martedì 5 agosto 2014

2052 - Rapporto al Club di Roma

  1. Guardate alla soddisfazione piuttosto che al reddito.
  2. Non affezionatevi a cose che scompariranno.
  3. Investite nell'elettronica da intrattenimento e imparate ad amarla.
  4. Non insegnate ai vostri bambini ad amare la Natura incontaminata.
  5. Se vi piace la grande biodiversità, andate a vederla adesso.
  6. Visitate le bellezze del mondo prima che la folla le rovini.
  7. Vivete in luoghi che non siano troppo esposti al cambiamento climatico.
  8. Spostatevi in una nazione che sia in grado di prendere delle decisioni.
  9. Conoscete le insostenibilità che minacciano il vostro stile di vita.
  10. Se non potete lavorare nel campo dei servizi o dell'assistenza buttatevi nel settore dell'efficienza energetica o delle rinnovabili.
  11. Incoraggiate i vostri figli a studiare il cinese.
  12. Smettete di pensare che tutto ciò che cresce è buono.
  13. Ricordatevi che i vostri investimenti basati su combustibili fossili perderanno il loro valore e all'improvviso.
  14. Investite in cose che non risentiranno dei disordini sociali.
  15. Fate più del minimo indispensabile per evitare rimorsi in futuro.
  16. Quando fate affari, esplorate il potenziale dell'attuale situazione di insostenibilità.
  17. Non confondete la crescita in volume con la crescita nei profitti.
  18. Se siete politici e volete essere rieletti sottolineate i benefici immediati delle vostre iniziative.
  19. In politica ricordatevi che il futuro sarà dominato dai limiti fisici.
  20. In politica, convincetevi che un accesso equo a risorse limitate varrà più della libertà di parola.
  21. Imparate a convivere con imminenti disastri senza perdere la speranza.

Ho impiegato nove mesi a leggere il saggio di Jorgen Randers e di una cinquantina di altri scienziati, esperti, ricercatori ed è oltre tre mesi che tentenno e mi dilungo nello scrivere questa pagina: la stessa voglia che ha una persona alla quale sia stato diagnosticato una neoplasia di leggere il referto.
Già in agosto 2013 leggevo le premesse dello scienziato norvegese, la sua ammissione di uno sforzo compiuto per non soccombere a risultati modellistici oggettivamente sconfortanti e per cercare mitigare cupi scenari al fine di poter vivere in qualche modo decentemente, mi infastidivano. Non posso essere realista perché i dati e i modelli sono pessimi, allora mi sforzo di essere ottimista. Partiamo bene! dissi.
Le mie reazioni emotive che la razionalità di scienza e conoscenza dell'opera provocavano durante il proseguimento della lettura non sono cambiate, nel seguito. Quali scenari futuri partendo da cinque punti fondamentali (aumento della popolazione, disponibilità di cibo, riserve e consumi di materie, prime, sviluppo industriale, inquinamento)? Quale mondo ci sarà nel 2052?
Mi allontano per un momento: ci sono alcune cose che mi piacciono del tantra: la divinazione della Donna (Shakti) rappresentante di Gaia / Natura Madre, il qui e ora profondo nella realtà fisica come dispositivo spirituale, la comprensione e l'autodisciplina come via all'eccellenza. Ecco, stiamo andando in direzione esattamente contraria a queste cose.

  • Ulteriore aggravamento dell'esplosione demografica (per altro recentemente confermato dalla revisione in aumento delle stime ONU).
  • Distruzione ulteriore dei sistemi biotici, estinzioni di massa (flora e fauna), biodiversità confinata a isole sempre più ristrette e sotto pressione antropica sempre maggiore nelle quali essa deperisce sempre più.
  • Impatto distruttivo delle masse di homo non solo sulle aree biotiche ma sulle stesse (infra)strutture create da homo (città d'arte letteralmente seppellite e consumate da afflussi oltre i limiti del sopportabile, liste di attesa per i musei di anni).
  • Migrazioni di massa verso le fasce boreali del pianeta.
  • Artificializzazione e virtualizzazione di quasi tutti gli aspetti della vita e ulteriore inurbamento in ciclo autoalimentantesi.
  • Estremizzazione degli eventi atmosferici e relativi danni catastrofici sempre più frequenti e diffusi.
  • Distruzione delle aree ricche di biodiversità.
  • Aumento delle sperequazioni e delle iniquità.


