giovedì 27 novembre 2014

Il tramonto dell'euro - 6: zia Infla e zia Occupa

(Il tramonto dell'euro - 5: la formula)

Allora, siamo arrivati  alle due care zie: zia Infla e zia Occupa. Dopo un'analisi monetaristica, Alberto Bagnai esamina, a partire da pagina 206, i rapporti tra inflazione e disoccupazione (c'è sempre zia Cresci, la maggiore, sempre dietro a controllare le sorelline). Semplifico molto e vado ai punti deboli della tesi dell'economista.
Inflazione, (dis)occupazione e crescita sono correlate. Sì, lo sono.

Se la disoccupazione aumenta, la minaccia di restare senza lavoro spinge i lavoratori ad accettare retribuzioni non in linea con la crescita dei prezzi, perdendo potere di acquisto. [...] i lavoratori accettano lo smontaggio della scala mobile. L'inflazione diminuisce, certo, e sarebbe strano il contrario (visto che tera l'altro negli anni Ottanta il prezzo del petrolio stava decrescendo rapidamente) ma anche i salari  crescono sempre di meno e così il rapporto tra salari e prezzi si stabilizza. Per i salariati ovviamente non è una buona cosa, perché la produttività continua a crescere, e se i lavoratori sempre più produttivi sono pagati sempre allo stesso modo, vuol dire che la quota dei salari sta diminuendo (a beneficio di quella dei profitti).
p. 210

La parte di diagnosi è sostanzialmente corretta, l'eziologia già no. Faccio le domande birbine, quelle che fanno i bambini alle elementari.
Visto che dite sempre che la zia Cresci è bella buona e giusta, peccché i capitalisti dovrebbero rinunciare alla crescita dell'incicciamento dei loro portafogli/capitali?
Peccché si trascura un piccolo, piccolo, kleine Particolaren, la globalizzazione (e in generale le variabili esterne)? Essa fa capolino ("prezzo del petrolio") che potrebbe essere anche costo del rame, costo dell'alluminio, costo del gas, costo delle risorse, no!? C'è un articolo interessantissimo di Gail Tverberg che spiega le correlazioni tra prezzi delle risorse (energetiche) e "crescita economica".
E la globalizzazione è anche competizione globale con i dentisti croati, con gli ingegneri indiani, con le schiavoperaie bengalesi, con quelli cinesi, etc.  non solo prezzo del petrolio nigeriano, del rame cileno, del pellame brasiliano e il fatto che gli stessi operai e ingegneri Lancia acquistano la subarupeccchécostameno o la golfcruccapeccchéèpiùfica.

In realtà, tassi di inflazione  relativamente sostenuti  sono associati a tassi di disoccupazione relativamente contenuti e quindi a posizioni di forza dei lavoratori nelle contrattazioni sindacali, a beneficio del mantenimento della crescita dei salari reali, e della quota dei salari sul propdotto.
p. 212

Sì, è l'inflazione associata a tassi di occupazione elevati. Semplificando, è una funzione che in ascissa ha i tassi di occupazione e in ordinata quello dell'inflazione. La funzione è suriettiva, non iniettiva e quindi NON è invertibile. Avete presente la freccia: da → a?
E ancora: peccché dovrebbe esistere una crescita (illimitata) dei salari? ma non quella dei profitti?

C'era inflazione quando l'economia "tirava": petrolio basso (la bonanza degli anni 40 - 70 dice Simonetta), la distruzione cementizia e infrastrutturale, culturale in compimento, famiglie senza lavatrice, auto, televisore, telefono e linea telefonica ancora da acquistare,  economia nazionale no global, insomma lo sciagurato boom.
Tutto questo non vale più. Sostenere l'inflazione per rianimare la cadaverica zia Cresci e la malconcia zia Occupa è come cercar di far aumentare la temperatura a nonno Alessandro credendo che così egli possa tornare alle crescite adolescenziali con febbre. (precisazione)



18 commenti:

  1. E' tutto sbagliato !!! (un po' scherzo, neh, non ti arrabbiare!)

    Da dove comincio?

    Dai, Globalizzazione: non esiste perché c'è sempre stata!!! Prima di questa sciagurata epoca, gli europei erano già andati a colonizzare il mondo e usavano gli schiavi a prezzi concorrenziali ancora minori degli operai asiatici attuali.

