo, ma medio appennino (zona che, peraltro, forse non molti lo sanno, è siccitosa, con piovosità che può arrivare a 700mm l'anno, perfino un terzo o un quarto rispetto al versane orografico “tirrenico”). Le nuvole per effetto stau erano visibili a sud, poi diventate via via più plumbee. Era caldo, con sole e nuvole alte e sottili, quando siamo scesi dall'auto.
Circa due ore e mezza dopo, eravamo di ritorno a escursione interrotta, con le cerate sotto un rovescio intenso, arrivati all'auto in tempo per evitarne, in meno di mezzora, decisamente più ruvido.

Ho appena letto La tenaglia immigrazione e dissimulazioni dallo stato di eccezione "kalergico"(effetti a cause "ignote"...) e i commenti. Ho avuto alcune impressioni ma... non vorrei allargarmi troppo.Per farla breve: tentativo di tessitura dei livelli giuridico, costituzionale, finanziario, monetario, migratorio per spiegare alcuni problemi complessi. Beh, almeno su alcuni problemi, come quello dello tsunami migratorio, siamo d'accordo.
La costituzione (io la scrivo con la ci iniziale minuscola) usata per smentire e smontare tesi e lavorio antinazionali. Sì, suo accorto, usare le armi del nemico e il fideismo della costituzione più bellissima del mondo, contro i piani di manipolazione delle menti da parte delle castalie, quelle che cianciano la costituzione per svuotarla e usarla contro di te. In chiave sociale il riferimento a diritti è frequente. Non so se è un antagonista di un centro sociale o di qualche predicatore sinistro sì global che scrive: diritti, diritti, diritti. Ancora l'uso accorto?

Cosa c'entra con il giro?
Abbiamo attraversato una delle molte zone di vita grama del medio appennino che, in Emilia, è caratterizzato da distese enormi di argill(acc)e plioceniche, incistate da frequenti resti ofiolitici degradati. Sono terreni miseri, anti-biotici, siccitosi d'estate e impossibili nella stagione non siccitosa. Nel piccolo boom demografico del XIX secolo vennero colonizzati ma rimasero posti grami, coltivati a seminativo, poi furono arature, erosioni, abrasioni, calanchi, frane, dissesti, dalla povertà alla maggiore povertà, dalla miseria a quella ancora più cupa. Alcuni toponimi ricorrenti - Ca' Inferno (spesso ai piedi di calanchi), Ca' Fame, Ca' Sete -  dicono tutto. La fine dell'estate, questa merdosa africana, ha lasciato provata la flora e il colore più frequente il giallo-bruno, alberi già in defoliazione per il secco, crepe e fessure nel terreno. L'azzurro/bluastro/rossastro di pareti calanchive testimoniano un ambiente infernale, lunare. In mezzora di rovescio siamo passati dal subdesertico di polvere e cretti ad avere scarpon(cin)i enormi, pesantissimi, di palta di creta prima sotto le suole, poi intorno a tutta la calzatura, come la zavorra in piombo sotto ai piedi di Mitchell, Shepard, di Aldrin e Armstrong.
In pochi chilometri e pochi minuti siamo tornati nella natura aspra e feroce, abbiamo avuto intuito di quanto fosse grama la vita qui. Negli anni 60 l'appennino si svuotò per creare i mostruosi tumori periferie delle città lungo la via emilia, dai campi di stenti, alle fabbriche di un salario regolare in formicai umani.
Un gasista diceva che l'Italia è sempre stata misera, sovrappopolata, tante bocche, poco frumento, niente ciccia, pochi denti van via anche quelli. Vi avevo fatto vedere alcune case di vita gramaabbandonate, fuga dalla miseria.
Sorrido quando sento parlare di pari diritti inviolabili, fondamentalissimi, de il problema, causato da tale adesione [a trattati e meccanismi economici, finanziarie e normativi sovranazionali], della "scarsità di risorse", il problema dello smantellamento dello stato sociale.
Ignorare la storia, la realtà, la contabilità aritmetica delle risorse, dei bilanci tra risorse disponibili e quelle richieste, l'ecologia.
Ho osservato calanchi e paleofrane, sono stato nella siccità subdesertica e poi in palte e pantani, stessi luoghi in un tempo di una manciata di minuti. Ho osservato la ferocia della natura, come essa ha smantellato in un epsilon di tempo (geologico) le comunità umane.
I diritti fondamentalissimi, l'ordoliberismo e il pareggio di bilancio brutto, cattivo.
La storia? il mondo e la realtà qui fuori?