Randers ha analizzato anche l'economia fallimentare della mancata prevenzione: se già dalla seconda metà degli anni settanta (dopo la pubblicazione de “I limiti dellosviluppo [crescita]” nel 1972) fossero state prese alcune azioni di prevenzione e di soluzione dei problemi, non saremmo arrivati al grave peggioramento attuale né gli scenari di prossimità al collasso che si delineano sarebbero stati evitati a costi del tutto sostenibili, senza grandi sacrifici. Perché tutto ciò non è avvenuto né avviene? Randers usa parte del capitolo 7 per analizzare questo problema: la specie homo predilige i ritorni immediati, anche se ciò comporta problemi, peggioramento e danni irreversibili a medio e lungo termine. Dal punto di vista culturale l'associazione tra capitalismo e demagogia democratica o democrazia demagogica è terribile: si crea un connubio al peggio tra eletti ed elettori che porta a sistemi capaci solo di... peggiori scelte con conseguenze sempre più gravi.

Ho riportato il dodecalogo perché riassume le schede, i grafici, gli scenari. Scenari futuri? No, no, scenari già noti in letteratura, già avvenuti o in svolgimento (Siria, Iraq, Pachistan, Israele-Palestina, baraccopoli, banlieu, collassi di città, infrastrutture, istituzioni da sovraffollamento …).
L'antropocene è caratterizzato dal più grande ecocidio, dalla serie così intensa e mai avvenuta di estinzioni, dalla produzione su scala industriale di rifiuti tossici e nucleari con la massima capacità biocida, dalla dissipazione di quasi tutte le risorse non rinnovabili sfruttabili economicamente.
Diminuzione drastica della biodiversità. Lo scienziato norvegese intravede anche alcuni scenari interessanti: 
  • Recupero di risorse minerali da vecchie discariche.
  • Virtualizzazione sempre più spinta di attività economiche e ludiche con riduzione dei consumi materiali ed energetici pro capite.
  • L'inurbazione sempre più spinta rispetto a schemi urbanistici a bassa densità e alta distruttività.
  • Diminuzione della insostenibile prolificità come conseguenza dell'inurbamento.
  • Aumento del benessere, delle risorse procapite quando la popolazione diminuisce più del PIL, come nel caso del Giappone.
  • Il tentativo di alcuni paesi ecologici come la Cina (e la Germania in Europa) di conseguire la sostenibilità in toto o almeno energetica.

Tra le schede curate da una quarantina di scienziati e di esperti di settore una sui conflitti bellici e civili del futuro (curata da Ugo Bardi): persino le guerre andranno in parte dematerializzandosi.
L'autore indulge con una qualche simpatia ad alcune pseudo soluzioni tecnologiste ai problemi causati dai sistemi 5: Carbon Capture System, colture OGM, nucleare da fissione. Sono alcune magre consolazioni, alcuni palliativi per scenari caratterizzati da artificializzazione sempre più spinta e da quantità di risorse procapite sempre minori; per me sono tentativi di soluzioni che introducono problemi peggiori di quelli che vorrebbero risolvere.

La provocazione “Vieni che andiamo a vedere il tramonto sulla scogliera? No grazie, sto guardando questo bel tramonto su youtube” sarà la … norma. Alcuni saranno pure giulivi e contenti di questo progresso regressivo, delle loro fritture di lombrichi, dell'abitare nel modulo 1455 del sessantesimo piano del terzo grattacielo, blocco A, conglomerato umano 15M.
La lista di 21 possibili strategie finali rimane molto inquietante.


