mercoledì 5 novembre 2014

DivorzioizroviD



Avevo accennato in passato ad uno dei principi universali di qualità che è la simmetria. Essa caratterizza sistemi estetici, biologici, strutturali, tecnologici, economici di qualità, equilibrati, sani, efficienti, sostenibili, manutenibili, etc. In essi esiste un invariante simmetrico che caratterizza gli aspetti saliente e qualificanti (qui un riepilogo ben fatto che introduce agli aspetti scientifici e non solo della simmetria).
Stamani sentivo del divorzio facile, un pateracchio inventato pro tempore per allentare la grande complicazione dell'affare semplice del divorzio. Pateracchio falso e  ipocrita perché i casi in cui tale divorzio facilitato (già a livello linguistico uno dovrebbe chiedersi perché esiste un divorzio non facilitato ovvero difficoltato, un esempio di entropia artificiale ed artificiosa rivolgersi ai responsabili, i cattocattolici, per chiarimenti) può avvenire sono numericamente minoritari se non esigui.
Un uomo ed una donna si possono sposare in pochi giorni (non so se per il matrimonio religioso cattolico esista un periodo di pubblicazione degli atti o qualcosa del genere) e poi oltre tre anni per divorziare. Situazione asimmetrica, segno di disequilibrio, sostanzialmente segno di un potenziale di rischio, di problemi.
Un collega cosa diceva cinicamente?
Per evitare tutti 'sti macelli, devono convivere giorno per giorno, per tre anni. Poi si possono sposare.
Geniale!

Il miglior vaccino contro le fregole compulsive matrimoniali e i grandi e innumerevoli casini che comporta su molte persone sarebbe quello di introdurre una simmetria... temporale. Servono 3+ anni per divorziare? Servono 3+ anni di convivenza quotidiana per potersi sposare. Semplice.
Io penso che si eliminerebbero un sacco di problemi, introducendo però una crisi nel settore dei servizi e dei prodotti per le nozze e per le avvocate matrimonialiste.
I cattocattolici ancora una volta sarebbero contrarissimi.

19 commenti:

  1. ho letto di Bergoglio che ha bacchettato la sacra rota perchè tangentista

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    1. Male antico quello della compravendita delle funzioni chiesastiche.
      Del resto è anche vero che 'ste attività dei pastori per il gregge richiedono soldi, tempo, risorse.
      Anche un annullamento di un contratto matrimoniale cattolico richiede lavoro, etc.

      Ma siamo in ambiti piuttosto cervellotici.
      Una serie di minuzie che regolano cervellotiche, assurde, antiecologiche che regolano 'sto contratto sacramento e altrettanta roba cervellotico-procedurale per fare o disfare annullare etc questo o quello.

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    2. In Vicariato già rumoreggiano.. al posto di Bergoglio inizierei a cucinarmi da solo...

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  2. Trovo anche io che tre anni di attesa siano tanti, anche perché se due vogliono ripensarci basta molto meno tempo...credo che se dopo un anno che sei separato non senti alcun desiderio di riprovarci, significa che le cose sono finite, morte e sepolte e attendere ancora e' solo una perdita di tempo.
    Trovo giusto che sarebbe meglio vivere insieme un po' prima di sposarsi, perché un conto e' sognare le belle cose, un conto e' trovarti fianco e fianco di una persona che ha le sue abitudini, i suoi gusti...ci vuole tempo per "prendersi le misure".
    Sposarsi e' un impegno notevole, e andrebbe fatto solo quando si capisce che davvero quella persona e' quella con cui riesci ad immaginare il resto della tua vita insieme. E in fin dei conti, non e' nemmeno necessario. E nemmeno in quel caso sei sicuro che le cose finzioneranno...ma sempre meglio che sposarsi per paura della solitudine o perché e' socialmente conveniente o perché tutti gli amici sono sposati e allora lo fai anche tu...
    Ecco perché tanti matrimoni finiscono presto, perché mancava quella necessaria consapevolezza.
    Poi ci sono casi fortunati in cui due si sposano senza aspettare tanto e sono felici perla vita. Ma sono l'eccezione piu' che la regola.