    Voglio dire: esistono opportune regole di Commercio Internazionale, accordi su tassi di interesse, valute, movimentazioni di capitali e merci che regolamentano il mercato.

    Esempio: oggi stanno siglando in gran segreto il TTIP per farti arrivare sulla tavola la bistecca ameregana pompata con gli ormoni e l'olio d'oliva spremuto dal petrolio schiantando le produzioni nostrane.
    Domani ti diranno che il fatto era inevitabile, che siamo in un mondo GLOBBALE, che le bistecche devono viaggiare per il mondo. Mi spiego?

    Tu puoi anche non accettare di non vendere in Europa un prodotto fatto da schiavi o con metodi produttivi inquinanti, o no? Puoi o non puoi fare norme ISO e stabilire standard di qualità?
    E ancora: chi ha stabilito che si possono spostare i capitali e quindi spostare tutte le filiere produttive in Asia?
    Chi ha stabilito che si possono spostare intere popolazioni in Italia per farli lavorare a prezzi inferiori agli italiani?

    La morale è: i grossi capitali sono liberi di spostarsi dove vogliono (prima degli anni 80 non potevano) però poi quando le banche vanno in sofferenza chiudiamo i bancomat come a Cipro. Capisci il punto o no?

    Quando si tratta di guadagnare non ci sono Stati nè confini, quando poi si tratta di salvare tutto il sistema bancario allora devono intervenire gli Stati e tu paghi tutto in tasse. Chi è il comunista: tu o la banca?

    E tu la chiami Globalizzazione: un fatto naturale e inevitabile. Ma de che??? E' invece assolutamente artificiale ed evitabilissima, come l'imminente TTIP (tra l'altro portato avanti in gran segreto. Nessuno sa cosa caxxo stanno approvando)

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    1. (man, scusami: andiamo avanti punto per punto, perchè secondo me tu stai facendo un gran polverone di tutto. Crescita, globalizzazione, moneta, sistemi e chi più ne ha più ne metta. Se non si ragiona punto per punto, su internet è impossibile uno scambio non-incasinato)

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  2. > Globalizzazione: non esiste perché c'è sempre stata!!!

    Questo è ovviamente quasi completamente falso.
    Nel senso che essa è sempre esistita ma era assolutamente marginale in volume di prodotti e servizi importati dall'estero ed esportati dall'estero.

    E' sufficiente andare indietro di qualche decennio e considerare cosa non era locale nella vita del 90% delle persone: quasi nulla.
    Penso che nella vita dei miei avi fino ai genitori, fino agli anni 60 almeno, non ci sia stato NULLA (ripeto NULLA) prodotto fuori dall'Europa ( e qualcosa forse dagli USA, solo per i miei

    > esistono opportune regole di Commercio Internazionale

    Guarda, ho già pronta una pagina (sarà una delle mille mila) su come queste regole vengano aggirate (con la complicità attiva dei consumatori che al 97% ragionano ancora e sempre con la logica del "prezzo più basso").

    > i grossi capitali sono liberi di spostarsi dove vogliono
    Assolutamente sì.
    A casa ho un pamphlet di Zygmunt Bauman che ha titolo "Capitalismo parassitario".
    Aggiungo che... avrebbe dovuto essere un aforisma citato in apertura di questa pagina, ma non ne ho trovato il testo preciso, Mao Tse Tung tradizionalmente più vicino ai contadini (forse anche per questo non così popolare tra il comunismo occidentale) diceva che ... gli operai sono persone che anelano a diventare piccoli borghesi (traduzione: piccoli capitalisti).

    Non sto facendo un polverone: sto sottolineando alcuni passaggi sbagliati nella costruzione della tesi di Bagnai.
    Ad esempio quello di scambiare il sintomo inflazione e di tramutarlo in "fattore di occupazione" e il fatto che egli trascuri, volutamente, molti fattori esterni (diciamo la globalizzazione).

    Ragionare per punto... ma non è possibile.
    La salute (economica) non dipende solo... dalla febbre (inflazione) ad esempio.

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    1. ok, allora rimaniamo sulla globalizzazione.

      Quindi, come dire: il commercio internazionale era quasi irrilevante. Quindi La Repubblica di Venezia poteva anche sopravvivere quando hanno scoperto le Americhe e le rotte commerciali si sono spostate dal Mediterraneo all'Atlantico?

