mercoledì 5 novembre 2014

Fascinazioni d'orzi nordici

Ieri sono tornato alla milonga del mio cuore - parafraso l'espressione che Francesco tempo addietro usava (la donna del mio cuore) per la mia milonga preferita - come in ogni martedì in cui è possibile. Nel gioco di luci e chiari scuri di neri translucidi e lucine, c'è una fine una giovane donna seduta.
Sono appena arrivato, mi siedo per una qualche minuto, abbastanza vicino a lei. La milonga è un organismo danzante. Non basta camminare sotto gli archi di via San Vitale, per le viuzze medievali, una volta scesi dall'auto, per lasciarsi alle spalle il mondo. Entri nell'organismo danzante, respiri un po', attendi, osservi (può essere utile tecnicamente per la scelta di una tanghera con la quale iniziare, ma non è il piano tecnico che voglio sottolineare), attendi, entri in sintonia con quel corpo danzante, attendi, ti decomprimi. Lasciar fuori la frenesia. Non poche persone sbagliano su questo: entrano si cambiano le scarpe, a volte per la fretta urtano le coppie che stanno ballando per fiondarsi a quella sedia, poi entrano a metà brano con il/la prim* malcapitat* brancata al volo.
Mai capito la fretta nel piacere.
Sembrerebbe un po' ritualizzato questo inizio edonistico, calmo ma le cose fini hanno loro dinamiche abbastanza note. Se non si gradisce il piano simbolico si può pensare ad un processo coreutico e alla sua fase iniziale.
Insomma, vedo 'sta fine donna bionda orzo, la guardo sorrido, sorride. Iniziamo a ballare.
_ina, svedese di Stoccolma, studia arte a Bologna, è innamorata di questo paese (e io un po' del suo, già il fascino dell'esotico), balla da un anno ed ha un senso spiccato del ritmo, balliamo una tanda in traspiè / controtempo.
Ho rivissuto, venticinque anni dopo, una sorta di fascinazione della nordica, quella che ebbi quando incontrai, in un treno verso Milano, quella bionda ragazza bavarese che divenne mia compagna, mia moglie e poi madre di mio figlio. Guardavo _ina, esile e fine come una ballerina di danza classica, bionda oro le labbra rosse, fini anche quelle (non mi piacciono) come tutto il resto..
Stoccolma. Immaginavo i vicoli di Gamla Stan, la piazza giardino di  Kungsträdgården, le rive sul mare placido.
Estate1989, pochi mesi settimane prima di incontrare, serendipitamente, la madre di mio figlio, scompartimento di seconda classe di una carrozza UIC-X verso Milano.
Anche se la bellezza di _ina ha poco del mio ideale la osservavo, e con lei, un po' stranito la mia fascinazione. Ecco, forse questo è cambiato.


15 commenti:

  1. la figa del nord europa ha sempre il suo fascino :-))

    comunque io dicevo, per l'esattezza: "la donna che colma il mio cuore".

    espressione bella ma che ho messo nel dimenticatoio verso che quella relazione è andata e da ormai ben 19 mesi !!!!

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    1. Francesco, tu sei innamorato delle donne.
      Io non ho il tuo amore per esse.
      Così mi rendo conto che io preferisco mille volte le scure mediterranee anche se con ho fatto un figlio con una nordica biondaorzo.

      Dunque, io dovrei usare il "la milonga che colma il mio cuore".
      Ahahah
      Diciamo un po' iperbolico.

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    2. ah guarda, io non sono mai stato con una bionda in vita mia ! cioè, qualcuna me la sono anche chiavata (memorabile una slovacca nel 1992, sono passati 22 anni ma ricordo ancora la solidità del mio membro mentre me la trombava in una spiaggia croata), ma le relazioni le ho sempre avute con more mediterranee

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  2. Io che sono di costituzione sostanzialmente nordica "biondiccia" ho una predilezione per le scure mediterranee. Come se... volessi integrare i miei geni...
    Io mi sono accoppiato con biondissime, more, ricce, lisce, rosse, in genere abbastanza alte, capelli corti, lunghi.
    Però le more mediterranee continuano a piacermi uno strasacco! :)

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  3. UUIC che goi de dit? A me quando parli di montagna, di cibo e di donne questo blog mi piace decisamente di più! Parecchio di più.

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    1. Baffus, un gasista intellettuale cattolico critico della sinistra critica impegnato su molteplici fronti di lotte sociali ed ambientaliste (*) col quale, di tanto in tanto parliamo di vari casini locali e non, mi diceva che... stava riducendo di molto l'attività di studiare ed informarsi sui problemi sociali ed ambientali per non schiattare, per non venire soverchiato dai problemi del mondo. Ha ragione.
      Io mi trovo in un dilemma simile: quanto tempe e forze dedicare a prendere atto dei problemi gravi e come risolverli/combatterli e quanto lasciare spazio al piacere, al divertimento, a cose gaie, leggere, indispensabilmente superflue.

      (*) Ho usato i termini "ambientalista" e "ambientale" e non ecologista/ecologico perché 'sto gasista, umanista, non riconosce che il massimo problema ecologico sono gli homo, la loro crescita, l'immigrazione etc. come gli ambientalisti di sinistra antiecologisti - chiusa la nota.

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  4. "Ho rivissuto, venticinque anni dopo, una sorta di fascinazione della nordica, quella che ebbi quando incontrai, in un treno verso Milano, quella bionda ragazza bavarese che divenne mia compagna, mia moglie e poi madre di mio figlio. Guardavo _ina, esile e fine come una ballerina di danza classica, bionda oro le labbra rosse, fini anche quelle (non mi piacciono) come tutto il resto..."
    Ecco, e tutto mortale, alla fine l'assassino ritorna sul luogo del delitto, anche se per similituduni legate al "pelo" e al ballo che diviene complice.

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    1. Ohpersanpnacrazio... assassino
      Da tanghero ad assassino... ahahah
      :)

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  5. > gli uomini che conosco tendono a relazionarsi con donne che rispettano un dato modello

    Tendiamo a ripetere dei cicli in generale e questo non può non caratterizzare anche l'eros.
    Il primo titolo che avevo in testa per questa pagina era "Cicli a ripetersi" o qualcosa del genere.
    Ci sono alcuni archetipi femminili e comportamentali che solleticano le nostre reazioni, penso.

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    1. Eheh
      Il primo termine, dispregiativo, ha etimologia ovvia.
      Se consideri chi erano i primi tanghèri capisci il perché di tànghero (entrambi con l'accento acuto!)

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  7. ci sono cose in noi, che evidentemente restano sopite, salvo fare capolino ogni tanto.

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    1. Con qualche anno in più certe cose le puoi osservare, ne sei un po' più conscio.

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