2052 - Rapporto al Club di Roma
Scenari globali per i prossimi quarant'anni
Jørgen Randers
Edizioni Ambiente


16 commenti:

  1. Ma perché io, quando leggo questi tuoi post ho una reazione in stile calciatore "son sempre d'accordo a metà con il mister" ?

    Credo, forse, perché nelle tue parole rilevo un sottile disprezzo per l'umanità in generale. Per l'appellarsi a una sorta di "legge naturale" che mi sembra venata di quelle ideologie un po' Tea-Party / conservatrici con quel retrogusto da comunità religiosa dei pionieri americani ottocenteschi.

    Ringraziamo la Natura che ci dà il pane quotidiano. Quella retorica lì.

    L'Uomo è invece più simile a Omero. Non ci crede, vuole vedere, spingersi oltre. Sfida e rischia, sapendo di poter perdere e anche di poter vincere.

    Come sempre, rispetto l'opinione (perché ci sono molti punti condivisibili) ma ti dico: attento, perché questo genere di approccio un po' ideologico porterà solo a minor democrazia e, quindi a minor controllo sulle decisioni che possono salvaguardare la tua "Gea".

    Tanto per dire: al grido di "tutti ladri, tutti a casa" stiamo abbattendo pezzi di democrazia invece che sbattere in galera chi ruba. L'effetto è un po' questo. Chi ci guadagna?


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  2. Più volte ho scritto che sono snob, misantropo, antimodernista, esistenzialista, esteta, etico, razionalista.
    Insomma non amo il positivismo, detesto le masse, considero i comportamenti gregari come cause importanti delle più grandi ingiustizie, crimini ed ecocidi.
    Tu ti meravigli, ma per me non è una novità.

    In particolare considero che la pseudodemocrazia irresponsabile (quella della delega, dell'immoralità di prendere decisioni che hanno conseguenze sulle vite di altri, nello spazio (ora) e nel tempo (generazioni future) sia uno dei principali dispositivi di peggioramento e Jorgen Randers che non è il primo pirla che passa per la strada, evidenzia questo aspetto molto grave della specie argomentandolo in modo molto preciso, scientifico. Del resto, come scrivo in apertura, le diagnosi sono spesso terribili, le odiamo, le detestiamo.

    Del resto la conoscenza dell'hybris nel comportamento di specie, l'arroganza e il voler superare i limiti con esiti catastrofici, è talmente vecchia che... appare pure nei testi sacri.
    Certamente l'ecologia è un insieme di assiomi, di idee, di osservazioni, di regole, di teoremi e postulati ovvero un quadro intellettuale coerente e che si distingue da altre ideologie, da queste è vista come un'altra ideologia.
    La democrazia non sostenibile non è una forma di governo valido, ecologica.
    Non lo è quando è immorale.
    Non lo è quando non è locale, a misura d'uomo e di coloro che la debbono formare, vivere, controllare, presidiare.
    Non lo è quando oligarchie ristrette manipolano masse sterminate condizionandone il voto a favore degli oligarchi e a danno di ambiente ed elettori.
    Qui ancora una volta viene sollevato, con metodo rigoroso, il problema della insostenibilità e delle sue cause.
    Secondo me diagnosi e possibili strategie di intervento sono un buon approccio alla risoluzione di problemi,una buona strategia.
    Randers inolter, come scandinavo, è profondamente comunitario, e genuinamente e criticamente democratico. Il suo lavoro è massimamente ecologico e lo è anche nei confronti della democrazia visto che anch'essa deve essere profondamente disinquinata, resa sostenibile, a misura d'uomo, in altre parole ecologizzata.

    Infine la legge naturale è la prima legge.
    Visto che homo, semplicemente, fondamentalmente, senza Natura e le sue risorse non può sopravvivere.
    Anche per questo, la riduzione ecologica dell'antropocentrismo può essere vista come misantropica. Del resto se dici nel modo efficace a un arrogante che è arrogante, è ovvio che questi si indispettisca o si incazzi.