(unuomoincammino)

18 commenti:

  1. dì al gasista che l'Italia non è più misera da qualche decennio.....

    ps: ti ho risposto da me

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    1. x Francesco:
      > 'Italia non è più misera da qualche decennio

      e sta tornando a ciò che è stata per secoli. Non cito statistiche sulla diffusione della povertà etc. O servono i collegamenti a qualche documento, Francesco?

      x Lorenzo:
      > L'Italia in generale, cioè nell'insieme, non è MAI stata "misera"
      Questa è un affermazione falsa.
      I miei mi hanno raccontato la miseria che hanno superato in tempo di guerra e la povertà a volte estrema che caratterizzava anche il tempo ordinario, di "non guerra". Ci sono anche delle pagine qui dentro in cui ho riportato alcuni loro racconti.
      Emigrazioni, fame, analfabetismo, famiglie troppo numerose per le magre fonti di sostentamento, malattie, etc.

      Quanti aneddoti vuoi, in quale provincia?
      pellagra, scorbuto, pediculosi, alcolismo, vite brevi,
      Poi c'è stato il venticinquennio 1950 - 1975 delle vacche grasse e ora si sta tornando a (peggio di) prima.
      L'Albero degli zoccoli lo avete visto?
      Avete mai visto come si viveva nel Polesine? nel foggiano?

      A volte mi chiedo in quali ambienti viviate tu e Francesco.

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    2. Giustamente, bisognerebbe capire cosa si intende per povertà, per miseria, per benessere.
      Non solo: il fatto che, come scrivevo, l'agio diffuso diventa un problema (vedere la distruzione cementizia del paese) e che la concentrazione delle risorse portò a questo giardino di arte unico al mondo (sacrifici e miseria per molti nel ducato di Mantova ma poi è rimasto il palazzo del Te, il teatro a Sabbioneta, etc.).

      L'emigrazione è l'ovvia conseguenza della sovrappolazione e di altri problemi, ma in primi, della sovrappopolazione, ovvero un impronta ecologica che non può essere soddisfatta.

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    3. > noi non abbiamo il problema della sovrappopolazione

      No, come so e tu sai noi abbiamo un grave problema di sovrappopolazione anche prima dello tsunami migratorio che peggiora una situazione già gravemente deficitaria (vedere grafico qui, dagli anni 60 in poi).

      Il mio ideale, lo chiarisco, è l'autarchia su base provinciale: produrre, gestire, smaltire su base poco più che comunale, con qualche limitato scambio: mi porti le arance di inverno (qui non crescono) , ti vendo l'aceto balsamico (là il lambrusco proprio non viene), non, come avviene ora, che tu mi porti i cosci di maiale dal Belgio e il vino dal Cile, come se in Lombardia, in Emilia, in Molise non potessimo produrre i nostri maiali e i nostri vini (che non sono sufficienti).

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    4. Il saldo demografico negativo sarebbe stata la fortuna che ci avrebbe riportato ad una sostenibilità nazionale.
      Se hai un deficit e debito, sarebbe stata una riduzione del deficit annuale (che non significa che sarebbe diminuito il debito).

      Certamente ci sono consumi e sprechi spropositati.
      Si pensi solo alla pletora di esami sanitari prescritti da una pletora di medici passacarte che non sanno più fare visite e diagnosi.
      Eccetera eccetera.
      Poi c'è il piano, Sì sì, quella roba con le sue molte osservabili. Poi lo si chiami come si vuole, io osservo gli effetti.

      Sfruttando la potenza dell'esponenziale a base positiva e minore di u no la popolazione diminuirebbe molto velocemente fino a rientrare nella portanza locale.
      Poi c'è il problema che bisognerebbe estendere il processo fuori e difendere il territorio dalle invasioni.
      Per tornare allo scambio con Daosit, per l'acqua che è la cosa più difficile da trattenere si sono fatte dighe colossali, si può fare anche con gli homo.
      Ma il piano non solo non vuole ma ha progettato il contrario.

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    5. Sono anni che sottolineo che è stato creata, speculativamente, un colossale falso ideologico e di modello associando, del tutto impropriamente due dimensioni ortogonali (e, a mio avviso, spesso incompatibili) ovvero consumismo ed edonismo.

      Le persone si riempiono di oggetti possibilmente più costosi possibile, questo peggiora molte cose, esse sono più frustrate e ricorrono a maggior consumismo per compensare.
      E' come se una persona inappetente che non trova mai gusto nel cibo perché continua a mangiare, a smangiucchiare, cercasse cibi sempre più costosi, falsi, elaborati, per ottenere una qualche piacere e li mangiasse in maggiore quantità e frequenza.
      Non funziona.