      Quindi gli inglesi si erano già stabiliti a Hong Kong e avevano un protettorato sulle Indie per fare le vacanze?
      La guerra dell'Oppio è stata fatta per farsi du' canne in compagnia??

      E io che pensavo che le guerre si facessero per trovare nuovi mercati di sbocco...

      PS: le regole "aggirabili" sono fatte apposta, e non certo per favorire i poveracci (perché le leggi non le fanno mai i poveracci)
      Ti ripeto: i capitali si muovono, però i tuoi stanno fermi in banca. Il bancomat te lo chiudono, e tu stai pure muto.

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    2. I vertici delle piramidi sociali sono da sempre cosmopoliti.
      Armi, acciaio e malattie di Jared Diamond è un'opera che spiega molto bene perché gli inglesi sono andati a imperare in India e in Australia e perché NON sono stati i tamil o gli aborigeni a sfruttare gli albionici.

      Le guerre (nelle varie forme, simmetriche, asimmetriche, commerciali, migratorie) si fanno per una semplice ragione: perché l'impronta ecologica di quella comunità e i desideri di crescita ulteriore non sono sostenibili localmente: si vanno a prendere risorse (minerali, acqua, territori, crediti, clienti, etc.) dove sono anche a costo di un conflitto coi residenti in quel territorio.

      > le regole "aggirabili" sono fatte apposta, e non certo per favorire i poveracci
      Ad esempio i "pocacci" italiani che più detestano i nazicrucchicattivenbrutten e più ne comprano i bene. Eh!?

      Ad esempio le regole sul sistema pensionistico retributivo:
      paraponziponzipo', oggi gran notizia: tutti applaudono
      STOP alle pensioni d'oro: pensione mai superiore all'80% dell'ultimo stipendio.

      Ahahaha, che buffonata.
      Pigli 100 di stipendio e vuoi pigliare 90 o 95 o 105 di pensione? Semplice, ti aumento lo stipendio l'ultimo mese da 100 a 112.5 oppure a 118.75 o a 11.25.
      Con la complicità dei sindacati.
      E tutti vissero felici e contenti tanto... è sempre colpa degli altri. Io!? Io no!

      A parte questo anacronismo del sistema retributivo che non ha alcun senso che non sia lo sfruttamento di altri.
      E' ovvio che una regola sensata, da quando l'inflazione è calata ad una cifra, sarebbe stato "sulla media delle ultime 18 o 24 mensilità".
      Ma questa è troppo intelligente e giusta, equa per masse di ladri, manigoldi, furbacchioni papponi e parassiti altrui.

      I capitali si muovono perché siamo tutti (diciamo il 98.73%) capitalisti e vorremmo esserlo di più (io lo sono con qualche risparmio, poca roba e non so se vorrei essere più capitalista, ma io sono una delle eccezioni, direi).
      E' ciò che anima la piramide sociale questo.

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  3. Crescita.

    Direi basta con questa immagine semplificativa dei cosiddetti liberisti all'amatriciana, secondo cui è tutta una festa di liberalizzazioni, e tutti guadagnano in un'orgia crescente.

    Quello chiamasi schema-ponzi. Non funziona, lo sappiamo già è non è l'idea che sta alla base di un serio concetto di crescita economica.

    Anche perché, un esempio lampante di crescita sarebbe quello di abbandonare l'uso del petrolio. Ma, per utilizzare un pannello solare, bisogna investire, studiare, migliorare. Non puoi farlo tagliando gli investimenti.

    Un altro esempio di crescita, come ti ho detto più volte, è quello di stare a casa e fare una telefonata di lavoro piuttosto che spostarsi per dirsi le stesse cose.

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    1. crescita: qui lemma secondo il Treccani.

      C'è una deriva (riportata come estensione) del termine secondo il quale esso dovrebbe essere sinonimo di sviluppo/evoluzione.
      Un problema linguistico così diffuso che – paradosso! - portò la traduzione italiana di uno dei capisaldi dell'ecologia al grossolano errore di usare "sviluppo" nel titolo italiano di "The Limits to growth" che NON era affatto "The limits to the development".
      E' la crescita il problema non lo sviluppo, anche se poi vale il crescitismo che ha impropriamente associato crescita a sviluppo ha ottenuto quindi anche associato sviluppo a crescita (la relazione è associazione è simmetrica), tant'è che uno dei termini dispregiativi usati dal pensiero critico del crescitismo è sviluppismo.