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  3. Attento, non fraintendiamoci : non si tratta di voler trovare una risposta nel positivismo.

    Io sono per guardare i dati e ragionare. Dopodicché, l'edonismo, lo snobbismo, il modernismo o l'antimodernismo non li ritengo rilevanti per il problema in esame.

    Pongo solo l'attenzione che certi modi di affrontare le situazioni che in genere sfociano negli -ismi sono il carburante giusto per coinvolgere emotivamente la gente.

    Il risultato di questo modo di procedere è poi quello di dare una mano (inconsapevolmente) a ottenere il risultato opposto a quello che ci si prefigge.

    A me questo dispiacerebbe, perché ti giudico una persona positiva e in buona fede (che certo sa benissimo guardarsi le spalle da solo, per carità, ma io qui devo guardare anche le mie, visto che faccio parte di una comunità)

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  4. Edonismo, snobismo etc. era solo per descrivere alcuni aspetti della mia persona in ragione dei quali non riesco ad avere alcun fiducia né pregiudizio positivo nei confronti di questo simulacro di democrazia massimamente incompiuta in Italia e nella maggior parte del mondo che, scientificamente, è solo una delle forme di governo e come tutte le cose ha pro e contro e deve essere attentamente valutata contestualmente,nello spazio e nel tempo. Io rimango agnostico e razionale anche su questo.

    Tu critichi una certa emotivizzazione della comunicazione, di questa comunicazione. D'altra parte il tranquillismo giulivo dilaga. Insomma, se va a fuoco la casa e il padrone ha il sonno pesante, non è che tu possa limitarti a sussussargli "per favore si svegli!".

    Ottenere il risultato opposto...
    Il mio obiettivo NON è la democrazia, ma un valore più grande e importante che la comprende e senza la quale non solo non c'è democrazia, non c'è homo, ovvero l'ecologia.

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    1. Hehe, si, c'è il tranquillismo. Poi c'è anche l'allarmismo (non so se ti ricordi le varie influenze aviarie o non aviarie...). C'è un po' di tutto.

      Io, però, direi che bisogna partire da qualche punto fermo.

      1) I dati, che sono certamente allarmanti e che, spesso vengono sottovalutati per ignoranza o per eccesso di fiducia nelle proprie capacità (comunque non valutabili fino a risoluzione avvenuta del problema)

      2) Scienza e Democrazia sono due presupposti senza i quali vedo assai improbabile la risoluzione di questo e altri problemi

      PS: nessuno sembra preoccuparsi, per esempio, della manipolazione genetica e dei brevetti in campo biologico. Così, tanto per dire.
      E vedrai, poi, quanto ci sarà da ridere con i nuovi Senati a controllo lobbistico-affaristico.

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  5. marò che post.... magari ripasso, neh ?

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  6. Nottebuia: "L'Uomo è invece più simile a Omero. Non ci crede, vuole vedere, spingersi oltre. Sfida e rischia, sapendo di poter perdere e anche di poter vincere."

    Ho appena scoperto di non essere umano.

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    1. E che c'entra, Key, perdonami ? Nella vita c'è pure il sacerdote missionario e c'è il killer senza scrupoli. E quindi?

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  7. x Francesco:
    Persino io che ho molto interesse per ecologia ed econ-nomia ho faticato a finire quel libro e a scriverne una recensione. Non perché sia scadente, fatto male o non leggibile. Anzi... Ma proprio per i contenuti, per gli scenari delineati.
    Ho usato l'immagine di un referto oncologico e ritengo sia azzeccata.

    x MrKeySmasher:
    Il problema è che il rischio, con le quantità di homo in gioco e con i suoi effetti su Gaia, è talmente elevato da mettere a repentaglio non solo la specie ma anche gli altri esseri viventi.
    Nessuno di noi, penso approverebbe positivamente di giocare con la roulette russa a meno che non abbia intenzioni suicide, nichiliste, autodistruttive.
    Ad un osservatore "esterno" (noi ecologisti siamo quattro gatti esterni alla maggioranza positivista, tranquillista, progressista, tecnoteista, consumista, natalista, migrazionista e accrescitivista) e possiamo osservare, da fuori, proprio queste caratteristiche suicide, ecocide, nichiliste esibite dalla specie.