      Aggiungo l'ovvio, ciò che va a smentire le fanfaluche del razzismo positivista (essi sono migliori perché poveri (?), migranti, e altre stupidate del genere): le masse che arrivano sono perfino peggio in termini di compulsioni consumistiche e servizistiche, come posso osservare tutti i giorni quando osservo atteggiamenti e usi di molti invasori.
      Gli invasori sono ancora più consumisti di noi e questo è uno dei peggio nel peggio: le orribili pacchianate di neo riccastri idioti sono solo la ciliegina sulla torta. essi fanno cose peggiori non perché siano peggiori (il peggio è egalitario) ma perché hanno i mezzi per farlo. Prendi un cialtrone balordo senz'arte ne parte, invasore, lo riempi di soldi e guarda cosa fa (parlo statisticamente).

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  2. > I marciatori scalzi non marciano per gli altri, marciano per se stessi.
    > Nelle loro menti storpiate c'è l'idea che incrementando i "diritti" per tutti,
    > le tutele di cui loro stessi beneficiano, saranno rafforzate, incrementate, preservate.

    Osservazione pertinente.
    In questa pagina e in altre precedenti sottolienavo che NON è l'unico propellente per il problema: si agitano come tonnarelli estratti dall'acqua per tenere a bada le proprie pulsioni salvifiche, i propri ego smanianti di morale, per distrarsi dai propri problemi. Poi ci sono anche le nevrosi e le fissazioni ideologiche (come sfasciare il sistema esistente), pulsioni sadiche e masochistiche travestite mischiate a farneticazioni ideologiche, le uguaglianze per tutti che significa che io che lo blatero sono più uguale, superiore a te (secondo me sono così stupidi che non si rendono neppure conto di quello che buttano fuori dalla bocca).

    Seguono le furie contro l'aritmetica dei bilanci e poi le buffe teorie anti austerità, facciamo il PIL a furia di debiti.

    La stragrande parte della popolazione ormai è talmente ottenebrata dalle proprie credenze che ha sovvertito cause ed effetti, fondamenta e ciò che dovrebbe stare sopra.
    La pazzia si vede negli effetti.

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  3. Prima cosa: la libertà parte dall'accettazione della morte come qualcosa di procrastinabile ma inevitabile.
    Seconda cosa: a tutta la questione dei commerci si dà più importanza di quella che, concretamente, ha.

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    1. E rieccoci col "lavoratore statale"...

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    2. MKS, da quello che ho capito tu hai tutte le qualità per rimanere indifferente a quella categoria statistica.
      Insomma, anche io sonoi taliano ma non per questo autossicodipendente o ndranghetista, non caccio i rifiuti per terra, etc. .

      Non solo si dà troppa importanza ai commerci, ma la religione (neo)liberista afferma che rendere commercio e negozio tutto sia la panacea di tutti i mali. Come tutte le religioni, anche questo ama le mezze verità: ovvero sottolinea l'inefficienza del pubblico, assistenzialismo, etc. ma... si dimentica della proverbiale ingordigia dei privati e del fatto che ci sono cose che sono incompatibili con l'affarismo. Ad esempio, le attività artistiche (qui ho citato quelle milonghere) ma, leggo da Francesco, anche le organizzazioni di corsa, in cui l'aspetto lucrativo punta su dimensioni sempre più grandi e le dimensioni sempre più grandi sono industrializzazione ovvero prodotti sempre più omologati sul medio, con il medio che tende ad abbassarsi per la noto problema della tendenza al monopolio o all'oligopolio tra cartelli.

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    3. Il tutto si riconduce al fatto che senza spazi di manovra (e intendo proprio spazi fisici) e senza salutari distanze che rendano sconvenienti o addirittura impraticabili le formule di rapina tipiche della nostra etologia siamo una specie che non può che esprimere il peggio di sè.

      Del resto, immagina una specie considerata "nobile" come quella dei lupi: che fine farebbe la "nobiltà" di centinaia di migliaia di lupi rinchiusi in batterie di serragli a leccare dal pavimento cibo altrimenti improponibile e a implorare guaendo un sorso d'acqua? E se in ogni serraglio fosse presente non un lupo, ma un gruppo di lupi, come andrebbe a finire?

      Tu stesso l'hai detto: siamo bestie (e non c'è da vergognarsene). Razionalmente, se davvero disponiamo di quella razionalità che amiamo millantare, dovremmo saper valorizzare la nostra natura, non creare le condizioni per trasformarla in tragedia.