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    1. La regola d'oro è che in amore non esistono regole.
      Ricordiamoci che il matrimonio religioso e la sua variante "civile" non hanno l'amore ma altre cose come oggetto.
      Un contratto e l'amore non c'entrano una mazza una con l'altro.
      Comunque, anche supponendo che si possa provare a convivere e questo riesca bene, non è garanzia alcuna. Certamente varrebbe come condizione necessaria, nel senso che se un* non ce la fa a convivere senza essere sposato non ha senso alcuno che egli/ella poi passi al matrimonio che... assume una convivenza come requisito.
      Sono cose così elementari e logiche che evidenziano ancora la quantità mostruosa di assurdità, di credenze, di roba contraddittoria che caratterizza l'aspetto religioso e gran parte di quello morale.

      Le norme non possono, ovviamente, essere fatte per regolare le eccezioni (anche se dovrebbero considerare un'ampia casistica che permetta di estendere il loro dominio il più possibile).

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    2. Sono decisamente daccordo che il matrimonio e l'amore non sono necessariamente correlati. Molte unioni sono solo meri interessi sanciti da un atto ufficiale. L'amore è altro. Un matrimonio d'amore vero è una cosa rara.

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    3. Il matrimonio è un contratto.
      Regola alcuni aspetti civilistici che non c'entrano nulla con l'amore.
      In realtà se vuoi bene ad una persona e sei intellettualmente onesto, non ci sarebbe bisogno di alcun contratto.
      Ma nel mondo reale l'Amore è raro ed è raro anche il volersi bene, ci sono interessi reciproci che si incontrano finché si trova reciproca soddisfazione.
      Da questo punto di vista, poiché tutto ha un termine, pure il trasporto erotico e l'affetto, è bene che ci siano contratti civilistici.
      Sempre paradossale l'eros, eh?! Forse non c'è nulla di più paradossale.

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  3. UUIC, dove firmo per validare la tua proposta?

    Ah, e se più semplicemente si eliminasse l'istituto del matrimonio? In definitiva, poteva avere un senso nel contesto in cui è stato istituito, ma nel contesto attuale a che serve?

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    1. L'istituto del matrimonio è anacronistico.
      Sugli aspetti civilistici deve bastare una scrittura privata.
      Qui ci sarebbero mille mila considerazioni, si finisce poi ad una critica anarchica di questa roba.
      Come fa lo stato a mantenere le sue funzioni e il suo autoritarismo se non procede alla vessazione di paesani e cittadini che, peraltro, molto spesso non desiderano altro?
      E non è un problema italico.
      Si pensi all'adesione entusiasta di masse di idioti ai più beceri e brutali precetti e divieti islamici, ad esempio.

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    1. Ehehe
      Non male l'idea del collega di origini campane.
      :)

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    2. Si, ottima...anche se nelle nuove generazioni trovo meno compulsività in questo senso...

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    3. Sì.
      Ad esempio c'è un dato interessante: la maggior parte di bambini ora nasce da coppie che non sono sposate

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  5. Io non lo so...
    Io l'ho fatta facile con il matrimonio dopo 9 mesi... Di conoscenza però perché di convivenza non ne ho fatta...

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    1. Sai, Sara, di fatto con il "che importa?" semplicemente non avrebbe senso un diario.
      La maggior parte delle cose che si scrivono possono avere, per certuni, importanza del tutto trascurabile.

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    2. no, non mi riferivo all'argomento del tuo post, ci mancherebbe altro, ma al senso di voler evitare che la gente divorzi.

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    3. Il senso è di una provocazioni etica, ovviamente, razionale e, in definitiva, una pro-vocazione per una intelligenza che si affranchi da schemi religiosi inquinanti del tutto anacronistici, assurdi.

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