      Cosa succede, dal punto di vista psicologico: si associa la crescita ad uno solo delle fasi di un sistema (aumento quantitativo, dimensionale, fase “giovanile” di un sistema) nel quale si crede esistano delle caratteristiche migliori/superiori e si pretende di estenderla universalmente.

      Il termine di decrescita è anch'esso non corretto ma è usato qui e ora in maniera provocatoria e disadeguante rispetto alle fissazione psicotica “crescita”.

      Decrescere il tempo impiegato per il lavoro retribuito infatti comporta un crescere del tempo impiegato nel lavoro personale non retribuito, ad esempio.
      Decrescita della mobilità significa infatti una crescita del tempo passato a casa. Etc.
      Sono concetti duali.

      Ripeto quanto già scritto ovvero cosa intendo per sviluppo / evoluzione / decrescita nei suoi tre punti fondamentali, in ordine di importanza... decrescente :)

      0 – diminuzione del numero di homo che vivono sul pianeta (decrescita demografica)
      1 – diminuzione in valore assoluto delle delle quantità risorse materiali (non rinnovabili) utilizzate dagli homo e trasformate in rifiuti (di fatto) non biodegradabili
      2 – diminuzione in vaore assoluto delle quantità di energia (non rinnovabile) utilizzate dagli homo e trasformata in rifiuti (di fatto) non biodegradabili

      Ad una fase di crescita dell'impronta ecologica seguirà una fase di decrescita (nelle condizioni attuali significa che sarà drammaticamente brutale e imposta) e quindi una fase di stabilità (se gli homo avranno imparato la lezione) oppure di ripresa del ciclo, come già avvenuto (passando per alcuni simpatici carestie e collassi).

      Stare a casa e fare una telefonata comporta una crescita parizale della complessità (ad esempio portare i sistemi telefonici e di telecomunicazione nel 2012 in Ciad, nel 1954 a Foggia, nel 1957 a Grignano Polesine, passare dal duplex a linea propria a Imperia nel 1971 o ottenere il cellulare Etacs nel 1998 a Viterbo) ed una decrescita (forse) dell'energia usata dal signor Piromalli per comunicare quella cosa.
      Ma se il signor Piromalli poi fa altri tre figli e il numero di cellulari (diventati poi iPhone) passa da tre a sei e vengono cambiati ogni 18 mesi, anche se riducono il costo dei viaggi di lavoro, complessivamente, hanno comportato una crescita pesante dei consumi di materiali, del coltan necessario, della produzione di rifiuti elettronici inquinanti, una crescita dell'inquinamento, una crescita dell'energia impiegata...

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  4. Vedi Man, come al solito il problema non è inventare il coltello, ma capire cosa farne e come usarlo.

    Il problema non è la crescita in sé, ma cosa fare con la tua aumentata capacità.
    Puoi costruire più suv e andare in giro sprecando, oppure puoi utilizzare i tuoi nuovi mezzi per rimettere a posto il territorio o gli ospedali.

    E' lì il problema, ed è lì che tu ti perdi in discorsi che, secondo me, divengono tutti ideologici.

    Io non ho tutta questa fiducia nell'uomo, se devo essere sincero. Tra l'altro concordo nel tuo mettere da parte atteggiamenti di buonismo, di bacchettonaggine, di settarismo cieco.

    E allora che senso ha castrare alla base la possibilità di progredire perché tanto poi il progresso verrà fumato in feste e suv...Che senso ha? A me pare un tipico ragionamento che tende al proibizionismo e alla moralizzazione, o no?

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    1. > Io non ho tutta questa fiducia nell'uomo

      Ehm
      Scusa, trapela o comunico una qualche fiducia nell'uomo?
      Uso regolarmente un insieme di espressioni che indicano cinismo rispetto alle caratteristiche di specie.

      Allora, nottebuia: se tu hai delle persone con limiti mentali e comportamentali evidenti, devi disarmarli.
      Devi togliere/diminuire/decrescere le armi distruttive che esso ha a disposizione che sono
      1 - il numero
      2 - tecnologia
      3 - energia

      Sbaglio qualcosa?
      Le polemiche sui SUV sono e corrette, ragionevole e assurde.
      Perché nonostante usare un SUV in città e in ambienti ormai quasi completamente artificializzati sia intelligente come andare con le pinne e il boccaglio ai piedi in teatro o all'ufficio delle Entrate, la maggior parte (la realtà statistica) delle persone brama, ha la fregola di diventare più ricche per comprarsi un SUV (più grosso).