      Ci siamo spinti troppo in là, e non vogliamo togliere il piede dall'acceleratore.

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    4. Non è che io dico che siamo bestie. Apparteniamo al regno animale, facciamo la cacca, non sia autotrofi, condividiamo l'ordine con altri primati, abbiamo un etologia, etc. .
      I moralisti peggio sono e più usano, a mo' di termine dispregiativo, bestia,.A proposito di lupi e delle assurde inversioni e falsità, rimando alla bella pagina di Lisa Miller in cui ella riporta le osservazioni di Mark Rowlands sulla stupidità alla quale può arrivare questa hybris.
      Homo Insipiens Insipiens, visto che solo il 2? 4? 3? 5? per cento della specie è saggia.

      Ma se io sono così figo e intelligente da aver creato un robo complicato che c'ha un acceleratore - sono proprio un essere divino - perché mai dovrei togliere il piede dall'acceleratore!?

      ;)

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    5. > se lavessimo 'intelligenza per superare i fattori limitanti dovremmo averne abbastanza per imporci dei limiti da soli

      Ecco, difficile dirlo meglio di così. :)

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    6. Ad esempio perché diversamente ti vai a schiantare? :O

      P.S. In realtà ci siamo già schiantati, solo che (collettivamente) in conseguenza dello shock non ce ne siamo ancora resi conto. Sai, come quando ti spezzi un osso e lì per lì manco ti fa male e ti racconti che t'è andata bene... poi, solo qualche secondo dopo, iniziano i dolori.

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    7. La specie è un'entità media. Può funzionare, nell'insieme, benissimo mentre la maggior parte degli individui che la costituiscono fa una vita che non riserveresti al tuo peggior nemico (si fa per dire). La specie è, in un certo senso, un'astrazione. Gli individui no.

      Tutto questo giro di parole per dire che forse avrei dovuto lasciar perdere la questione della specie, perché della specie stessa mi interessa ben poco. Dunque, oltre ad essere una bestia pare pure ch'io sia odiosamente egoista. Che roba! Inqualificabile.

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    8. Essere intelligentemente egoisti, per dirla alla Osho.
      Ovvero un buono stile di vita, centratura in sé, rendersi conto che abbiamo una componente sociale, che il prossimo esiste e non possiamo ignorarlo, etc. etc.

      La questione paradossale è che questi moralismi per idioti (in realtà queste prpagande che hanno disegni subdoli) continuano a martellarti altruismo, sociale è bello, altro è bello, accoglienza, bontà, misericordia, perdono e altre mezze verità.
      Ad esempio l'accoglienza è nobile quando è scelta, quando non diventa collaborare a crimini (qualcuno vorrebbe essere accogliente con i responsabili di Seveso, per coloro che hanno tirato giuù la funivia del Cermis, etc. ?). Solo che te la presentano a metà e ti fanno il lavaggio del cervello per il quale TU devi accogliere,
      Insomma, siamo ad una serie colossale di cretinate passate come morale con effetti ... massimamente immorali come l'invasione, appunto.

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    9. La competizione intraspecie è la più severa e questo è noto in biologia.
      Se noi fossimo Sapiens ne prenderemmo atto e cercheremmo di gestire la caratteristica in modo da ottenere il miglior risultato possibile, quindi né di demonizzarlo e propagandare strampalate morali ugualiste e neppure di buttare benzina sul fuoco (ad esempio, usare una meritocrazia radicale in cui, i patrimoni,. siano ereditati solo per alcune cose essernziali, tutto il resto, zacchete, via, non te lo sei guadagnato, non è merito tuo, non esiste, così porresti limite anche all'ingordigia delle elite, non ti serve devastare il mondo per portare il tuo patrimono da x miliardi di euri a y perché solo ai tuoi primi due figli va una sola abitazione, etc. etc.)

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    10. Sì, poi trovi gente che per qualche sua paturnia di fine-vita decide di lasciare i suoi beni a un'entità pseudo-statale che, nell'immaginario collettivo, esiste per fare del bene e crei mostri tipo quello che viene descritto qui.

      Prima di pensare a buttare nel calderone i patrimoni privati occorrerebbe prestare un po' d'attenzione alla qualità di coloro che finirebbero per amministrarli, il che ci riporta alla non-troppo-teoria (ovvero molta pratica) del filtro passamerda...

      Corollario: non c'è soluzione che non sia su scala minuscola.

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