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  8. Scusa Uomo, non capisoco il punto 4...perche' mai NON bisognerebbe insegnare ai bambini l'amore per la natura incontaminata?
    Mi sfugge il senso di questa affermazione....io credo che e' solo partendo da questo, dla rispetto per la natura, senza volerla stravolgere a nostro uso e consumo che si puo' migliorare sensibilmente l'esistenza di tutti sul pianeta...e' lo sfruttamento indecente delle risorse naturali oltre il limite ci ha portati dove siamo ora...

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  9. x nottebuia:
    Randers ha trascurato alcuni situazioni di grande rischio come la perdita di efficacia di dispositivi farmaceutici (a partire dagli antibiotici e non solo, si pensi al chinino), l'inquinamento da microparticelle di resine sintetiche (plastiche) della vita marina e altro ancora, Del resto lo scrive che ha cercato di essere ottimista.
    Quello che tu chiami allarmismo è sensazionalismo e forme di isteria collettiva. Il tranquillismo è invece molto più diffuso: il 95? 90? % delle persone non ha alcuna percezione della gravità ecologica in cui si trova il pianeta. Gli unici momenti in cui c'è qualche barlume di presa di coscienza è quando c'è lo sciopero dei camionisti e in paio di giorni la GDO si svuota. Tornano i rifornimenti e cessa di nuovo, immediatamente, la presa di coscienza, per quanto superficiale, dell'insostenibilità.
    Randers, sostanzialmente, è un tecnoteista progressista per quanto critico. Quindi ciò che tu sottolinei come altre cose massimamente pericolose come la manipolazione genetica, i brevetti in campo biologico, il nucleare da fissione, il CCS e altro, come sottolineavo anche io sopra, sono addirittura visti come contributi alle soluzioni. Mah.

    x Spirita Libera:
    Randers cita, nella sua opera, vari esperimenti e pure la cognizione abbastanza comunemente diffusa che per tutta la vita rimaniamo ancorati ad ambienti vissuti piacevolmente in infanzia/adolescenza: gli etologi lo chiamino "formazione" (imprinting). :)
    L'autore norvegese sottolinea che la deprivazione di questo vissuto comporti disagio, dolore e molti problemi (ci sono vari articoli sulla prima e più grave deprivazione che è quella della distruzione ad opera di crescita/speculazione edilizia e infrastrutturale del paesaggio, v. qui la colonna di Antoine Fratini, Presidente dell'Associazione Europea di Psicoanalisi, qui un episodio che mi ha riguardato personalmente).
    Dunque deprivazione che comporta sconquassi, danni, dolore, frustrazioni fino alle psicopatologie.
    Randers osserva: se volete bene ai vostri figli abituateli ad associare il piacere ad altro, NON alla Natura (integra, poco antropizzata, etc.) perché, semplicemente, in futuro prossimo non ci sarà più.
    In altre parole, abituateli a portare al cine a vedere le animazioni della collezione Madagascar perché semplicemente il Madagascar verrà in tutto o in parte biologicamente distrutto. Ciò comporterà sofferenza e altri problemi, anche gravi ai tuoi figli quando saranno adulti e deprivati.
    Una strategia di riduzione del danno visto che di danno (e pure grave) comunque si tratta.

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    1. Però non sono d'accordo...così si dà per scontato che il pianeta sia destinato alla distruzione, se invece si educano le nuove generazioni a rispettare e preservare la natura, forse c'e ancora una speranza...ma boh...forse io sono solo un'utopista ma questa visione cinica e disillusa mi fa tristezza....

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  10. Io spero che Randers con quei consigli voglia solo provocare. Sono egoistici e avvilenti.