      Quello che "voi" (è polemico) progressisti/umanisti/religiosi non accettate è proprio la realtà mediocre della specie.
      Pensate che con più crescita e più progresso si possano risolvere i problemi introdotti dalla crescita e dal progresso.
      Ma questo è ovviamente assurdo.
      Leopardi lo diceva, sconsolato: non esistono masse felici di indivdui infelici ai primi porgressiti fiduciosi nelle progressive sorti milanesi.
      Non esistono tecnologie e progressi salvifici di problemi introdotti da tecnologie e progressi regressivi.

      Non è morale (la tensione verso una realtà giusta/buona stabilita da zibaldoni norma)è : funziona? non funziona? su scala temporale che sia un po' più che immediata.

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    2. No, ma io non parlavo di te. Sono io che non ho tutta questa fiducia nell'uomo.

      Però non sono neanche al livello di proibire gli alcolici perché possono far male e perchè qualcuno potrebbe mettersi alla guida in stato di ubriachezza.
      Chiaro: se ti becco, ti ritiro la patente. Tu sei invece quello che tende a proibire di l'uso delle motoseghe perché poi un pazzo potrebbe andarsene in giro a fare casino in un posto affollatissimo.

      Non si tratta di progressismo. Si tratta di provare a fare qualcosa (che non è il qualcosismo)

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    3. Allora, i feniomeni si devono governare, non reprimere né demonizzare.
      Ma...
      C'è un ma: quando il rischio è elevato e/o il danno possibile è grave, allora è corretto intervenire anche draconianamente e/o implementare una repressione efficiente (quindi sicurezza di una pena adeguata e commisurata).
      Non puoi entrare in un bosco con la motosega (a meno che tu no debba tagliare qualche pianta).
      Non puoi entrare in una riserva integrale.
      Non puoi entrare con armi su un aereomobile
      Se hai stuprato viene castrato chirurgicamente (prevenzione).
      Non puoi entrare con scarpe con cui hai svuotato la letamaia in sala operatoria.
      Se hai problemi di alcol o vista non puoi guidare.
      In genere non di danno armi agli psicopatici.
      Non capisco perché si dovrebbero dare bulldozer, inceneritori, autotransumanze... etc.

      Sono anche stimoli intellettuali per uscire dalla staticità mentale e ideologica del
      "questo non si può / non sta bene" oppure del "questo si deve fare solo così / non si può fare altrimenti".

      Certamente quando le persone segano a mano la legna, iniziano a farne uso accorto in quanto sono consapevoli della fatica che è loro costata (sperimentato con il mio bipede).
      Anche questo è... ovvio.

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  5. > Sostenere l'inflazione per rianimare la cadaverica zia Cresci

    Aggiungo una cosa: questa non è la tesi diretta di Alberto Bagnai.
    E' una provocazione rispetto alla litania espressa dai mezzi di comunicazione (della propaganda) di massa, da economisti crescitisti, monetaristi, dall'enfasi di "azioni" BCE atte a combattere il belzebù deflazione.

    Ora, se combatti la deflazione, significa - è elementare! - ambiare il sistema fino a che non riprenda l'inflazione - insomma, alla zia Pina di Voghera e molti altri milioni di persone passa la posizione che è bene favorire il suo duale ovvero l'inflazione che invece, in sè, è un problema e sintomo di crescita (febbre da crescita)

    Questo è il messaggio semplificato della propaganda di massa.
    Ovviamente io voglio smentire questa stupidata e devo pormi sul piano della comunicazione "grossolana".

    Oltre ad aver sottolineato più volte che la deflazione è una cura quasi miracolosa per un paese della più becera inflazione, tanto violenta quanto speculativa.

    Dal punto di vista dei crescitisti/monetaristi, mi chiedo come sia possibile pensare che dopo anni di pessima inflazione che ha massacrato il potere di acquisto dei consumismi e servizismi che a loro e a il_bobbolo piacciono tanto, si possa ora ritenere caccadiavolo la deflazione.
    La deflazione è caccadiavolo? Sì, per quelli che hanno debiti. E qui si arriva di nuovo al debitismo.