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  11. x Spirita Libera:
    Il pianeta o homo?
    Temo che ci sia una associazione molto forte, da parte degli homo, un'associazione che crede che il pianeta siano gli homo. Invece il pianeta è stato senza homo fino ad un istante (geologico) fa e continuerà ad essere senza homo dopo la loro estinzione.
    A parte questa nota filosofica e scientifica, sottolineo che Randers dice che homo, fino al 2052 non scomparirà per collasso globale ma che la Natura e le zone biotiche integre o scarsamente antropizzate, la loro biodiversità invece sì.
    Vedi, educare le generazioni a rispettare la Natura può essere un esercizio intellettuale e razionale se non è vissuto emotivamente e col corpo. Numeri di homo sempre maggiori sono invece completamente sradicati dalla Terra e artificializzati. Per queste persone l'educazione alla Natura è un astrazione mentale, come dire, l'educazione ad amare una persona in Corea oppure l'impegno per l'indipendenza della magistratura. Lontani concetti astratti non vissuti se non con impegno intellettuale e razionale. Risultato: una volta che questo faticoso impegno sia stato attuato, con esso passa anche l'educazione. Sono gli strati più superficiali della conoscenza e anche i più volatili, estemporanei.
    Attenzione ad accusare Randers di cinismo: una persona che fa una diagnosi abbastanza precisa, non è un cinico, è una persona che ha molta cura e attenzione alla realtà. In un certo senso, essendo il primo passo per la risoluzione dei problemi, è una persona che (ti) vuole (il) bene.
    Purtroppo le nostre reazioni (anche la mia fatica nel leggere e nel riportare) testimonia che è estremamente sgradevole, fastidioso prendere atto della realtà. Se a tutto ciò aggiungi anche un senso di impotenza, ecco che si passa subito ad uno o due gradini più in basso, a quelli del dolore.

    x gaiabaracetti:
    L'elenco di suggerimenti è nelle ultime pagine del saggio. Ha un ché di provocatorio e non è possibile ridurre tutta l'opera a questi ventun suggerimenti.
    E' un po' come un medico che dopo averti fatto un'attenta anamnesi, studiato il caso, ti ha spiegato il problema, le possibili terapie, pro e contro di ciascuna, poi concluda con "Se non smette di fumare ha ancora sei mesi di vita". Sarà avvilente, provocatorio ma può essere una sferzata per muoverti, no!?

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  12. Ci vedo cose sensate e altre un po meno. Troppa fede nella economicità dell'urbanesimo, figlia dell'illusione diffusa secondo cui mettere due abitazioni una sopra l'altra ne diminuisce l'impatto. Chi capisce qualcosa di urbanistica sa bene che oltre il secondo piano i vantaggi sono marginali. Il problema è la catena logistica.

    Altra curiosità: Ogm. Sono parte preminente del problema, e sono sulla via del collasso. Si tratta di una bolla speculativa che ha divorato suoli ed introdotto gravi resistenze ad erbicidi ed insetticidi.

    Comunque apprezzo il richiamo alla necessità di modificare gli stili di vita, e di essere sospettosi riguardo a certi comportamenti che hanno probabilità di dover scomparire.

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  13. Prendi con le pinze questa presentazioni. Ci sono mille mila cose che non ho riportato e, umanamente, mi sono fermato su quelle che mi hanno colpito di più, c'è anche la mia sensibilità e soggettività qui.

    Modificare gli stili di vita... importante!
    Diciamo che inizia con una nuova mentalità che è una mentalità del ben-vivere e del ben-essere che non è quella dell'aumento del consumo di energia e beni fisici (posizionali) scadenti.
    Urbanesimo: Randers cerca di essere più oggettivo e asettico possibile. In più punti emerge e la sua preoccupazione e la sua contrarietà a questa spaventosa artificializzazione del pianeta, a iniziare dall'urbanesimo "tumorale". Cerca di capire quali possano essere le conseguenze positive.
    Una è il fatto che gli homo in città fanno molti meno figli che in zone rurali.
    Grazie per il tuo intervento autorevole. Mi ha fatto piacere! :)

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