    Tra le altre cose vedo che ora, tra la rassegna dei diari collegati (blogroll), appare
    Benedetta inflazione come nuova pagina di "L'espediente" di Michele Brunati che però è stata rimossa.
    Penso che sarebbe stata una pagina molto interessante.

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    1. Io non so che lavoro tu faccia.

      Deflazione significa che la gente smetterà di comprare quello che fai tu, Uomo.
      Deflazione è un clima generalizzato dove la gente inizia a fare a meno di tutto, è la decrescita.
      Ah, beh: bello, con tutte le cose inutili che ci sono...

      Ora: se tu sostituisci la costruzione di un suv con le lezioni di tango, hai sempre un'attività che produce un reddito. Se tu sostituisci la costruzione di suv con la disoccupazione c'è un problema.

      Ognuno di noi è convinto di essere indispensabile e di fare cose più utili e importanti degli altri.

      Ma immagina che domani mattina non ci sia più bisogno di te. Non ci sia più bisogno del lavoro di UomoInCammino, che resta disoccupato.
      Di cosa campi?
      Ti metti a zappare il tuo orto e vivi di quello, se ci riesci. Ti è più chiaro il concetto di deflazione?

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    2. Non ho mai scritto
      1 - che la transizione alla sostenibilità (quindi la forte decrescita, rispetto all'attuale) sia banale, innocua, gratuita
      2 - le persone smetteranno di credere nella crescita insostenibile e nella distopia che realizza e inizieranno a considerare la razionale utopia della decrescita
      3 - la situazione non è aggravata dal fatto che masse sterminate di homo campano di creazione di problemi. Come diceva Upton Sinclair è difficile far capire qualcosa ad un uomo il cui stipendio dipende dal fatto che non la capisca.

      Qui di nuovo si arriva alla psicologia.
      Nessuno è indispensabile, né io, né tu.
      Per quanto irritante ai più (in alcuni casi lo è ancora anche per me) è una verità talmente ovvia da essere banale.
      Io posso crepare domani che il mondo andrebbe avanti (forse meglio, ogni homo in meno, ora, è un fatto straordinariamente, massimamente ecologico)
      Qui si arriva poi agli ego fuori controllo e all'hybris di specie (l'Universo è esistito per il 99.9999% del suo tempo senza homo e finito l'antropocene continuerà ad essere senza homo).
      Ci fa male? Non conta un tubo, non ha alcuna rilevanza nell'evoluzione, nel sistema della Vita.

      Il problema è estremamente grande: gli studi sono abbastanza concordi nello valutare la portanza senza petrolio (economicamente sfuttabile) nell'intervallo [0.8, 2]G.
      Pensa che esistono ora almeno 5.2G homo in più che non hanno alcuna prospettiva (ed essi cresceranno ulteriormente fino a 11.1G, il tumore!).
      Pensa quanti homo in eccesso per la biologia esistono.
      Di cosa camperanno?
      Non camperanno. E' molto semplice!
      Io lo so che non ci credete nonostante questo sia sempre successo e stia succedendo ora (in Siria, in Iraq, successo in Ruanda, anche in Palestina, etc.)

      Quindi o la specie rientrerà (rientro dolce) nella sostenibilità o vi sarà costretta.
      Non ci sono terze vie.

      Ovviamente tutti sono liberi di continuare a scegliere e implementare la crescita (esponenziale) infinita in un mondo finito che è matermaticamente impossibile (ha la stessa certezza della morte, 1).
      Guarda che le religioni e le credenze più assurde e nefaste sono sempre esistite, non è che ora sia cambiato qualcosa.
      Cambiamo i feticci, i termini ma non psicologia ed etologia.

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    3. La pagina è stata rimessa al suo posto con il sommario "cliccabile". Attenzione il titolo è "Benedetta deflazione". (Non "inflazione"- lapsus calami di UUIC).

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    4. Blogspot non consente di editare i commenti.
      Grazie Michele per l'osservazione.
      Ecco il collegamento aggiornato alla pagina Benedetta deflazione.

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  6. Ehm.. Ma è il mitico Numero Uno quello nell'immagine? La banda di Alan Ford?
    (guten tag Mann auf den Weg) :D

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    1. Ehssì, il mitico Numero Uno di Alan Ford.

      Gruess Dich, Lisa!

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